Rosanna Conte
Pienone sabato sera nella sala Consiliare di Ponza per la mostra su Paul Thek, con la partecipazione di Valérie Da Costa, storica dell’Arte Contemporanea, e Enzo Di Giovanni, testimone dei primi anni trascorsi a Ponza dall’artista americano.
Paul Thek mentre dipinge un armadio nella seconda casa di Ponza, anni ’70 (particolare)
Concessione Galleria Alexander and Bonin, New York
Le difficoltà a reperire spazi sufficienti e adeguati per esporre tutte le opere di Thek presenti nelle collezioni private dei ponzesi, ha implicato una scelta, ma quello che il pubblico ha potuto ammirare ha consentito senz’altro una lettura abbastanza ricca e articolata del tratto pittorico che contraddistingue il periodo ponzese di quest’artista.
Thek, arrivato in Italia nel 1962, dopo un periodo in Sicilia e Roma approda a Ponza nel 1968 dove l’armonia delle bellezze naturali e la semplicità e affabilità della popolazione locale gli consentono di guardare al mondo in maniera pacificata.
Le tele di questo periodo riportano paesaggi in cui la luce naturale del sole o della luna dona agli splendidi colori dell’isola le diverse sfumature dell’intenso azzurro o del verde.
Il dialogo fra Valérie ed Enzo ha messo in luce la tormentata ricerca di libertà e autenticità che caratterizza Thek. Lontano dalle gabbie che la società del mercato imponeva e impone, nella Ponza di fine anni Sessanta può vivere l’autenticità delle relazioni umane e una natura di selvaggia bellezza che lo rigenerano.
Il suo rapporto con gli isolani è stato testimoniato dalle persone presenti in sala che l’hanno conosciuto bene: le sorelle Adriana e Giovanna Scotti e Maria Scotti.
Oggi, Paul Thek non si fermerebbe più qui. Ponza è stata stravolta in questi sessant’anni: il guadagno è la cifra sottesa ai rapporti fra le persone tanto che la stessa bellezza dell’isola è diventata solo strumento di arricchimento e non un tesoro da rispettare e tutelare.
È stato questo il pedaggio da pagare per sopravvivervi? Le distorsioni socio-economiche e culturali che caratterizzano oggi la nostra isola richiedono una seria riflessione. Occorrerebbero scelte consapevoli e lungimiranti che coinvolgano amministratori e cittadini e, forse, scoprire Thek a Ponza, può essere utile a creare un percorso di consapevolezza. Non possiamo fermarci a guardare con nostalgia un mondo tramontato, ma possiamo, da quel mondo, trarre qualche indicazione per tracciare strade di sviluppo diverse da quelle attuali.