di Rosanna Conte
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L’educazione alla legalità è sempre stata un punto centrale nelle programmazioni scolastiche e più aumenta l’illegalità nella vita quotidiana, maggiore è l’attenzione che la scuola pone al problema.
In quest’ottica l’incontro di venerdì scorso tra gli alti vertici locali e provinciali dell’Arma dei Carabinieri e gli alunni dell’ITT “Filangieri” di Ponza, come riportato negli articoli in calce, è senz’altro un evento cardine del percorso educativo. I ragazzi imparano a relazionarsi con le Forze dell’ordine, a capire che bisogna avere fiducia in chi porta la divisa perché ha come compito fondamentale la tutela la cittadinanza.
Eppure ciò che può effettivamente incidere nei comportamenti è l’esempio che proviene dal tessuto della società in cui l’adolescente vive. Ed è naturale, sì, proprio naturale.
Gli esseri umani imparano prima per imitazione e successivamente, quando sviluppano le capacità intellettive, come l’analisi, la sintesi ecc, possono apprendere anche con la riflessione. Da ciò si deduce che se il tessuto sociale è imbevuto di illegalità, il compito della scuola è molto più arduo perché deve smontare quanto di distorto può essere stato introiettato prima di far veicolare il rispetto della legalità.
Accanto alla scuola, anzi prima, ci sono le famiglie che ovviamente hanno l’incidenza maggiore nell’educazione dei ragazzi. Esse costituiscono la prima agenzia formativa da cui partono i cerchi concentrici dei compagni di gioco, degli amici, della comunità di appartenenza. E vogliamo dimenticare la televisione o i social? Oggi si legge poco, ma è ovvio che incidono anche le letture.
E’ da tutto questo che i giovani attingono modelli di comportamento che se necessitano di essere corretti devono trovare una voce molto autorevole e persuasiva che faccia comprendere la civiltà della legge, prima di tutto, ma anche la convenienza. In una società dove la legge è rispettata non si vive più con l’angoscia di non sapere con chi si ha a che fare e di essere sempre sulla difensiva o all’attacco (dipende dai caratteri) per il timore di soccombere.
Se vogliamo veramente che i nostri ragazzi assumano la legalità come modello di comportamento, allora dobbiamo guardarci tutti intorno e prenderci le nostre responsabilità perché tutti, dico tutti, siamo coinvolti.
E più alta è la voce che vuole indirizzare alla legalità, maggiore deve essere la sua coerenza con le azioni nella vita quotidiana e nel lavoro che svolge.
I ragazzi guardano soprattutto a ciò.
https://www.latinatoday.it/cronaca/carabinieri-studenti-scuola-ponza-3-febbraio-2023.html