proposta da Patrizia Maccotta
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Hey Jude
Hey Jude, don’t make it bad
Take a sad song and make it better
Remember to let her into your heart
Than you can start to make it better.
Hey Jude don’t be afraid
You were made to go out and get her
The minute you let her under your skin
Then you begin to make it better
And anytime you feel the pain
Hey Jude, refrain
Don’t carry the world upon your shoulder
For well, you know that it’s a fool
Who play sit cool
By making his world a little colder
Na-na-na-na,na
Na-na-na, na
Hey Jude, don’t let me down
You have found her, now go and get her
Remember to let her into your hear
Then you can start to make it better.
So let it out and let it in
Hey Jude, begin
You’re waiting for someone to perform with
And don’t you know tha’s just you
Hey Jude, you’ll do
The movement you need is on your shoulder
Na-na-na-na-na
Na-na-na, na
Hey Jude, don’t make it bad
Take a sad song and make it better
Remember to let her into your hear
Than you can start to make it better
Na, na, na, na-na-na
(yeah, yeah, yeah, yeah, yeah, yeah, yeah, yeah)
Na-na-na, na, Hey Jude
Na, na, na, na-na-na, na
Ascoltavo questa canzone ripetutamente. Mi piaceva molto. Avevo poco più di vent’anni; la televisione era in bianco e nero, i dischi – soprattutto i 33 giri – giravano ossessivi su grossi giradischi e le informazioni si cercavano sulle enciclopedie o sulle riviste specializzate.
Ascoltavo, e non sapevo nulla della sua genesi. Così fantasticavo…
Hey Jude. Chi era Jude? Pensavo a Giuda (Jude in inglese è la traduzione del nome Giuda) che aveva tradito il suo amico, Gesù di Nazareth, ma che non aveva colpa alcuna. Non era stato irrimediabilmente scelto dal potere divino come strumento del destino di Cristo? Era stato funzionale alla salvezza del genere umano. La portava sulle sue spalle (the world upon your shoulder); ed ora aveva paura ed andava rassicurato. Poteva assumere il suo fato e trasformarlo accettando a sua volta quello che era il suo, di destino.
Forse era una spiegazione un poco forzata, ma queste erano le riflessioni che la canzone suscitava in me con le sue dolci note.
Poi il concetto di Jude si allargava (…mi intrigava proprio quel nome!) e veniva a significare l’intero popolo ebraico (Jude significa anche ebreo) che doveva lasciarsi alle spalle tanti secoli di dolore o meglio lasciarli depositare nel suo cuore ed avere il coraggio di riprendere un nuovo cammino. Essendo vissuta due mesi in Israele mi sentivo molto vicina a quel popolo.
Ora la mia impalcatura è crollata. Le varie voci che ho trovato in rete hanno cancellato le mie teorie. E così no… Non ho più alcuna scusa per ignorare che questa canzone fu scritta da Paul McCartney (Liverpool, 18 giugno 1942) nel 1968 per il figlio di John Lennon che si chiamava Julian. Infatti si sarebbe dovuta chiamare “Hey Jules”. Pare che Jules si sia trasformato in Jude per ragioni musicali (forse un appoggio maggiore dato al suono dalla lettera ‘d’ rispetto alla ‘l’ che se ne vola un po’ via, ma questo lo penso io!).
Perché questa canzone per un bambino, figlio di un amico? Ebbene i genitori di Julian, John Lennon e Cynthia Powell si erano lasciati proprio in quell’anno e Paul lo voleva consolare. Julian è nato, come il suo celebre padre, a Liverpool nel 1963. Ora è un cantautore e un musicista. Ha un fratello, Sean, nato nel 1975, dal matrimonio di suo padre con l’artista giapponese Yoko Ono. Anche Sean ha scelto la carriera del padre: oggi è un multi-strumentista e un compositore di canzoni.
La canzone di Paul è un invito a reagire alle avversità della vita, ad elaborare i momenti tristi e a depositarli nei nostri cuori. La canzone triste è una metafora della vita (strana per ‘vita’ la scelta del pronome complemento “personalizzato”, her, invece del neutro it). È solo dentro di noi che troviamo il coraggio per affrontare le prove che la vita semina sul nostro cammino.
Certo la musica – questa bella canzone – ci aiuta sempre… Hey Jude, refrain.
Un altro cantautore, italiano questa volta, ci ha raccontato che Menomale che c’è sempre qualcuno che canta / E la tristezza ce la fa passare / se no la nostra vita sarebbe una barchetta in mezzo al mare” (Francesco De Gregori, La ragazza e la miniera).
Così, ancora oggi, canto questa canzone che mi consola nei momenti difficili. Che mi fa capire che solo accettandoci e conoscendoci, possiamo trovare in noi la forza per superare le perdite e andare incontro agli altri.
“The movement you need is on your shoulder”.
Da YouTube, Paul McCartney performing Hey Jude live at the 2010 Hard Rock Calling from Hyde Park in London
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Testo italiano
Hey Jude
Ehi, Jude, non farla male,
Prendi una canzone triste e migliorala,
Ricordati di farla penetrare nel tuo cuore,
Poi puoi iniziare a migliorarla.
Ehi, Jude, non aver paura,
Sei stato fatto per cercarla e prenderla,
Nell’attimo in cui la lasci penetrare sotto la pelle,
Allora inizi a renderla migliore.
E ogni volta che provi dolore,
Ehi, Jude, fai con calma,
Non portare il mondo sulle tue spalle.
Già, non sai che è solo uno sciocco,
Chi resta nell’indifferenza,
Rendendo il suo mondo ancora più freddo.
Ehi, Jude! Non mi deludere,
L’hai trovata, ora vai a prenderla,
Ricordati, di farla penetrare nel tuo cuore,
Allora puoi iniziare a migliorarla.
Quindi non prenderla troppo a cuore,
Ehi, Jude inizia,
Stai aspettando qualcuno per suonare insieme.
E non sai che sei proprio tu,
Ehi, Jude, ce la farai,
Il movimento di cui hai bisogno è sulle tue spalle.
Ehi, Jude, non farla male,
Prendi una canzone triste e migliorala,
Ricordati di farla penetrare nel tuo cuore,
Allora puoi iniziare a migliorarla.
Immagine di copertina. Paul McCartney con Julian Lennon, al tempo in cui la canzone fu composta
Sandro Russo
21 Giugno 2022 at 07:12
Grazie Patrizia. Le canzoni dei Beatles – tutte firmate Lennon-McCartney per un accordo tra i due che si è sempre mantenuto – sono state i miei ascolti / le mie letture di formazione, e per la gran parte li mantengo ancora tutti a memoria.
Poi ciascuno da ogni canzone estrae la frase che ritiene più importante e incisiva. Io non mi sono posta alcuna domanda sul nome, piuttosto ho isolato l’idea di cominciare a far girare una canzone (ma anche tutte le cose) meglio, evitando di rendere il mondo un più freddo.
Per la canzone in sé poi, volevo segnalare una versione su YouTube che mi è apparsa strepitosa, per la partecipazione di un numero spropositato di artisti, tra i più grandi della scena mondiale: Music For Montserrat – Live at The Royal Albert Hall, London / 1997. Con Paul McCartney, Elton John, Sting, Eric Clapton, Mark Knopfler, Phil Collins (…il piacere di riconoscerli uno per uno!)
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https://youtu.be/Tpr_IDKVv9k
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Nota – Music for Montserrat è stato uno speciale concerto tenuto alla Royal Albert Hall di Londra il 15 settembre 1997. L’evento fu organizzato e prodotto da George Martin e riunì vari musicisti al fine di raccogliere fondi per l’isola caraibica di Montserrat dopo le continue eruzioni del vulcano Soufrière Hills, che in quegli anni causarono diversi morti e resero inabitabile la maggior parte dell’isola, distruggendo la capitale Plymouth.