Personaggi ed Eventi

In memoria di Hebe de Bonafini

proposto dalla Redazione

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Una scomparsa che non potevamo passare sotto silenzio, sul sito, per l’importanza che abbiamo sempre dato all’umanità e ai cosiddetti “diritti umani”; per l’amicizia che ci lega all’Argentina e al Cile (inclusi i rapporti con i ponzesi emigrati colà fin dall’inizio del secolo scorso).
Sulla scomparsa della più rappresentativa del movimento delle Madres de Plaza de Mayo riportiamo un articolo di base da Rainews e la rievocazione speciale di Concita De Gregorio da la Repubblica, con un’analogia tra i campionati di calcio in Argentina, nel 1978 e quelli attuali, in svolgimento in Qatar.

Hebe de Bonafini (Ap photo)

Diritti umani e dittatura
L’Argentina piange Hebe de Bonafini, una delle Madri di Plaza de Mayo
Da RaiNews.it del 21/11/2022

Muore a 93 anni una delle fondatrici del movimento nel 1977, che aveva ottenuto il Premio Unesco per l’Educazione alla Pace nel 1999. Il presidente argentino dichiara tre giorni di lutto

È morta all’età di 93 anni Hebe de Bonafini, una delle personalità più importanti dell’Argentina e del mondo intero per la sua strenua difesa dei diritti umani.
Hebe è stata una delle fondatrici nel 1977 del movimento delle Madri di Plaza de Mayo (in spagnolo Madres de Plaza de Mayo), l’associazione delle madri dei desaparecidos, ossia i 30mila cittadini argentini fatti sparire durante la dittatura militare di Videla tra il 1976 e il 1983.
Il nome dell’organizzazione viene dalla centrale Plaza de Mayo a Buenos Aires dove si affaccia il palazzo presidenziale argentino e dove le donne già dal 1977 iniziarono a manifestare sfidando il regime, per chiedere dove fossero finiti i loro figli, scomparsi dal giorno alla notte: chiunque si opponesse alla spietata dittatura veniva fatto sparire, torturato e rinchiuso in uno delle centinaia di centri clandestini di sterminio, per poi essere ucciso o gettato, ancora vivo, in mare con uno dei cosiddetti “voli della morte” (in cui le persone narcotizzate venivano caricate su aerei e gettate in mare, come si è saputo poi negli anni a seguire).

Le Madres oggi in Argentina sono molto rispettate perché furono le prime ad iniziare a squarciare il velo di segreti e omertà che circondava le sparizioni delle e dei giovani attivisti contro la dittatura.
E infatti, la settimana prima del ricovero avvenuto a metà ottobre, Hebe de Bonafini, come ogni giovedì degli ultimi 45 anni, aveva marciato insieme alle altre Madres in Plaza de Mayo.
I suoi due figli desaparecidos non sono mai stati trovati
Il presidente argentino Alberto Fernández ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale in onore di una “combattente instancabile”.

Invece Concita
Qatar un’assonanza
di Concita De Gregorio – Da la Repubblica del 22 novembre 2022

Quel dittatore omaggiato dal mondo 44 anni fa

I giornalisti di tutto il mondo erano a Buenos Aires, il 22 giugno 1978, un giovedì. La domenica si sarebbe disputata la finale dei Mondiali: Argentina – Olanda. Come tutti i giovedì, anche quel giorno Hebe de Bonafini — è morta domenica scorsa, aveva 93 anni — era in Plaza de Mayo col fazzoletto in testa: un triangolo, come i pannolini di tela che aveva messo ai figli neonati, molti anni prima che la giunta militare li rapisse, li torturasse e li buttasse vivi in mare dagli aerei in volo. Il generale Jorge Videla, dittatore, aveva ingaggiato una società americana di Pr per avere dai Mondiali il massimo profitto di reputazione: il mondo intero a omaggiarlo, mentre nelle segrete dell’Esma i torturatori aprivano la pancia alle ragazze incinte e regalavano i loro figli alle mogli dei militari.

Nessuno lo notò, tra gli inviati. Videla mandava ogni settimana las barras bravas, squadracce di hooligans, a disperdere le madri sotto la Casa Rosada: ma chi vuoi intimidire, se non sai tuo figlio dov’è. In tribuna d’onore, per la Finale, accanto a Videla sedeva Licio Gelli, capo della loggia massonica P2. Le liste complete degli affiliati non sono ancora note, in quella parziale trovata anni dopo c’era solo qualche nome: Silvio Berlusconi, per esempio. Leader di un partito al governo oggi.

Il Qatar, emirato grande come la Corsica, ha ottenuto i Mondiali senza nessuna tradizione di calcio: per averli ha speso 220 miliardi (ufficiali, il nero fuori sacco) migliaia di operai morti nei cantieri. Non sono rispettati i diritti umani né quelli civili, vige la Sharia. No, non somiglia all’Argentina del ’78: così, solo un’assonanza.
Bella la cerimonia inaugurale, comunque. Bravi tutti, vivaci le cronache.

 

 

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