Il paese è ricco e il Comune è povero: questo paradosso può adattarsi a Ponza e alla situazione finanziaria della sua Amministrazione.
L’affermazione non è peregrina. Nonostante io sia inesperto di economia appare evidente che l’affermazione il paese è ricco, sebbene altisonante, non sia infondata. Di una ricchezza non elevata ma medio-borghese sì.
Quasi tutti praticano imprese: chi nell’affitto di case, chi nell’affitto di barche da diporto, e poi, nella ristorazione, e in tante offerte per rendere piacevoli le vacanze.
C’è poi la pesca, in subordine, che difende le sue glorie: pesca al pesce azzurro, al pesce spada, al pesce di qualità (aragoste, pesci di scoglio), al nasello.
Le attività, tutte legate al turismo, fruttano. Pur essendo un turismo non programmato, la produzione è in continuo aumento. Consegue un sicuro guadagno.
Cosa lo manifesta? Anzitutto 1) la seconda casa in continente; 2) la difficoltà a trovare manodopera per i lavori ‘faticosi’: in inverno e in estate; 3) il discreto sostentamento nel periodo invernale senza far niente.
Le attività turistiche occupano la quasi totalità dei giovani che, nel periodo invernale o vanno a lavorare fuori l’isola perché stimolati interiormente o rimangono sull’isola a consumare il guadagno estivo.
Un’altra considerazione: l’isola in inverno si spopola e quelle persone non si cimentano in attività produttive in altri luoghi. Il che fa dedurre che i proventi estivi sorreggano anche le spese invernali.
Il paese è ricco. Di una ricchezza media, questo è da sottolineare, ma certamente trattasi di benestare.
Il Comune è povero. Il Comune (sotto tutte le bandiere di parte, da decenni) lamenta sempre mancanza di fondi. E lascia che i servizi languiscano e deperiscano anno dopo anno. Le strade, le scuole, la struttura sanitaria, i servizi sociali e i servizi comunali (acqua, luce, fogne, spazzatura) sono tutti maldestramente al lumicino. Il territorio urbano non è curato nella pulizia, nell’abbellimento, nel decoro; e quello extraurbano ancora peggio.
Manca – ma è sempre mancata – il coordinamento delle Forze militari presenti sull’isola. Sembra un’affermazione fuori luogo e invece si nota come sia assente il trait d’union, il filo che le unisca tutte, e cioè l’Ente Locale.
Manca altresì la manutenzione del territorio. Discariche spuntano come funghi dalla notte al giorno nei luoghi più disparati, e le zone periferiche sono dominio dei capricci di chi vi gravita. L’immondizia viene lasciata marcire, le luce elettrica non è attenzionata, le strade non sono riparate.
Gli Uffici comunali sono deserti e la presenza dell’Amministratore sul territorio è un miraggio.
Non è pregiudizievole questa denuncia e, seppur con rammarico, non si può tacere.
Colpa del magro bilancio comunale? Sarà pure così, ma perché non tassare in modo adeguato le tantissime attività commerciali estive ?
Quando si parla di tasse si tocca un tasto che nessun politico vuole toccare. La tassazione è nemico delle elezioni. Si punta sul consenso a danno dell’efficienza.
Eppoi, tassare chi? Non certo i poteri economici (pontili, bar, hotel, affittacamere ecc.), perché questi sono portatori di voti. E così si perdura, di anno in anno, a lasciare intoccato il problema fiscale.
Per cui… quali appaiono essere i punti cruciali importanti, seri, da affrontare a livello amministrativo? Sono le autorizzazioni per le attività a mare, sono gli appalti per le opere pubbliche.
E dunque gli approdi, gli sbarchi, gli affitti degli arenili. Il Piano Portuale. Il quale non deve scontentare i pontili, non deve danneggiare gli esercizi commerciali esistenti, non deve far prevalere interessi emergenti di esterni. Insomma tutto deve rimanere così come è affinché la ricchezza si spartisca come avviene oggi, a vantaggio di chi già possiede e a danno dei giovani, che sono l’elemento nuovo della popolazione, ma che trova preclusa ogni possibilità di inserimento creativo.
Passano così le Amministrazioni e il Piano Regolatore ha perso la sua funzione per le aggiunte abusive. Dei Piani Particolareggiati non se ne parla anche se essi potrebbero rappresentare un’occasione di ‘novità strutturale’ dell’isola. Non c’è sentore di rivedere la rete stradale ormai inadeguata, e quella fognaria andrebbe migliorata, specie nelle zone periferiche.
Insomma, per ritornare al paradosso, il Comune è povero (lo è da vent’anni) perché distratto da beghe lontane dal migliorare le condizioni di vita interne del paese.
La disamina si è fatta dolente e cocente. I guasti messi in evidenza sono tanti ed appare fantasioso poterli affrontare tutti. E allora? Allora, per non cadere nella critica che per parlare di tutto io abbia parlato a vanvera mi soffermo su una proposta: organizzare un Ufficio Turistico (in seno all’Assessorato) per ‘mappare’ le attività turistiche, distinguerle, prenderne le credenziali, e lavorarci su, al fine di trarne qualche utile.
Poca cosa in relazione a quanto accennato sopra ma almeno sarebbe un avvio per una ‘politica’ come ‘visione’ di come dovrà vivere la comunità in quest’isola.
Immagine di copertina. ‘Mandolinari’ in un paese allo sfacelo; da https://www.welfarenetwork.it/