Segnalato dalla Redazione
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Capita di tanto in tanto di sentirci in dovere come Redazione di ricordare la guerra in atto che da 229 giorni continua a mietere morte e distruzione. Lo facciamo per essere presenti su un qualcosa che fa parte ormai delle preoccupazioni della nostra quotidianità.
Questa guerra è ormai un’escalation, sentiamo spesso dire, utilizzando un termine entrato a far parte del nostro linguaggio dai tempi della guerra degli Stati Uniti nel Vietnam per definire la progressività delle azioni militari e dell’impiego delle armi.
Un’escalation che sta andando oltre gli obiettivi militari visto che con gli attacchi missilistici di ieri su 15 città dell’Ucraina si sono colpiti edifici pubblici, parchi gioco per bambini, abitazioni civili lasciando morte e paura. Azione, come reazione all’attacco da parte dell’Ucraina al ponte in Crimea. E c’è da attendersi, stante alle dichiarazioni di Biden una decisa risposta con sofisticati missili antiaerei che saranno messi a disposizione di Zelensky per ‘punire’ l’aggressività di Putin.
Un’escalation la cui fine stentiamo ad intravvedere considerato che, a livello istituzionale, di pace parla soltanto il Papa mentre tutti gli altri, intendendo per tali coloro che hanno in mano il potere, sembrano essere fuori controllo.
Fuori controllo come efficacemente riesce a dare un’idea della situazione attuale Michele Serra nella sua Amaca odierna
Da La Repubblica dell’11 ottobre 2022
L’amaca
Monotonia della guerra
di Michele Serra
Facendo saltare il ponte di Crimea, gli ucraini hanno fatto la loro parte nell’escalation bellica: non occorre essere esperti di cose militari, e non vale essere filorussi o filoucraini o filo-qualcos’altro per prenderne semplicemente atto. Essendo già ampiamente “fuori controllo” Putin, con il suo delirio pan-russo in ritardo di qualche secolo, ci si domanda con crescente angoscia se anche in Ucraina non ci siano soggetti fuori controllo.
Dunque la domanda è: ma se tutti sono fuori controllo, che speranze rimangono di un possibile controllo di una tale polveriera? Tra Biden che, invece di darsi da fare per calmare gli animi, straparla di Armageddon (tra parentesi, è il titolo di uno dei più infantili e ridicoli kolossal di Hollywood), il prete Cirillo che promette il paradiso ai soldati morti mentre scannano e invadono, gli assurdi generali con barba medievale che architettano stragi e deportazioni, la Cina che fischietta facendosi gli affari suoi, l’Onu che ogni giorno festeggia la sua inesistenza istituzionalizzata, la vecchia Europa che abbassa i termosifoni e prepara la borsa dell’acqua calda come le vecchie zie, da che parte sbattere la testa, per sperare che la febbre cali almeno di qualche grado? Il Papa, si sa, non possiede divisioni in proprio, a parte le guardie svizzere comunque non in grado di intervenire.
Tutti soffiano sul fuoco. Chi ha ragione (gli ucraini) e chi ha torto (i russi) non conosce altra opzione che la forza militare. Da mesi filmiamo crateri, misuriamo gittate, contiamo ogive, così che della guerra, lasciando da parte ogni considerazione etica, possiamo dire, soprattutto, che è sempre uguale a se stessa, mortalmente noiosa.
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