riceviamo in redazione da Pasquale Scarpati e volentieri pubblichiamo
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Caro compare (*)
conosco un tuo collega (P. F., ortopedico) il quale fa la diagnosi prima di vedere la TAC o la RMN . Poi quasi a suffragare quanto ha già diagnosticato va a controllare il referto. Così ho fatto io, avendo letto Segnali di fumo di Franco De luca. Prima ho scritto il pezzo che ti invio poi sono andato a leggere l’epicrisi domenicale e i commenti. Ma non su Facebook dove non vado mai – dico mai! – e non mi spiego il perché. Qualche volta ho tentato ma subito l’ho abbandonato.
Non ho dato alcun titolo. Boh! Vedi tu… Forse andrebbero le prime parole.
Ti scrivo in tutta fretta perché sto per uscire… per cui se c’è qualche refuso ti prego di correggerlo.
Forse ho inteso male ciò che vuole dire Franco?
Un caro abbraccio Pasqualino
(*) – Pasquale indirizza a Sandro Russo, in quanto capo-redattore pro-tempore per il mese di marzo, e lo chiama ‘compare’ per un antico legame: pare che il nonno materno di Sandro, Ciccillo Zecca, sia stato il compare di cresima di suo padre e gli antichi dicevano che si resta ‘compari’ per sette generazioni! (ndr).
Non so da dove cominciare…
di Pasquale Scarpati
Non so da dove cominciare, anzi no: comincio dalle origini.
Il sito Ponzaracconta nacque per ciò che esprime in epigrafe. A mio parere sarebbe dovuto essere un sito pieno di ricordi da cui, poi, eventualmente, tirar fuori (maieutica) qualcosa di buono adattandolo ai tempi correnti. Perché, come spesso si suole dire, il presente e quindi anche il futuro poggiano sulla storia intesa anche e soprattutto sui costumi, sulle usanze locali. Faccio un esempio. Parlando dei tempi di una volta quando l’Isola era fruibile per ogni dove – andando lento pede o circumnavigando lento remo – si sarebbe potuto aprire un dibattito sul cosiddetto “turismo lento”. Che oggi pare molto di moda. Dico aprire un dibattito; il che non vuol dire per forza addivenire ad una conclusione né tanto meno prendere decisioni. Ma almeno si prende coscienza e/o conoscenza, in toto orbe, dei tanti problemi che affliggono non solo l’Isola ma anche altre comunità: non si rimane chiusi nel proprio orticello oppure a commentare con i famosi quattro amici al bar (G. Paoli, 1991).
Credo che una tesi possa essere condivisa in toto oppure parzialmente oppure per niente; pertanto non c’è niente di male, penso, se molti o pochi o uno solo diano forma, esternino sinteticamente o compiutamente il loro pensiero pro o contro. Per fortuna, dico, che esiste un luogo “aperto” dove poterlo fare!
Mi sembra, infatti, che il sito accolga qualsiasi tesi, che sia aperto alla discussione di chiunque voglia intervenire. Quando nacque il sito, effettivamente ebbi sentore che avesse suscitato un grande entusiasmo e che ci fosse anche una buona partecipazione di lettori. Forse era dovuto alla curiosità, forse perché era bello vedere vecchie foto dove si conosceva e ci si riconosceva. Forse…
Ricordo, tra l’altro, che Assunta entusiasticamente disse che avrebbe insegnato l’antica arte culinaria a chiunque avesse voluto… era bello, tutto questo!
Insomma si pensava o forse ero io che pensavo e mi illudevo che dall’antico potesse nascere un nuovo modo di pensare.
Alcuni hanno fatto fugaci apparizioni soprattutto per sottolineare ed esternare loro personali esigenze e poi sono spariti; qualcuno lodevolmente prendendo alla lettera l’epigrafe ha rispolverato vecchi aneddoti ed anche la storia collegata all’Isola.
A me è piaciuto perché ho appreso cose di cui non ero a conoscenza.
Penso che ci siano ancora altre storie da raccontare. Intese anche in senso lato. Altri hanno affrontato altri argomenti di natura politica ed attuali.
Ma, il più delle volte, a me è sembrato che le tesi siano rimaste tali: non c’è stata nessuna antitesi, nessun dibattito e neppure nessuna aggiunta a ciò che si è scritto se non di rado. Perché questo? Mancanza di tempo, fretta nel leggere o altre cause? Qualcuno pare che abbia detto che si sia astenuto dallo scrivere sul sito perché gli risulta “tendenzioso”. La tendenza non è faziosità, credo. Ognuno, penso, propende da qualche parte. È forse un peccato?
Non si esterna nulla forse perché si pensa che le proprie idee siano talmente “perfette” da essere soltanto esternate in una ristretta cerchia di amici per non essere copiate? O forse pensa che siano talmente puerili da non essere prese in alcuna considerazione. O forse si ha paura – ancora oggi!? – o forse più semplicemente… non si pensa.
Sta di fatto che se la tesi rimane tale, il tutto diventa sterile perché diventa come voce che grida nel deserto. Secondo me, è la discussione che alimenta il progredire così come fanno le ruote di un veicolo le quali, girando, lo sospingono per raggiungere la meta. I pedali, i pistoni si muovono, lavorano incessantemente trasmettendo la forza cinetica: senza di essa il tutto rimane statico, “lettera morta”.
È questo che si vuole?
In quanti gioirebbero se il sito chiudesse i battenti? Quale vantaggio?
Qualcuno (o molti) sicuramente direbbe: finalmente non c’è più nessuno che ci può rompere le scatole!
Perché da sempre è risaputo che meno si parla e meglio è. Tant’è che le dittature da sempre hanno cercato e cercano in primis di tappare la bocca di coloro che non la pensano come chi comanda; semmai, eventualmente, farle aprire ma soltanto quelle da… fuoco, nei confronti di chi ritengono oppositori oppure fanno aprire ma solo le… gabbie delle celle, pensando di risolvere in tal modo una situazione o meglio un loro problema che spesso, però, non riguarda chi viene da loro governato.
Il dittatore Silla, rientrando a casa, a quello che lo denigrava quando lui si dimise dalla dittatura, disse: – Stupido, stai dimostrando che i dittatori non devono mai lasciare la carica prima di morire!
E’ stato, è e sarà sempre così. Questa tristissima storia si ripete. Qualcuno ha detto che a molti piace aspettare; altri hanno sussurrato che oramai si è rassegnati perché non c’è niente da fare.
Non so se qualcuno abbia scritto e il suo articolo non sia stato pubblicato perché di idee non conformi a quella della Redazione. Se fosse così sarei molto rammaricato.
Immagine di copertina. Vignetta da facciabuco.com