Cinema - Filmati

La scomparsa di Jean Louis Trintignant

di Gianni Sarro

Fa un certo effetto che la notizia della morte di Jean Louis Trintignant (a 92 anni) arrivi proprio in questi giorni che abbiamo letto di lui, sul sito, nei due articoli che Gianni Sarro ha dedicato al Mattatore e alla Mostra per il Centenario. Li accomuniamo nelle foto – introduttiva e finale – di questo breve ricordo dell’attore attraverso i suoi film.
S. R.

Nell’immaginario collettivo del pubblico cinematografico italiano è Roberto il coprotagonista di Il sorpasso il capolavoro di Risi. Pensare che quel ruolo doveva essere di Gassman. Come sappiamo le cose andarono diversamente: una grande fortuna sia per il Mattatore che per Jean Luis Trintignant. L’attore francese non era un esordiente in quel 1962: alle spalle una quindicina di film, nessuno capolavoro, tuttavia sufficienti per permettergli di appropriarsi di quel personaggio di bravo ragazzo, che il giorno di ferragosto sta studiando per un esame dell’università. Roberto diventa l’apripista, il primo bandolo di un fil rouge che si snoda attraverso Un uomo e una donna di Claude Lelouch (1966) un melodramma sdolcinato che vede al suo fianco Anouk Aimée (che ricordiamo in ) il thriller politico Z-L’orgia del potere di Costa-Gravas (1969). Un’interpretazione memorabile di un integerrimo giudice istruttore, perseguitato dalla dittatura greca (1).
Negli anni sessanta Trintignant lo troviamo anche in film ‘di cassetta’ come Angelica alla corte del re di Bernarde Borderie (1965) e il kolossal bellico Parigi brucia? (Paris brûle-t-il ?) di Réné Clement (1966), dove si trova a recitare con mostri sacri come Belmondo, Simone Signoret, Alain Delon ecc.
A metà degli anni settanta torna a recitare in Italia in La donna della domenica di Luigi Comencini (1975), un giallo ambientato a Torino (2) illuminato anche dall’interpretazione di Mastroianni e dalla bravissima Jacqueline Bisset e in Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini (1976).


Nel 1983 lo troviamo accanto a Fanny Ardant in Finalmente domenica, ultimo film di François Truffaut, un omaggio ai noir americani degli anni quaranta e cinquanta. È il protagonista, accanto a Irene Jacob di Tre colori – Film rosso (1994) che completa il trittico capolavoro di Kieslowski (3). Anche nel film del regista polacco torna a vestire i panni di un giudice: questa volta non di specchiata moralità, bensì ambiguo e tormentato.

Non posso certamente concludere quest’omaggio a Trintignant senza aver scritto di altri tre capolavori come Il conformista, di Bernardo Bertolucci (1970), La terrazza, di Ettore Scola (1980) e soprattutto Colpire al cuore di Gianni Amelio (1983).
Nello splendido film di Bertolucci è una spia fascista. Ambientato tra Roma e Parigi, la pellicola dà modo a Trintignant di approfondire in maniera indimenticabile un personaggio viscido, sfuggente, eppure capace di sopravvivere allo sfascio del ventennio mussoliniano.
Ne La terrazza, film corale dove Scola coglie con almeno vent’anni di anticipo il cupio dissolvi della sinistra italiana, è uno sceneggiatore sull’orlo (anzi anche oltre) di un esaurimento nervoso. Perseguitato da un produttore (Tognazzi) che lo tormenta chiedendogli in continuazione se il film che sta scrivendo fa ridere. Facile vedere lo stesso Scola riflesso nel personaggio di Trintignant.
Infine il personaggio di Dario nel film d’esordio di Amelio (forse la pellicola più bella, tra quelle dedicate agli anni di piombo. La capacità del regista di cogliere nella nebbia e nel grigiore di Milano e Bergamo l’immagine opacamente simbolica di una delle stagioni più drammatiche e buie della storia della Repubblica rimane ineguagliata); un’interpretazione tutta in sottrazione, dove Trintignant dà una vera e propria lectio magistralis di quel che è l’essenza della recitazione cinematografica. Ossia ingaggiare con la macchina da presa un duello sottile, rifuggendo le iperboli che il cinema non ama. Ben sapendo che sul grande schermo il talento, e Trintignant ne aveva da vendere, finisce sempre per emergere.

Note

(1) – Personaggio ispirato a Chrīstos Sartzetakīs. Un giudice perseguitato dalla dittatura instauratasi in Grecia nel 1967. Sartzetakīs sarà eletto Presidente della Repubblica, una volta ristabilita la democrazia.

(2) – Dal romanzo omonimo di Fruttero & Lucentini (Carlo Fruttero e Franco Lucentini) del 1972

(3) – Gli altri due film sono Film Blu e Film Bianco che insieme al rosso costituiscono i tre colori della bandiera francese

***

Appendice del 18 giugno h. 22,30 (cfr. Commento a cura della Redazione)

Intervista a Gianni Amelio, di Arianna Finos, da la Repubblica del 18/06

Gianni Amelio: “Il ricordo più bello è con sua figlia Marie”
di Arianna Finos

Il regista lo diresse in “Colpire al cuore” dell’83
Era riservato e umile Non aveva spocchia nonostante la bravura e la fama
Amelio parla di Jean-Louis Trintignant al presente, “è giusto così”. All’attore ha consegnato, nel 1983, il ruolo del docente universitario di Colpire al cuore, in cui il rapporto tra padre e figlio s’intreccia con il tema drammatico del terrorismo italiano. È nata un’amicizia lunga quarant’anni.

Il vostro primo incontro?
«Avevo scritto Colpire al cuore, cercavo un produttore. Per una strana occasione incontro Trintignant nell’ufficio di Bertolucci.
Gli dice che preparo un film, Jean-Louis mi chiede di che si tratta.
Si appassiona: “Lo faremo”. Il film viene rimandato, gli mando la sceneggiatura, accetta. Non è un attore di quelli che ti sfiancano di domande sulla psicologia del personaggio, si affida all’istinto. Non aveva spocchia, malgrado il talento e la popolarità. Il primo giorno mi prende da parte: “Tu sei un debuttante, io ho fatto più di sessanta film. Ma non sono molto intelligente, mi serve un regista: metti da parte la timidezza”».

Sul piano umano cosa la colpiva?
«La riservatezza. Si parlava molto, ma mai di frivolezze. Era umile, paziente. Con un amore sconfinato per la figlia Marie. Per stare con lui, lei seguì gran parte del set. La tragedia di Marie mi ha straziato. Jean-Louis ha smesso di vivere. Selezionava, faceva poco. Il pensiero mi dà ancora dolore».

Erano sintonici?
«Due corpi e un’anima, non il classico rapporto padre e figlia. Un’intesa di sguardi, tenerezze, reciproco sentire la vita. L’immagine più felice che ho di lui è insieme a Marie e quella mi porto dietro, anche se poi ci siamo incontrati fino all’anno scorso».

Cosa aveva l’icona Trintignant sullo schermo?
«Lui diceva che mi sbagliavo, ma io sostenevo che avesse, nel fisico, nello sguardo, l’aspetto di un borghese, credibile come professore universitario. Lui rispondeva “ma io sono un contadino”. Non ho mai capito se intendesse l’animo di uno che lavorerebbe la terra o un’origine diversa da quella che pensavo».

Le sue interpretazioni indimenticabili?
«Se dovessi dire film in cui si esprime con la parola, il fiato, tutto, direi Film rosso di Kieslowski e Amour di Haneke. Le ultime cose sono cariche della tragicità che gli avevano dato la vita, la malattia, lo strazio per Marie.
Se devo restringere il campo, Il conformista e Il sorpasso, le sue cose più belle».

Un’immagine felice?
«L’ultimo giorno di lavorazione del film. Ci siamo tolti i golf e ce li siamo scambiati, come i calciatori quando finisce una partita».
Era riservato e umile Non aveva spocchia nonostante la bravura e la fama

Il regista
Gianni Amelio 77 anni

 

4 Comments

4 Comments

  1. Giuseppe Mazzella di Rurillo

    18 Giugno 2022 at 19:27

    Quel film mi ha accompagnato per 50 anni!

    https://youtu.be/_-UdHGez33c

    I migliori anni della nostra vita (Les plus belles années d’une vie) è un film francese del 2019 diretto da Claude Lelouch.
    Il trailer postato da Giuseppe si riferisce ad un film dello stesso regista di Un uomo, una donna (Un homme et une femme), film del 1966 vincitore nel 1967 dell’Oscar come migliore film straniero, fatto con gli stessi attori di cinquant’anni prima (nota della Redazione)

  2. Patrizia Maccotta

    18 Giugno 2022 at 19:50

    Salve,
    ho visto ieri su Rai 3 – in omaggio a J-L Trintignant – Il Conformista, di Bertolucci, del 1970. Un film surreale. Mi piacerebbe saperne di più (stupenda la scena del ballo che, come una spira, si stringe intorno al protagonista che non ha più scelta). Perché Gianni Sarro, tu o Tano non ne scrivete, visto che si sta ricordando Trintignant!?

  3. Gianni Sarro

    18 Giugno 2022 at 22:17

    Gentile Patrizia,
    mi fa molto piacere la sua richiesta. Il conformista lo ritengo il capolavoro di Bertolucci. A breve, se la Redazione è d’accordo, scriverò qualcosa.

  4. La Redazione pubblica l'intervista a Gianni Amelio, inoltrata da un lettore

    18 Giugno 2022 at 22:44

    Intervista a Gianni Amelio, di Arianna Finos, da la Repubblica del 18/06

    Gianni Amelio: “Il ricordo più bello è con sua figlia Marie”
    di Arianna Finos

    Il regista lo diresse in “Colpire al cuore” dell’83
    Era riservato e umile Non aveva spocchia nonostante la bravura e la fama
    Amelio parla di Jean-Louis Trintignant al presente, “è giusto così”. All’attore ha consegnato, nel 1983, il ruolo del docente universitario di Colpire al cuore, in cui il rapporto tra padre e figlio s’intreccia con il tema drammatico del terrorismo italiano. È nata un’amicizia lunga quarant’anni.


    L’intervista è riportata nell’articolo di base (a cura della Redazione)

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