Botanica

‘U zamperevite (semprevivo)

di Sandro Russo

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Non voglio certo far conoscere l’agave – ‘u zamperevite – ai ponzesi, che ci convivono da secoli.
Anche se non è una pianta autoctona, a Ponza si è trovata bene-benissimo e al pari dei fichidindia – i fechetìnie – fa parte a buon diritto dell’ambiente e dei panorami isolani (leggi qui). Però è vero che come moltissime altre piante – che uno facilmente sarebbe portato a dire “ci sono sempre state” – non erano conosciute nel vecchio mondo (Eurasia) prima della scoperta delle Americhe.

Sono infatti di origine centro-sudamericana, oltre ad esse, anche tutte le solanacee (leggi qui): pomodori, peperoni, melanzane, patate, lo stesso peperoncino (leggi qui e link successivi) con buona pace degli indiani (dell’India), e perfino il mais (Zea mays) che quando fu trovato in una tomba egizia sembrò sconvolgere tutte le conoscenze, fino a che non si scoprì che era una ‘bufala’, uno scherzo (!) tra archeologi.


Di uno ius soli”, una moratoria per dare pieno diritto di cittadinanza all’agave e ai fichidindia, con tanto di cartoline ‘storiche’ di Ponza che li raffigurano, già si è trattato (leggi qui).

Si riprende l’argomento per un motivo più contingente: l’aver casualmente visto svilupparsi lo stelo di un’agave, sempre più lungo, fino alla comparsa dell’abbozzo delle infiorescenze, per la strada che faccio tutte le mattine per andare a prendere il giornale.
Continuerò giocoforza a seguirne l’evoluzione e mi aspetto di arrivare a vedere la forma classica – a completa fioritura – che tutti conosciamo.

La prima foto di un mese e mezzo fa, circa, segnalatami da un’amica (grazie Iole!), lungo la stradina che da Genzano porta al casale

Ho continuato a seguirne il lentissimo accrescimento giorno dopo giorno. Sembrava non dovesse smettere mai di allungarsi…

Una terza immagine, di questi giorni, quando dalle ‘scaglie’ presenti lungo lo stelo si è cominciato a vedere l’abbozzo del fiore

Ora che ha preso il via, i cambiamenti sono più rapidi; questa foto è di solo due giorni dopo la precedente (sotto: particolare)

I colori sono spenti, ma oggi è una giornata grigia e piovosa

Però, nella lunga attesa, mi si è ridestata una vecchia curiosità sull’origine del nome dialettale dell’agave.
Zamperevite è facile: semprevivo. Anche se è una specie di canto d’addio della pianta, che dopo la fioritura, muore. Si svilupperanno alla sua base una o più piante figlie. Un po’ come succede al banano (con cui non ha nessuna parentela botanica); anch’esso, dopo aver prodotto il fiore (e relativo casco di frutti) muore, il fusto si lascia riassorbire dalla terra e marcisce dentro.
Cannafèule è denominato a Ponza il fiore d’u zamperevite. Perché?
Guardando su vocabolari di dialetto napoletano non ho ritrovato questa denominazione; è solo ponzese, quindi?
Ho chiesto in giro. Nessuna spiegazione mi ha convinto.
Qualcuno mi ha detto che viene da canna che fète (che puzza): cannafeta, da cui cannafèul’, “infatti tagliata puzza di marcio”. Ma a me questa puzza non risulta proprio.
Un’altra persona interpellata mi ha scritto: “le agavi sono usate in abbondanza come confini in quel di Cala Feola. E’ una risposta strumentale, che si aggrappa alla denominazione di Cala Feola, e questa… alla presenza dei Feola in quella zona. Troppe coincidenze! Chi mi scrive lui stesso non è troppo convinto.
La denominazione dialettale di cannafeule è citata pure su Frammenti di Ponza, il bel blog di Francesca Iacono, ma senza altre spiegazioni e peraltro ‘u duttore, Isidoro Feola, nega rapporti di parentela.
Né ho trovato lumi (sull’etimologia; la descrizione botanica c’è ed è precisa) sulla “Flora illustrata di Ponza” di Giuseppe e Silverio Mazzella:

Perciò il mistero resta e siamo qui, aperti ad altri  suggerimenti:

Nel frattempo però, cercando in internet sempre alla ricerca di una spiegazione, ho trovato un sito di amatori del Mexico, dove l’agave e molto diffusa nonché una voce importante della tradizione e dell’economia nazionale – e qui ho trovato molte notizie interessanti, che possono ben essere l’argomento di un prossimo articolo.

Articoli di Roberto Artusio e Cristian Bugiada su https://aroundtheblog.compagniadeicaraibi.com/it

Intanto aspetto suggerimenti sull’etimologia di cannfèul’

[‘U zamperevite (semprevivo) (1) – Continua]

***

L’evoluzione dell’infiorescenza nei giorni successivi (cfr. Commento dell’Autore)

Foto del 21 maggio 2023:

Foto del 27 maggio:

Foto ai primi di giugno:

 

 

1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    5 Giugno 2023 at 07:46

    Ho fotografato in giorni successivi l’evoluzione dell’agave vicino casa, da quando appariva come un enorme asparago, a quando ha cominciato ad aprire quelle che sembravano scaglie lungo il tronco, che si sono poi mostrate come le branche laterali dell’infiorescenza. Continuerò a documentarne l’evoluzione.

    Le immagini nell’articolo di base

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