Teatro

Francesco Cordella, da Ponza al Campania Teatro Festival

di Luisa Guarino 

 



Al Campania Teatro Festival 2022 oggi alle 19 la prima nazionale di “2084. L’anno in cui bruciammo chrome”: l’appuntamento è nella Sala Assoli di Napoli. Testo e regia sono di Marcello Cotugno. Il progetto, nato nell’ambito del Master Teatro Pedagogia e Didattica dell’Università Orsola Benincasa di Napoli, è stato ideato da Nadia Carlomagno e Marcello Cotugno. Sul palco, insieme a Francesco Maria Cordella e a Nadia Carlomagno, le allieve e gli allievi del Master: Paolo Capozzo, Antonella Durante, Graziano Purgante, Giulia Scognamiglio, Anna Simeoli. Prima di addentrarci nei particolari dello spettacolo, vogliamo sottolineare che Cordella, attore di cinema, teatro e tv, sceneggiatore e regista, nato a Napoli ma di origine ponzese, trascorre lunghi periodi sull’isola, dove ha messo in scena testi teatrali molto interessanti e originali insieme all’attrice Irma Ciaramella, sia in spazi all’aperto che all’interno della straordinaria Cisterna romana della Dragonara: una novità assoluta. Come se non bastasse, lo spettacolo che debutterà domani è una produzione Acts, Associazione culturale Top Spin, che lui stesso presiede, che ha sede a Ponza e a sua volta prende il nome dalla radio in fm creata negli anni ’80 da Rino Cordella, padre di Francesco.


Dopo questa digressione, a beneficio soprattutto di noi ponzesi, torniamo a “2084. L’anno in cui bruciammo chrome”. Il testo trae ispirazione tematica dal romanzo 1984 di Orwell: si immagina che l’Occidente post-capitalista sia stato colonizzato dalla cultura cinese. La tecnologia più avanzata pervade ogni cosa: dal metaverso all’utilizzo di droni e telecamere per controllare il livello di sicurezza della nazione. La vita della collettività è regolata dai crediti sociali: per ogni azione dei cittadini il governo assegna un punteggio. Il lavoro è diventato l’unica ragione di vita. Nell’appartamento di un quartiere povero di una cittadina immaginaria una famiglia, composta da Perseo, Atria e i loro figli Izar e Alhena (tutti nomi di stelle), cerca tra mille difficoltà un riscatto sociale.



L’opera si colloca nella sezione Progetti Speciali del Festival, ed è frutto di varie sinergie: progettazione video e grafica Francesco Domenico D’Auria, Gennaro Monforte e lo stesso regista Cotugno; aiuto regia e drammaturgia Arianna Cremona; coreografie Anna Simeoli; scene alunni allievi Accademia Belle Arti Napoli; costumi Irma Ciaramella; progetto luci Pasquale Mari, realizzato poi da Lucio Sabatino; musiche di matrice asiatica curate da Marcello Cotugno; foto di scena allievi di Mario Spada della scuola Cfi/Fotografia per il teatro, da lui stesso diretta: Valerio F. De Marco, Fulvia Orifici, Elèna Lucariello. La Sala Assoli si trova a Napoli, in Vico Lungo Teatro Nuovo 110, Quartieri Spagnoli.

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