segnalato dalla Redazione
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A metà dicembre abbiamo pubblicato un articolo di Piero Vigorelli sulla crisi della sinistra in relazione agli scandali delle mazzette a Bruxelles e alla vicenda Soumahoro (leggi qui). Ai commenti a quell’articolo – di Sandro Russo, con la famosa intervista di Scalfari a Berlinguer del 1981, sulla questione morale e di Vincenzo Ambrosino, con un video di Crozza – aggiungiamo ora la risposta di Serra ad un lettore dalla sua settimanale rubrica della posta, sull’ultimo Venerdì di Repubblica.
Per Posta di Michele Serra – Da “il Venerdì” del 30 dicembre 2022
Che cos’è la sinistra. E che cosa la destra
Caro Serra,
ho sentito lo stimato editorialista del Fatto Quotidiano Antonio Padellaro sostenere che la cosiddetta superiorità morale della sinistra sia una stupidaggine. Ma io – e penso la parte maggiore di chi vota a sinistra – mi sento sicuramente diverso dalla destra parafascista; dalla quale ci dividono valori quali il principio di solidarietà tra gli umani, la consapevolezza che l’individuo non è una monade e che la sua felicità o infelicità dipende dalla felicità o infelicità altrui, la certezza quindi che il benessere anche economico di ciascuno non può essere disgiunto da quello degli altri. La contraddizione sta nei comportamenti e programmi non autenticamente di sinistra degli eletti, scelti spesso con criteri oscuri o per mero tornaconto elettorale, come dimostrano gli attuali disperanti casi Qatargate e Soumahoro. Che altro serve per allontanare definitivamente gli elettori di sinistra dai partiti che dovrebbero rappresentarli?
Andrea La Francesca (Novara)
Caro La Francesca,
la discussione su quali dovrebbero essere i “comportamenti autenticamente di sinistra” è complicata assai. I due concetti – destra e sinistra – si sono, nel tempo, molto opacizzati e confusi. Per esempio il principio di legalità e il rispetto dello Stato (law and order) erano tradizionalmente valori di destra; ultimamente, diciamo dagli armi Novanta in poi, lo sono assai meno. Veda il notevole successo dei No Vax negli ambienti della destra non solo italiana. Ma prendiamo per buona la sua idea: in mezzo a tanta confusione, almeno il principio della solidarietà sociale dovrebbe orientare la sinistra più di quanto valga per la destra, che è più sensibile ai valori individuali, un po’ meno a quelli collettivi (mi scuso per le generalizzazioni, so benissimo che sono tali, ma servono per capirci). Ne dovrebbe conseguire che gli eletti, a sinistra, cercano di essere coerenti con quel mandato, e direi proprio che arricchirsi indebitamente, o rubare, è una brutta cosa in generale, ma lo è doppiamente per chi dice di richiamarsi alla solidarietà sociale.
Si diceva un tempo: l’elettore di destra va a votare pensando ai propri interessi (atteggiamento che non ha niente di illegittimo, ma mette a fuoco una visione del mondo), l’elettore di sinistra va a votare pensando all’interesse comune. Come si può capire, se poi ruba un rappresentante della sinistra, l’impressione è rattristante. Fanno eccezione i giornali di destra, entusiasti del Qatargate e di Soumahoro perché confermano la loro convinzione che dietro qualunque buona causa si nascondano solo furbizia e avidità.
Dietro lo sghignazzo, trapela dunque una triste visione del mondo, ma è un problema tutto loro.
Chi invece crede che le buone cause e i comportamenti corretti esistano, e non abbiano prezzo, non è contento di scoprire che qualcuno se ne è servito per imbrogliare. Non si tratta, dunque, di “superiorità morale”. Si tratta di decidere se valga ancora la pena credere nella rettitudine e nella sobrietà, che non sono poi merce così rara: se ne trovano tracce a sinistra, a destra e anche nel vasto altrove non compreso in quei due termini. Oppure se ci si debba rassegnare, e stropicciarsi le mani per la contentezza quando arrestano un corrotto.
[Di Michele Serra, da Il Venerdì del 30 dic. 2022]
Immagine di copertina. Vignetta da https://www.italiaoggi.it/
La pagina del Venerdì in formato .pdf: Michele Serra. La Questione Morale. Il Venerdì del 30.12.2022