Riceviamo in redazione da Piero Vigorelli e pubblichiamo
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Il “santino” di Berlinguer non basta per lavare gli scandali
di Piero Vigorelli
Magari si poteva applaudire appassionatamente, solo a sinistra, con un sentimento di ammirazione e riconoscenza, al fatto che il “compagno G.”, al secolo Pino Greganti, sia rimasto in carcere alcuni mesi e, eroicamente, non aveva aperto bocca ai magistrati di “mani pulite” sulle tangenti intascate dal partito comunista.
Magari si poteva sorridere maliziosamente, a sinistra e a destra, sul fatto che nella cuccia del cane dell’ex senatrice del PD Monica Cirinnà fossero nascoste banconote per 24.000 euro. In fondo, la poverina, è una convinta animalista.
Magari si può invocare la presunzione d’innocenza, – un valore che a sinistra si utilizza solo quando è implicato un compagno -, quando emerge che la famigliola del deputato con gli stivali, Aboubakar Soumahoro dell’Alleanza Verdi-Sinistra, faceva loschi affari contro i migranti, con cooperative che erano preposte al loro sostentamento e inclusione, ricevendo soldi pubblici.
E che il deputato non ne sapesse un bel nulla dei traffici della moglie, della suocera e del cognato, appare una tesi piuttosto spericolata.
La stessa presunzione d’innocenza è invocata per il Qatargate che sta terremotando il Parlamento Europeo, e che vede in carcere Antonio Panzieri (ex eurodeputato del Pd e poi passato con Bersani-Speranza), la bella Eva Kaili (socialista greca, che era vicepresidente del PE), Nicolò Figà Talamanca (Radicali italiani), l’assistente parlamentare Francesco Giorgi (marito di Eva Kaili). Ai domiciliari, in Italia, ci sono la moglie e la figlia di Panzieri.
Stessa sorte potrebbero avere l’eurodeputato del PD Andrea Cozzolino e l’eurodeputato socialista belga Marc Tarabella, nei confronti dei quali la magistratura belga ha chiesto la revoca dell’immunità. Atto che il Parlamento Europeo delibererà entro metà febbraio.
Dettaglio spassoso… A Napoli, il Cozzolino è considerato un prezzemolino. L’ex Sindaco Antonio Bassolino, diceva di lui: “Non ditegli che in quel palazzo c’è un’assemblea di condominio, perché ci va e si candida”.
Il filo rosso
Si è quindi in attesa di altri sviluppi e di nuove incriminazioni, – anche perché è impensabile che soltanto tre europarlamentari abbiano potuto condizionare numerose scelte politiche del Parlamento Europeo, che conta 705 membri, a favore di Qatar, Marocco e Mauritania.
Tutto ciò premesso, il sinistro “filo rosso” che lega il Qatargate e i Soumahoro, m’interessa fino ad un certo punto per i suoi aspetti penali, che si vedranno alla fine delle indagini e dei processi.
Molto più interessante, invece, è l’aspetto politico della vicenda, che segna la fine della “superiorità morale” sbandierata a sinistra.
Il “santino” di Berlinguer
In replica a una mia riflessione pubblicata il 16 dicembre 2022, Sandro Russo di “Ponza Racconta” (leggi qui) liquida sbrigativamente i misfatti del Qatargate e dei Soumahoro a operazioni illecite di “maramaldi” [leggere anche l’articolo di Francesco De Luca e i commenti relativi in “Considerazioni su destra e sinistra” – ndr].
Troppo semplice. Troppo facile. Un po’ come rispolverare “i pidocchi nella criniera di un cavallo da corsa”, – frase con la quale Palmiro Togliatti cacciò dal Pci i deputati Magnani e Cucchi, perché colpevoli di revisionismo socialdemocratico… Correva l’anno 1951.
Ricordo che anche “mani pulite” iniziò con l’arresto di un “mariuolo” e si concretizzò con la distruzione di gran parte della classe politica della prima Repubblica, – con l’esclusione del Pci, grazie soprattutto alla scelta politica della magistratura milanese di non fare luce sulle Botteghe Oscure e grazie alla bocca cucita del “compagno G.”.
I due scandali maturati in Belgio e in Italia, si configurano come un tradimento della sinistra che, in nome dei diritti umani proclamati dalle ONG di Panzieri e Figà Talamanca, quei diritti hanno calpestato, passando sopra le 6.500 morti per la costruzione degli impianti per i mondiali di calcio e la persecuzione del popolo saharawi da parte del Marocco.
Come si è reagito, a sinistra?
Con il fragoroso silenzio di Bonelli e Fratoianni mentori di Soumahoro, con l’azzoppato Enrico Letta che parla di “porcheria”, o riducendo lo scandalo a “singoli” che suscitano tristezza (secondo il parere di Michele Serra, “La sinistra e la questione morale”, leggi qui – ndr).
E per salvare la faccia di fronte ai due scandali, la sinistra rimette in auge e si ripara dietro la famosa intervista di Enrico Berlinguer a Repubblica del 28 luglio 1981, – la bacchetta magica scacciapensieri.
Tuttavia, quell’intervista va inquadrata nel suo contesto politico.
Cos’era successo, infatti?
Tre fallimenti della linea politica
Era naufragato l’eurocomunismo, – idea germogliata nel 1977 come “terza via” tra il comunismo sovietico e la socialdemocrazia dell’Europa del nord. Era stato proposto da Berlinguer, insieme con i segretari comunisti di Francia (Marchais) e Spagna (Carrillo)… Il Pc sovietico richiamò i compagni all’ordine.
Era finito, nel 1979, il governo di “solidarietà nazionale”, il monocolore Andreotti che aveva l’astensione – concordata – del Pci. Era il primo passo del “compromesso storico” auspicato da Berlinguer.
Quel governo era finito, anche e non solo, per il rifiuto del Pci all’ingresso dell’Italia nello SME, il Sistema Monetario Europeo. Berlinguer e Napolitano erano ferocemente contrari e questo li mise in rotta di collisione con Altiero Spinelli, che il Pci aveva fatto eleggere in Parlamento per darsi un’incipriata europeista.
Infine, era clamorosamente fallita la strategia del ritorno alla lotta di classe, dura e pura, culminata con l’aperto sostegno di Berlinguer ai 35 giorni di sciopero alla Fiat (settembre 1980). Strategia che è stata asfaltata dalla “marcia dei 40.000” lavoratori e impiegati della Fiat del 14 ottobre 1980 nelle strade di Torino.
Ritrovatosi così senza parole d’ordine spendibili, senza una via d’uscita dall’impasse, cosa s’inventa, allora, Berlinguer nell’intervista a Eugenio Scalfari del 28 luglio 1981?
Berlinguer argomenta che i partiti sono ormai diventati “macchine di potere e di clientela”. Tutti i partiti, – tranne il suo Pci, che sarebbe “superiore” allo schifo diffuso.
In questo modo, Berlinguer ha traslocato la diversità della sinistra dalla politica alla morale. La “questione morale”, per Berlinguer, doveva sovrastare la “questione politica”.
La profezia di Pietro Nenni
Per circa 40 anni il Pci-Pds-Ds-Pd si è cullato dondolando sulla sua presunta “superiorità morale”, passando indenne da “mani pulite” per grazia ricevuta e da una serie di scandali a livello locale.
Due fatti vanno tuttavia evidenziati, per comprendere la doppiezza della nuova parola d’ordine berlingueriana.
Il primo. Nel 1981, anno dell’intervista a Repubblica, e poi ancora per oltre un decennio, il Pci incassava ingenti finanziamenti dal Partito Comunista dell’Unione Sovietica.
Il Pci non era quindi titolato a dare lezioni di “superiorità morale”, perché finanziato dai sovietici, – e ciò in piena guerra fredda. Berlinguer magari si sentiva più sicuro sotto l’ombrello della NATO (intervista a Giampaolo Pansa del 15 giugno 1976), ma sempre bussando denari ai compagni sovietici.
Rileggere il libro di Valerio Riva, “Oro da Mosca” (Mondadori, 1999), che documenta il fiume di denaro, attorno ai mille miliardi delle vecchie lire, che il Pcus ha generosamente donato al Pci, dal 1950 al 1991, quindi anche dopo la caduta del muro di Berlino.
Il secondo fatto. La “questione morale” berlingueriana è stata, si voglia o no, l’incubatrice del populismo italiano, che poi battezzerà come “eroi” salvifici i magistrati di “mani pulite” e che darà impulso alla successiva furiosa campagna anti-casta dei grillini.
“Gareggiando a fare i puri, troverai sempre uno più puro ti epura”, profetizzava Pietro Nenni, il leader storico del Partito Socialista Italiano.
Ecco perché, con il Qatargate e i Soumahoro, la sinistra paga un prezzo più alto, avendo voluto presentarsi come moralmente diversa.
E’ la caduta degli Dei.
Non è la fine del mondo, ma è la fine di un mondo.
N.B. – Nell’immagine di copertina, scelta dalla Redazione, particolare de “Il bacio di Giuda” di Giotto (simbolo di tradimento nell’iconografia classica). L’affresco, databile 1303-1305, fa parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova
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Commento di Silverio Lamonica del 10 gennaio (Cfr. in frontespizio)
Ritaglio-immagine dal Il Messaggero di oggi, pag. 6 (cliccare per ingrandire)
Appendice del 10 gennaio (Cfr. commento di Sandro Russo)
Asterix e Obelix di René Goscinny (testi) e Albert Uderzo (disegni), serie a fumetti pubblicata a partire dal 1959 sulla rivista francese Pilote
L’amaca di M. Serra. Da la Repubblica del 10.01.2023
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11.10.2023 – Commento di Sandro Russo in risposta a Vigorelli (Cfr. in frontespizio e nel seguito dell’articolo)
L’articolo di Concita De Gregorio citato nel commento (da la Repubblica del 10.01.2023)
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Proposto dalla Redazione (cfr. Commento del 12 gennaio 2023)
Due articoli da la Repubblica dell’11 genn. 2023, in formato .pdf:
L’eterna questione morale. La Repubblica 11.01.2023
Silverio Lamonica
10 Gennaio 2023 at 17:04
Ho letto l’articolo di Vigorelli.
Anche Soumahoro si dichiara tradito dalla sinistra (Messaggero di oggi pag 6)
Ritaglio-immagine allegato all’articolo di base a cura della redazione
Sandro Russo
10 Gennaio 2023 at 18:09
Anch’io ho letto Vigorelli con attenzione. Tempo sprecato che avrei più proficuamente potuto dedicare ai fumetti di Asterix, a cui nella mia mente un po’ assimilo i suoi articoli.
Non dice niente di nuovo: è “visceralmente” anticomunista alla maniera di Berlusconi – che poi diventa “compagno di merenda” di Putin, ma questa è un’altra storia – e non ci sono argomentazioni per contrastarlo. Vedremo dove ci porteranno i suoi nuovi/vecchi alleati fascisti.
Al riguardo sono pessimista (in senso gramsciano): l’ultima volta che sono stati al potere l’hanno tenuto per vent’anni e più, con centinaia di migliaia di morti e una guerra di mezzo.
Piuttosto, dal momento che siamo in tema e in redazione sono considerato più o meno il ventriloquo di Michele Serra – pensa le cose che penso io, ma le scrive di gran lunga meglio -, riporto come ha fatto Silverio Lamonica un ritaglio immagine (allegato all’articolo di base) da la Repubblica di oggi, 10 gennaio dal titolo: “I fascisti son fascisti”.
Piero Vigorelli
11 Gennaio 2023 at 06:34
Caro Sandro, finalmente ho compreso perché sei un assiduo lettore di Asterix. Magari hai pure visto i film.
Asterix ti ha insegnato come si manipola la storia.
Il simpatico fumetto francese racconta dei Galli che sconfiggono le Legioni romane, con il Re degli Arveni, Vercingetorige, che vince la battaglia di Alesia contro Caio Giulio Cesare nel 52 a.C. (ma in verità si arrese, fu portato a Roma e condannato a morte).
E vabbè, per te anche gli antichi Romani erano dei luridi fascisti.
Ti confesso che anche a mia figlia e alle mie nipotine, alunne in una scuola francese, ho dovuto fare lezioni integrative per spiegare che i “sovranisti” francesi, da Napoleone in poi, abbeverati da revanscismo, distorcono la verità storica del “De Bello Gallico”.
Confesso anche che mi è più arduo convincerti che, quando si ha torto, la colpa non è del fascismo come ti ostini a credere.
Certo, capisco che la sconfitta brucia e che la campagna elettorale fondata sul pericolo fascista sia stata fallimentare. La politica, non è un fumetto.
Ti ho opposto riflessioni pacate sul contesto politico della famosa intervista di Berlinguer del 1981 e sulla “superiorità morale” vantata dal Pci e sigle seguenti, naufragata con i recenti scandali Qatargate e famigliola Soumahoro.
Hai replicato che non ci sono argomenti per contrastarmi, che sono visceralmente anticomunista e hai aggiunto: “Vedremo dove ci porteranno i suoi nuovi/vecchi alleati fascisti”.
Ora, per tua scienza e coscienza, ti informo che i miei due nonni (un medico e un tipografo) erano fra i rari italiani che hanno rifiutato di prendere la tessera del Partito Fascista e quindi non hanno potuto lavorare nel ventennio, che i miei genitori erano partigiani. che sono nato in Svizzera perché erano inseguiti dai fascisti e che sono antifascista dalla nascita.
Hai lo stesso albero genealogico?
Ne dubito.
“Saluti comunisti”. Così concludeva Breznev (e successori) nelle lettere di accompagnamento dei soldi spediti al PCI di Berlinguer (e successori fino al 1991).
Piero Vigorelli
Sandro Russo
11 Gennaio 2023 at 07:32
Non direi che i fumetti si leggono secondo i criteri del politicamente corretto. Citavo Asterix perché la battaglia di Vigorelli (e prima ancora di Berlusconi) contro il pericolo comunista in Italia non è reale ma, appunto, “un fumetto”.
Poi tipicamente il mio blasonato interlocutore distorce quanto basta e da navigato giornalista isola gli argomenti a suo favore, passando sotto silenzio tutto il resto. Che il pericolo di un ritorno del fascismo sia un’invenzione della sinistra per giustificare la sconfitta elettorale, è una di queste ‘perle’.
Quanto al pedigree che vanta poi – non a caso il termine si usa per i cani e per i gatti -, vorrei ricordare (dalle mie conoscenza medico-scientifiche) che i caratteri acquisiti non si ereditano. Il ‘compagno’ Lisenko (‘compagno’ per dire che la stupidità è trasversale) si ostinò a tagliare la coda a migliaia di lucertole nella (vana) attesa che nascessero lucertole senza coda. È passato alla storia per l’abbaglio scientifico.
Così, nel bene e nel male, le posizioni dei nonni e dei padri non si ereditano. Non pare sia stato il caso di Vigorelli, per quel poco che ci ho interagito di persona e per le sue simpatie (e affiliazioni) politiche.
In proposito ho letto una bella storia (brevissima) dalla rubrica di Concita De Gregorio su la Repubblica di ieri, proprio sulle scelte dei nipoti opposte a quelle dei nonni (allegata all’articolo di base).
P.S. – Ovviamente le posizioni di Vigorelli e quelle mie (e della redazione del sito) sono opposte e inconciliabili. Si battibecca per esercizio di fantasia e nella speranza che finché si parla non si impicca l’avversario e (nel piccolo) non gli si dà l’olio di ricino
La Redazione
12 Gennaio 2023 at 07:16
Come contributo conoscitivo (super partes) alla “questione morale” e alla supercitata intervista di Scalfari a Berlinguer del 1981, si propongono gli interventi di Andrea Romano e Marco Belpoliti dal ‘paginone’ della cultura, in la Repubblica di ieri, 11 gennaio 2023.
I titoli, rispettivamente: “Il mito della diversità, secondo Berlinguer” e “Calvino, gli italiani e il senso dello Stato”.
In formato .pdf allegato all’articolo di base