di Paolo Iannuccelli
Dieci anni fa – il 22 settembre – ci ha lasciato Ernesto Prudente, l’unico abitante di Palmarola, una delle isole più belle al mondo secondo Folco Quilici, appartenente all’arcipelago delle isole ponziane. All’interno della comunità ponzese tutti – proprio tutti – conoscevano un singolare personaggio che, con la fine dell’estate, era solito ritirarsi a vita eremitica a Palmarola, isola selvaggia abitata da gabbiani, uccelli migratori e esemplari di falco pellegrino. Un’isola caratterizzata da meravigliose scogliere a picco sul mare, montagne di tufo e profumo di macchia mediterranea con la presenza della palma nana, da qui la denominazione. L’Eremita Ernesto aveva realizzato la sua casa autosufficiente e dotata di una terrazza vista orizzonte dalla quale godersi tramonti e albe mozzafiato. Si ritirava per sette mesi all’anno, da ottobre ad aprile, si disintossicava alla ricerca di un’essenzialità perduta. Scriveva libri, ne ha pubblicati più di trenta, tutti a sue spese e regalati agli amici
Ernesto Prudente – classe 1928 – nato e cresciuto all’Isola di Ponza, ha svolto la professione di maestro elementare, ha militato nel partito socialista ricoprendo cariche nell’Amministrazione comunale. Tante battaglie in favore della popolazione isolana, la più importante quella relativa alla chiusura definitiva della miniera di bentonite a Le Forna nel 1976. Organizzò per protesta il blocco del porto di Ponza. Ernesto era riuscito a farsi riconoscere nel 1992 la residenza come unico abitante dell’Isola di Palmarola e, autoproclamatosi Presidente della Repubblica dell’Isola, iniziò a trascorrere là i suoi inverni, impiegando le giornate a coltivare la terra e a scrivere libri. Libri con storie e aneddoti locali, dalla loro semplicità si possono trarre validi e particolari insegnamenti. I lavori letterari del Maestro Ernesto sono gelosamente conservati nelle librerie di alcuni amici o vacanzieri che li hanno ricevuti in dono, con una sua dedica personalizzata.
Luisa Guarino
23 Settembre 2022 at 15:08
Grazie a Paolo, per aver ricordato Ernesto a dieci anni dalla sua morte. Ernesto è sempre nel nostro cuore, e capita spesso di citarlo per motivi diversi: per un avvenimento, un’espressione dialettale, parlando di giornali, libri, circostanze particolari. Per quanto mi riguarda, è stato nella mia vita fin da bambina e adolescente, vuoi per una lontana parentela acquisita, vuoi per una frequentazione diretta e costante diventata sempre più forte negli anni. Mi voleva un bene enorme e io gliene voglio tuttora. Piazza Pisacane è un deserto senza senza lui e il bar Welcome’s. Pare che per ricordare questo decimo anniversario ci sarà più in là una celebrazione ufficiale, rinviata a causa delle imminenti elezioni. Intanto noi di Ponzaracconta lo celebriamo così, e lo teniamo stretto nel cuore.