riceviamo in redazione da Piero Vigorelli e pubblichiamo
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Le vicende Qatargate e Soumahoro certificano il fallimento della superiorità morale della Sinistra
di Piero Vigorelli
Prima si scopre l’allegra famigliola dell’onorevole con gli stivali, Aboubakar Soumahoro, eletto nelle liste del PD su indicazione dell’alleanza Sinistra Italiana – Verdi.
Poi arriva l’ex eurodeputato della sinistra Antonio Panzieri (DS-PD-Articolo 1), con la moglie e la figlia complici.
Infine – per ora – la vicepresidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili, militante della sinistra greca (Pasok), con i suoi genitori e il suo compagno, l’italiano Francesco Giorgi, che era stato assistente di Panzieri.
Nelle abitazioni e nelle valigie degli “europeisti”, finora la magistratura belga ha sequestrato un milione e mezzo di euro. Tanti soldi in contanti, ben ordinati e sistemati a mazzette.
Per la Soumahoro family, la Procura di Latina ha già sequestrato oltre 650mila euro alla suocera e cognati dell’onorevole.
Fin qui, in estrema sintesi, quanto è finora emerso dall’inchiesta sulla corruzione “europea”, che sicuramente si allargherà ad altri personaggi politici e anche ad altri Stati non europei (come il Marocco) che hanno interferito nelle scelte del Parlamento Europeo con attività lobbistiche.
Tuttavia, vorrei porre l’accento su un aspetto che ritengo ancora più scandaloso e vergognoso della corruzione.
Oltre la corruzione
In queste due vicende, infatti, abbiano a che fare con esponenti politici di sinistra (Panzieri, Kaili, Soumahoro) che in comune hanno l’aver sbandierato per anni la difesa dei diritti umani e dei lavoratori.
In nome e per conto di questi nobilissimi valori, al contrario, hanno preso le parti e ricevuto soldi dal Qatar che, per realizzare gli impianti dei mondiali di calcio, ha stremato decine di migliaia di lavoratori quasi tutti immigrati, molti dei quali sono morti nei cantieri.
Erano lavori forzati, anche sotto l’egida di una legge del Qatar – la Kafala – che assegna ai datori di lavoro qatarioti il ruolo di “tutori legali” dei loro dipendenti immigrati, compreso il sequestro/custodia del loro passaporto. Un’arma di ricatto.
Si parla addirittura di oltre 6.500 morti negli undici anni di costruzione degli impianti sportivi. Una vera e propria strage.
Analogamente, più in piccolo ma non meno infame, le cooperative dei Soumahoro avrebbero sfruttato alcune decine di lavoratori immigrati, costringendoli a lavorare senza stipendio e senza cibo.
Il compagno Panzieri e gli altri
Antonio Panzieri, sindacalista della Cgil, per otto anni è stato segretario della mitica Camera del Lavoro di Milano, prima di essere eletto per quindici anni nel Parlamento Europeo con i DS (oggi PD) e poi essere approdato a Articolo 1 (Bersani – Speranza). Una vita a sinistra e dalla parte dei lavoratori, – la sua -, si direbbe.
Finita l’esperienza europea, invece di godersi la pensione, Panzieri è rimasto a Bruxelles a fare il lobbista con la sua nuova creatura, l’ONG “Fight Impunity” (Combatti l’Impunità), la cui ragione sociale – udite, udite – è la difesa dei diritti umani.
L’on. Soumahoro ha fondato la “Lega dei Braccianti”, una specie di costola dei Cobas, diventando per l’estrema Sinistra (Fratoianni) e i Verdi (Bonelli) il paladino degli oppressi e degli invisibili. Sua moglie e la suocera dirigevano cooperative che avevano finanziamenti milionari dal Governo, dalla Regione e da alcuni Comuni, per includere i migranti arrivati in Italia.
A latere, c’è la posizione ancora non del tutto chiara del presidente della Confederazione Sindacale Internazionale, Luca Visentini, per anni dirigente dell’Uil. Così come la posizione di Niccolò Figà Talamanca e della sua ONG dedita alla promozione dei diritti umani, la “Non c’è pace senza giustizia” legata al Partito Radicale.
Tutto lascia pensare che presto si aggiungeranno altri personaggi, perché ormai la magistratura belga ha aperto il vaso di Pandora. Non è un caso che, alla data odierna, ha già fatto perquisire uffici e abitazioni di una trentina di persone, fra eurodeputati della sinistra, i loro assistenti e familiari vari.
Dalla “sinistra al caviale” alla “sinistra al Qatar”
Molti ricorderanno gli strali ironici sulla “sinistra al caviale”, sulla “lobby di Capalbio”, sul “partito della ZTL”, tutti rivolti a indicare il lento e inesorabile scivolare dei dirigenti del PD verso i pranzi di gala, piuttosto che le mense operaie o le case del popolo d’antan.
Quelle espressioni erano critiche verso una classe dirigente di sinistra che rinnegava l’ideologia che professava, a vantaggio di un tenore di vita elevato e addirittura scimmiottando l’odiata “borghesia”.
La sinistra si difendeva da queste accuse osteggiando un “immacolato mondo progressista” e la sua “superiorità morale”.
E se qualcuno di sinistra era colto con la mano nella marmellata, la classe politica di sinistra, figlia del comunismo, si rifugiava nella scoloritura degli orrori. “Che dire, sono solo compagni che sbagliano”.
La compagna Eva Kaili
Costei è stata espulsa dal gruppo della sinistra europea dopo il suo arresto e il rinvenimento delle mazzette nella sua abitazione.
Ebbene, è lecito domandarsi perché la bella Eva Kaili non sia stata espulsa dal gruppo quando, il 21 novembre scorso, una ventina di giorni prima del suo arresto, era intervenuta al Parlamento Europeo.
Eva Kaili, si era lanciata in una requisitoria con i fiocchi. Ha detto che il Qatar era un “paladino dei diritti del lavoro”, uno Stato “le cui riforme ispirano il mondo arabo”, che era una sorta di paradiso terrestre per i lavoratori, e che l’Europa non aveva il diritto dare lezioni al Qatar.
Non averla espulsa prima che le fossero trovare le mazzette, quando aveva pronunciato quel discorso ignobile, è il sigillo del qualunquismo immorale della “sinistra al caviale”.
Una storia tradita
Più vomitevole della corruzione, è quindi il tradimento della storia della sinistra e delle storie personali dei singoli coinvolti nel Qatargate e negli affari della famiglia Soumahoro.
Ciò vale per costoro, ma a maggior ragione per i dirigenti dei loro partiti che sono rimasti in silenzio, limitandosi ad accogliere come liberatorie le auto-sospensioni e addirittura facendo finta di conoscerli di striscio, a testimonianza della continuità dell’ipocrita “doppiezza” teorizzata da Palmiro Togliatti.
Si proclamavano i difensori degli oppressi, sono diventati i loro carnefici. Dal banco dell’accusa, a quello degli imputati. Con i quattrini sotto il tetto, altro che il tetto al contante.
La lezione più profonda di queste ripugnanti vicende è quindi che la cosiddetta superiorità morale della sinistra adesso è definitivamente sepolta. Per auto-affondamento.
Era l’ora.
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Nota del 16 dic. h 15,30 (cfr. Commento di Sandro Russo)
L’articolo del 1981 in formato .pdf: La questione morale di Enrico Berlinguer
Sandro Russo
16 Dicembre 2022 at 15:27
Caro Vigorelli,
di “maramaldi” passati alla storia (e sui francobolli) per un atto non propriamente onorevole ce n’è già stato uno. Perché insistere?
Quel che è successo non fa piacere e qualcosa insegnerà (a tutti), ma non farà certo deflettere dagli ideali di onestà, giustizia sociale e di appartenenza il popolo sano della sinistra che ha ancora in mente Berlinguer e la famosa intervista che gli fece Scalfari sulla “questione morale” nel 1981. Il problema c’era già allora.
L’intervista la riporto in allegato .pdf nell’articolo di base
vincenzo
17 Dicembre 2022 at 13:03
Qualcosa di sinistra che fa sorridere il resto è Renzi, Letta e tutto il PD
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