per la prima parte, leggi qui
Partecipo al dibattito politico, senza presunzione alcuna. E allora la posizione ‘costituzionale’, come ho asserito in un precedente articolo, potrebbe indicare un modo per affrontare le problematiche politiche con un metro di giudizio solido. Ma può dare suggerimenti a: quale parte politica votare ?
Certo che può, basta condividere i principi costituzionali. Ogni individuo col proprio trasporto, la propria propensione, la propria capacità.
Sono principi non simpatie personali, sono espressioni razionali da trasportare nella pratica non slogan emozionali, sono valori che caratterizzano il nostro essere europei.
La nostra Costituzione è antifascista e dunque non lascia spazi ad ammiccamenti e a vicinanze di comodo. Così come rigetta la guerra e dunque non la si può favorire in alcun modo. Privilegia il rispetto dell’ambiente e perciò non si può tollerare lo stravolgimento del territorio per nessun fine. Fonda l’appartenenza civile del cittadino sul lavoro e pertanto non si può tollerare la chiusura delle fabbriche per dislocarle altrove, così come privilegiare il lavoro a tempo indeterminato, il pagamento in nero, i guadagni extra bilancio.
Le regole del mercato devono trovare un accomodamento ai valori costitutivi del nostro Stato. Così i trattati internazionali
Fare parte di un’accozzaglia di Stati plaudenti al mercantilismo non è meglio che stare in disparte in compagnia della propria coerenza.
Avverrà se no come è avvenuto già: divenire uno Stato a sovranità limitata. Succube dello Stato più potente per sviluppo mercantile.
L’affermazione è forte ma della verità non bisogna aver paura perché esplicitandola la si può combattere.
La coniugazione mercantilistica della democrazia non appartiene alla nostra cultura. Anche se c’è uno Stato che ne è fiero interprete. Libero di esserlo, ma i valori europei sono altra cosa.
Sciocco è affiancare questa posizione a quella sovietica. La Russia non conosce democrazia (vedere il giudizio su Gorbacio), e vive in un’altra dimensione politica, avversa ed estranea alla nostra.
L’Europa ha percorso un tragitto storico travagliato, perché nell’ascesa verso la democrazia ha compiuto misfatti (colonialismo, schiavismo, totalitarismi) da cui si è emendata, raggiungendo traguardi valoriali che sono suoi, solamente suoi. E che non può svendere.
Tutto questo può avere attinenza con la domanda iniziale: a quale parte dare il voto? Io dico che qualche chiarezza la potrebbe dare. Nell’intimo della mente.