Musica

La musica delle nostre vite

di Sandro Russo

 

Grazie a Carlo Secondino per aver così bene sintetizzato la passione di una vita, nella sua prima Canzone per la domenica.
Confesso di non aver mai amato la musica lirica, pur discendendo da un nonno melomane (Ciccill’ Zecca, 1875-1969, il nonno di Ponza). Ho anche raccontato la sua passione per la musica e la storia del grammofono che spedì dall’America come la cosa più preziosa che vi aveva trovato (leggi qui e qui), nei suoi andirivieni.
Sarà che da piccolo non ho avuto lezioni da lui, in proposito; forse da vecchio quella passione gli si era spenta, il vecchio grammofono non funzionava più da un pezzo e lo usavamo per trarne urla disumane (dischi martoriati e puntina spuntata), nei nostri giochi da bambini ’nda stanz’ ’i dint’.
Mi era stato maestro invece nell’arte di andar per negozi e fare la spesa (verdura e frutta) per il ristorante. Ma questa, come si dice, “è un’altra storia”.

Musica lirica a parte, la musica classica sì che l’ho frequentata; tra i miei album, dalla casa dello studente in poi ci sono stati sempre i grandi classici, insieme alla musica pop (dai Beatles in avanti); la Sinfonia dal Nuovo Mondo anch’io l’ho molto amata. Purtroppo il mio “parco dischi” si allargava e si restringeva a seconda delle vincite e delle perdite a poker, ma il disco di Dvorak non l’ho mai dato via.

La successiva passione per cinema è stato un ulteriore stimolo all’approfondimento della musica, per il modo in cui i diversi registi la usavano: un campo sterminato, da Visconti, raffinato curatore della messa in scena di opere liriche, a Moretti, stonato come una campana, che non si nega nei suoi film imbarazzanti esibizioni personali (però anche capace di proporre vere perle: leggi e ascolta qui, Brian Eno. By this river (da “La stanza del figlio” di Moretti).

Un caso a parte è il grande Krzysztof Kieślowski. Regista polacco molto amato e citato, tanto da proporlo per Una canzone per la domenica: Un regista e una musica che entrano sotto la pelle.

Poi, anello importante tra Cinema e musica, c’è stato il genio di Ennio Morricone (1928 -2020), di solidissime basi musicali – diplomato dell’Accademia di Santa Cecilia, allievo di Goffredo Petrassi; ha scritto le musiche per più di 470 (!) tra film e serie TV, oltre a innumerevoli arrangiamenti musicali e opere di musica contemporanea – che ha cambiato totalmente l’idea della “musica da film”.

A proposito di cinema e della Callas proposta da Carlo, non si può non ricordare Callas Forever, un film del 2002 diretto da Franco Zeffirelli (1923 – 2019) che ha steso anche la sceneggiatura in collaborazione con Martin Sherman. È anche il suo ultimo lungometraggio cinematografico. Con Fanny Ardant nel ruolo di Maria Callas, già interpretato anche al teatro (*).
Del suo film, molto discusso e criticato, Zeffirelli ha chiarito bene che non è un documentario. Questa scritta appare sullo schermo a inizio film: “Gli avvenimenti rappresentati in questo film appartengono alla fantasia dell’autore e al ricordo della sua amicizia con Maria Callas”.

Una notevole messa in scena teatrale della vita della Callas è opera di Tom Volf (regista) e ha avuto come protagonista  Monica Bellucci (*).

Bellucci interpreta Callas al teatro. Courtesy Thomas Daskalakis

Callas Bellucci al teatro – Foto di Alexandre Jomaron

Un’ultima annotazione. Leggendo e rileggendo lo scritto di Carlo, ho notato la frase finale che chiude il pezzo: “…amarezza divenuta pressoché una costante che, a un certo punto della mia vita, ho identificato come grido inespresso”.
Ho letto da poco le sue poesie dal libricino che mi ha regalato poche settimane fa. Non ho potuto non fare caso alla ricorrenza dell’immagine: conclude anche una sua poesia. La ricorrenza di certe parole o immagini da parte di un Autore significa sempre qualcosa.
Ecco la sua poesia (da “L’occasione di esistere”; 2023; Pasquale D’Arco Editore, pp 31-32)

Il libro di poesie di Carlo. Foto di copertina: Ernest Ludwig Kirchner, Nollendorf Platz a Berlino, 1912

I capelli ormai grigi…

I capelli ormai grigi più non temo,
anzi ascolto la voce
che morde e blandisce;
antica, è della coscienza tradita

“Non il peso crescente degli anni
– mi dice – divenne ostacolo al volo
per cui tranciavi ogni laccio
un tempo,
ardente già di scoprire
sotto le parvenza del consueto
il vero, la bellezza nascosta
la vita che sorprende.

E’ che la sorte comune piegò
anche te
l’ingranaggio efficiente,
il moloch che produce e consuma;
e nella memoria la disfatta
ti è grave.

Ma è sentiero morto il rimpianto:
nell’ora in cui più non mi fuggi
tutto è perduto;
mai placato, non resta che il tuo
grido inespresso”.

Post scriptum
Questo è un primo ripensamento sulla musica presentata sul sito, raggruppata nel titolo generale de “Una canzone per la domenica”. Non ci sono solo canzoni e qualche volta non era neanche domenica.
Ma prima di dar vita alla rubrica settimanale, iniziata nel luglio 2018, già presentavamo qua e là delle canzoni, per qualche ricordo, per un particolare aggancio che suscitavano…
Il primo numero della serie – Una canzone per la domenica (1)  ne raccoglie l’indice fino a quel momento. E qualcuno potrebbe essere incuriosito a cercare Una canzone per la domenica (2)… o (3)
…È un gioco quasi infinito.

Anche di questo ringrazio Carlo Secondino, l’amico ritrovato.

 

Nota

(*) – Maria Callas. Al cinema e al teatro
Molti hanno provato ad interpretare a teatro e al cinema Maria Callas. Tra le tante che tentato la sfida la più convincente è stata la fascinosa Fanny Ardant nell’irrisolto Callas Forever di Franco Zeffirelli, la quale interpretò anche a teatro il personaggio nella piéce Master Class di Terence McNally, che ha visto le interpreti più disparate da Zoe Caldwell a Faye Dunaway. Citiamo anche lo stravagante esperimento teatrale/cinematografico (7th Deaths of Maria Callas) di Marina Abramovic, in odore più di performance fine a sé stessa che non vero omaggio. Sappiamo che ad interpretare Maria Callas sul grande schermo ci ha pensato anche Meryl Streep, in un ventilato adattamento del testo di McNally, che avrebbe dovuto essere diretto da Mike Nichols (regista tra gli altri di Chi ha paura di Virginia Woolf? e de Il laureato).
Nello spettacolo scritto e diretto da Tom Volf e prodotto da Les Visiteurs du Soir: Maria Callas. Lettere e memorie, andato in scena il 27 novembre 2021 al Teatro Goldoni di Venezia (ultima tappa di un’acclamata tournée italiana) il regista autore anche del bellissimo documentario del 2017 Maria by Callas e del successivo libro del 2019 Io, Maria. Lettere e memorie inedite, si affida a Maria Callas stessa, alle sue parole, ai suoi pensieri più intimi e alle sue relazioni più personali.

Recensione del film di Zeffirelli: https://www.giovanniguarino.net/2021/12/15/callas-forever-regia-di-franco-zeffirelli/
Dello spettacolo teatrale con la Bellucci: https://ierioggidomaniopera.com/2021/11/29/maria-by-monica-la-callas-attraverso-la-magia-di-monica-bellucci/

1 Comment

1 Comments

  1. Roberta Petrassi

    19 Aprile 2023 at 19:13

    Molto bello, Sandro, il racconto di quello che ricordi di tuo nonno; l’ho seguito dai link. Io ho la foto di nonna Natalina che devo incorniciare e che porterò poi a Ponza.
    La storia del grammafono me l’ha raccontata Irma. Anche se non l’ho conosciuto sicuramente era un uomo molto simpatico e pure
    colto a modo suo, se aveva portato a Ponza un’opera come Lucia di Lammermoor di Donizetti e se ha voluto che i suoi figli studiassero la musica per poter suonare gli strumenti musicali. La nonna da giovane era bella ma purtroppo da anziana, forse per le privazioni e la mancanza del marito, era molto cambiata.
    Quando avrò sistemato la foto te lo faccio sapere.
    Roberta

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