di Sandro Russo
Il primo pensiero che mi è venuto in mente – per ridere, naturalmente – è stato che le Poste Italiane si ispirano a Ponzaracconta per i loro francobolli.
Facciamo (da sempre) articoli sulla Giornata della Donna dell’8 marzo e loro ci sparano su un francobollo; abbiamo fatto un articolo su Jacovitti e fanno uscire un francobollo e un ferma-lettera per ricordarne il centenario della nascita.
Però… più seriamente si può dire che le Poste Italiane Ponza non l’hanno dimenticata…
È di qualche anno fa la questione di come rappresentare meglio Ponza in un francobollo. In campo c’erano le proposte di Chiaia di Luna e del Faro della Guardia (leggi qui un articolo di Marianna Licari); alla fine, durante l’amministrazione Vigorelli uscì un bel francobollo di Ponza che rappresentava il Porto borbonico (leggi qui).
Con qualche ulteriore supplemento di indagini ho trovato che Poste Italiane dipende dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che dall’ottobre scorso, come tutti gli altri Ministeri ha cambiato colore politico e dirigenza. Non è peregrino pensare che anche i temi dei francobolli siano stati coinvolti nel diffuso spoil system a tutti i livelli che ogni nuovo gruppo di potere – legittimato la libere elezioni, ovviamente – mette in atto per proporre i suoi valori e personaggi. E alla ricerca di un centenario di nascita da solennizzare, hanno trovato lì pronto Jacovitti. Che non è che fosse proprio un fascista, come risultava chiaramente dal nostro articolo. Era uno spirito libero, un anarco-individualista dotato di una fantasia straripante, particolarmente allergico ai diktat della sinistra del tempo; ma evidentemente ciò è bastato per farne una deità nell’Olimpo della Destra (in buona compagnia, peraltro: anche Tolkien ha avuto lo stesso destino, e Lucio Battisti e tanti altri).
Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Era solo per parlare di francobolli (e un po’ di Ponza).
Silverio Guarino
17 Marzo 2023 at 06:21
In fondo Jacovitti si chiamava Benito…