Ambiente e Natura

’U Semmentare (2)

di Francesco De Luca

Talvolta sortisce dal cappello magico di Giovanni Pacifico la foto di un ponzese che ha lasciato i concittadini ma il cui ricordo è ancora presente. Di chi parlo? Parlo d’ u Semmentare di cui non c’è persona del Porto, da sessant’anni in su, che non lo rammenti.

Silverio Feola, ‘u Semmentare
(foto gentilmente messa a disposizione da Giovanni Pacifico)

Silverio Feola si chiamava e, da pescatore avvertito, quando gli chiedevano come fosse andata la pesca rispondeva con tono dimesso: “poca rrobba… semmiente… semmiente”. Trincerandosi dietro un fraseggio umile. Per non suscitare gelosie e per tenere i rapporti in uno stato pacioso.
Era costume dei pescatori: sapevano come la fortuna nella pesca sia pari alla bravura. Mai vantarsi… mai gonfiarsi di meriti.
Eppoi non era da lui suscitare attriti. Proprio lui che amava la compagnia, il gioco, la gioventù, il fumo.

Un viveur di villaggio. Da tutti richiesto per compagno di serate in allegria. Quella che si nutriva di giochi a tresette a perdere (mine ’ncoppe), con Andreozzi ’u ’ianchiere, e le caramelle per ricompensa. Nottate intere per trascorrere gli inverni in balia del vento e dell’ozio, giacché la pesca è interdetta.
Lontano dalle pratiche religiose, faceva sodalizio con Giulio ’u pescatore, lui al mandolino e Giulio alla fisarmonica.,
I luoghi preferiti: i bar di Ciro ’u chiattone a Sant’Antonio o quello di Pippo, e lì si fumava a volontà, anzi in eccesso. E la tosse insisteva e ’a rasca (la saliva) infastidiva.
Silverio… se continui così tu muori” – lo ammoniva il dottore Sandolo. E lui: “Dotto’… tu nun fumme… eppure… pure tu hè muri’!”
La battuta sempre pronta e un fare scherzoso lo portavano a preferire compagnie giovanili.
La moglie cercava di tenerlo a bada ma… con scarso successo.

Chi era la moglie? Era Marianna Di Meglio, conosciuta come Nannina  ’i parabula, col suo indimenticabile negozio a’ ponta ’ianca. Merceria, indumenti, dolci. Ecco… erano questi che andavamo  a comprare noi ragazzi da Nannina ’i parabula.

Alla fine della guerra, con la crisi più nera, ’u Semmentare e il fratello Attilio emigrarono a New York. Attilio vi rimase ma lui non resistette. Ritornò e si imbarcò sulle zaccalene che iniziarono negli anni 70 a scrivere la storia della pesca (ad alici) nel mediterraneo.
Negli anni 80 Attilio ritornò a Ponza. Oramai in pensione tentò di radicarsi nella sua isola. Fanatico del jazz-neworleans, frequentava il complesso de I Duri che andava amalgamandosi in quegli anni, facendo loro conoscere alcuni pezzi famosi. Ritornò in America, infine.
’U Semmentare è morto a 82 anni nel 1982.

Parliamo di lui con Silverio, il nipote, titolare della bottega di vino (Enoteca) sulla banchina Di Fazio. La figlia di Silverio ci guarda stupita. Viene un avventore e ci lascia un ricordo, ne entra un altro e altri ricordi si aggiungono.
Quanta memoria circola nelle persone che vivono insieme su quest’isoletta. Essa tiene uniti, forzatamente si potrebbe pensare, e invece induce tutti a curare di più i rapporti personali, gli unici che abbiano valore.

Quando cominciarono a comparire gli ecoscandagli e sul monitor, nella cabina delle motobarche di pesca, si vedevano i banchi di pesce che fluttuavano sul fondo del mare, ’u Semmentare rimaneva scettico. Non credeva a quella diavoleria tecnologica. Troppo oltre la fantasia.
E la conquista della luna? “Nooo… è una fesseria dell’ America. È ’nu film… nun po’ esse vero”.
Era un uomo del Novecento e fra la tecnica e il vento, sceglieva il vento.

Nota della Redazione
Di Silverio ‘u Semmentare ha scritto anche Franco Schiano, nel maggio 2011 (leggi qui) e lo stesso Francesco De Luca nell’agosto 2018 (leggi qui).

Ndr: riferimento commento del 3 ottobre, di seguito la foto di Ernesto Calindri che, a partire dal 1966 e per diversi anni, fu l’interprete di una serie di filmati pubblicitari per la Cynar, noto aperitivo/digestivo a base di carciofo.

1 Comment

1 Comments

  1. Enzo Di Fazio

    3 Ottobre 2022 at 07:12

    La foto di Silverio Feola seduto al tavolino del bar di Sant’Antonio con in bella mostra una bottiglia di Cynar ricorda tanto una pubblicità degli anni 60/70 con cui l’attore Ernesto Calindri, seduto ad un tavolino posto in mezzo al traffico, reclamizzava il famoso amaro digestivo attraverso lo slogan “Contro il logorio della vita moderna bevi un Cynar”. Parliamo dei tempi in cui la televisione mandava in onda quasi ogni giorno, prima dell’inizio dei programmi serali, il Carosello, un insieme di sketch in genere comici seguiti da messaggi pubblicitari, che costituiva anche il contentino per i bambini come limite invalicabile per andare poi a letto.
    Colgo l’occasione per ringraziare, anche a nome della Redazione, per la consueta disponibilità, Giovanni Pacifico cui va il merito di aver costituito nel tempo, con cura e passione, un prezioso Archivio Fotografico Ponzese.

    La foto della pubblicità di Ernesto Calindri in fondo all’articolo di base

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