inviato da Giuseppe Mazzella di Rurillo
MANIFESTO PER CASAMICCIOLA
Il lessico “Casamicciola” è stato usato nel corso dei secoli come sinonimo di varie declinazioni linguistiche, da apocalisse a catastrofe, fino alla attuale definizione della Enciclopedia Treccani: rovina, disordine, gran confusione.
Alla luce della breve premessa i recenti eventi, dal terremoto del 2017 alla alluvione del 2022, e soprattutto la grande confusione istituzionale e politica che ne è derivata, ci esortano a sottoscrivere questo Manifesto per identificare alcune priorità e soluzioni da sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica e di coloro che hanno il compito di decidere il futuro assetto della comunità.
Questo Manifesto per Casamicciola denuncia i danni provocati da una “programmazione mancata” con la totale assenza di strumenti urbanistici.
Ischia è sempre stata vincolata, prima dalle leggi fasciste e poi dalla legge Galasso, ma tali vincoli hanno avuto soltanto il valore di “carta straccia”. Basti pensare che nel 1951 i vani censiti erano 18.84, nel 1971 42,718 e nel 1981 si contavano 69.560 vani. Nel solo decennio 1971-1981 erano sorti ben 26.842 vani, ben prima delle leggi del condono 85 e 93.
Ciò ha determinato come un contrappasso dantesco, un’impetuosa quanto incontrollata crescita esponenziale del numero di posti letto alberghieri ed extra-alberghieri, di esercizi commerciali, stabilimenti balneari e strutture termali. L’isola, dagli anni ottanta ad oggi, ha visto uno sviluppo senza progresso, per dirla con Pasolini. Tale sviluppo insensato ha determinato due “fratture”: la disgregazione sociale che ripiega sempre più sull’egoismo ed individualismo e una frattura tra l’uomo e l’ambiente, piegato e utilizzato a fini meramente speculativi. L’abusivismo edilizio è figlio degli anni Ottanta, una stagione storica improntata ad una crescita anarchica ed esponenziale, che ormai è consegnata alla storia. Il limite di un’isola è nel mare e per tutelare l’unicum geologico e ambientale di Ischia occorre pensare a strumenti diversi che sappiano coniugare lo sviluppo sostenibile con gli standard economici che l’isola ha raggiunto.
LE NOSTRE PROPOSTE
Oltre l’emergenza. Regole certe e responsabilità chiare.
Il primo aspetto da sottolineare è il cibreo dell’architettura istituzionale degli enti che dovrebbe provvedere alla ricostruzione della nostra cittadina: occorre superare le competenze spacchettate tra varie istituzioni e la confusione di ruoli, ma soprattutto occorre, nel contempo, che gli organi politici e amministrativi ordinari e straordinari, locali, regionali e nazionali, anziché sentirsi sollevati da ogni responsabilità per il solo fatto di attuare qualche misura di prudenza che sottrae ogni certezza e stabilità alla vita delle persone o qualche ristoro economico a pioggia, assumano di contro una logica amministrativa con una visione che superi l’emergenza. E’ inutile sottolineare che a circa 6 anni dal terremoto sono state prese solo soluzioni tampone e temporanee, che in occasione dell’alluvione l’unica misura è quella dell’evacuazione.
Legge speciale per Ischia: stop al consumo di suolo
E’ indispensabile pensare ad una rigenerazione urbana di tutta l’isola perché Casamicciola è Ischia e tutti e sei i comuni isolani sono interconnessi in un unicum. Ogni tentativo di riordino e di rigenerazione urbana è impossibile con le leggi ordinarie in vigore. L’insieme di strade, percorsi, piazze spazi pubblici verde e sistemi ambientali devono costituire la nuova ossatura dei sei comuni dell’isola, recuperando gli immobili situati in zone urbane e mettere in sicurezza quanto è possibile. La visione dei mass media e la narrazione dell’abusivismo come causa di tutti i mali è errata e spesso nasconde l’incapacità di trovare soluzioni e di dare risposte alle problematiche. Gli immobili abusivi sono in gran parte esistenti da 40-50 anni e una giungla di leggi e norme impedisce di fatto la legittimità. Il criterio adottato dalla logica delle demolizioni rappresenta esclusivamente una giustizia del Caprio espiatorio e il dibattitto sull’argomento è puramente ideologico.
Ischia chiede invece che si ponga fine al consumo di suolo con abbattimenti immediati delle eventuali nuove costruzioni, e che il futuro sia programmato con un modello di sviluppo alternativo, tenendo conto della storia, delle nuove frontiere delle tecnologie, delle smart city e della conservazione del suolo e degli spazi verdi.
Nella sua storia recente l’isola d’Ischia è stata già oggetto di ben 4 leggi speciali: nel 1938, nel 1939, nel 1942 e nel 1952. L’istituzione dell’E.V.I., Ente per la Valorizzazione dell’isola d’ Ischia dal 1952 al 1972 ha assicurato infrastrutture e uno sviluppo ordinato della crescita turistica. L’isola d’Ischia non ha mai avuto un PRG. Ha bisogno di un Piano di Assetto Territoriale. Ha bisogno di un Accordo di Programma (art.34 testo unico enti locali) per la predisposizione e l’attuazione di un “Contratto Istituzionale di Sviluppo” per una coesione economica e sociale capace di utilizzare i fondi del PNRR. Gli Enti strumentali di INVITALIA e della CASSA DEPOSITI E PRESTITI debbono essere coinvolti per un nuovo modello di sviluppo imperniato sulla transizione ecologica ed i cambiamenti climatici
Costruire un futuro verde e sostenibile per le nuove generazioni: l’Istituzione del parco naturale dell’Epomeo
Appare essenziale chiedere alla Regione Campania l’istituzione del Parco Regionale Naturale Protetto del Monte Epomeo, ai sensi della Legge Quadro Nazionale n.394 del 6 dicembre 1991 e della Legge Regionale della Campania n.14 del 24 giugno 2020. Ciò consentirebbe una sottrazione della montagna ad ulteriori fenomeni speculativi e degenerativi, preservandola ed evitando altri smottamenti e frane nonché alluvioni a valle. L’istituzione del Parco Regionale del Monte Epomeo deve salvaguardare, nel tempo medio, il territorio a monte per evitare sfaldamenti o collassi della montagna ma, a valle, nell’area epicentrale del terremoto e nell’area critica degli alluvioni, che in parte coincidono, al posto di case non più abitabili per l’eccessiva esposizione ai rischi, deve sorgere un Parco Naturale Scientifico Internazionale per lo studio dei sismi e delle frane, come da anni propone il vulcanologo Giuseppe Luongo. Infine, sempre per la salvaguardia preventiva del territorio è necessario che i Comuni dell’isola d’Ischia si facciano garanti e intermediari tra proprietari terrieri e cooperative di giovani aspiranti agricoltori, per il recupero dei terreni incolti e abbandonati, al fine di preservare il territorio da incendi, smottamenti e condizioni antigieniche.
Costituzione di un ente per la ricostruzione
Si ripropone l’istituzione di un Ente di Diritto Pubblico – come lo fu l’Ente per la Valorizzazione dell’isola d’ Ischia dal 1952 al 1972 – per la gestione della Ricostruzione dal terremoto e dall’ alluvione di durata ventennale che debba redigere ed approvare il Piano di Assetto Territoriale – strumento urbanistico intercomunale che unisca “tutela passiva” (piano paesistico) e “tutela attiva” (piano regolatore) – e metterlo in esecuzione come “soggetto attuatore”. L’ Ente di Diritto Pubblico (ERI- Ente Ricostruzione Ischia) con proprio Consiglio di Amministrazione non solo è realizzatore ma gestore con proprio personale dell’istituendo Parco Naturalistico e Scientifico del Monte Epomeo. l’ERI può realizzare e gestire un Centro Internazionale di Idroclimatologia e Vulcanologia nei locali dell’ Osservatorio Geofisico creato nel 1885 nel Comune di Casamicciola.
Auspichiamo quindi che Casamicciola e l’isola d’Ischia rappresentino un sistema modello che da lessico che indica una catastrofe diventi sinonimo di rinascita, non solo dell’isola, ma dell’intero Mezzogiorno.
Il manifesto sarà firmato domenica 22 gennaio 2023 dalle ore 10.30-12 al bar Calise Ischia dagli “amici de Il Continente che lo hanno elaborato nel corso degli incontri. Riunione aperta a tutti.