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Una carezza ai giovani

La Redazione

Di tanto in tanto si leggono cose che bucano le barriere del disinteresse e dell’inerzia dilaganti. Come questo scritto su un libro da poco uscito di Rosella Postorino (recensione di Raffaella De Santis su Robinson di sabato 21 maggio 2022).

Scrittrici italiane
Non rinunciate ai vostri sogni
di Raffaella De Santis

La lettera di Rosella Postorino ai giovani è anche un bel racconto sulla sua famiglia: una storia che sa di speranza

Non rinunciate ai vostri sogni. Tre anni fa Rosella Postorino ha parlato ai neolaureati dell’università di Siena partendo dalla sua esperienza, quella di una giovane che sognava di diventare scrittrice ma non aveva il coraggio di confessarlo. Postorino oggi riparte da lì, da quelle parole rivolte in piazza del Campo ai ragazzi e le sviluppa con considerazioni maturate durante la pandemia.

Io, mio padre e le formiche (Salani) è una lettera appassionata e schietta indirizzata a tutti i giovani che si trovano al bivio di scelte importanti.

Figlia di un venditore di frutta e verdura, appassionata di letteratura fin da piccola, da quando frequentava le biblioteche pubbliche per procurarsi i libri che in casa mancavano, Postorino consegna agli studenti la sua fiducia verso lo studio come gesto di libertà, come via per esplorare altri mondi, per uscire fuori dai confini delle proprie origini. Consapevole che la cultura non gode oggi di grande credito e che i cosiddetti “esperti” sono guardati con sospetto, la scrittrice consegna alle nuove generazioni un gioioso inno alla conoscenza che è un atto di fiducia verso la bellezza e la curiosità, perché «solo tramite gli altri, in fondo, è possibile comprendere se stessi» . Improbabile che scriva bei libri chi non sa ascoltare gli altri, chi non è empatico, chi non sa calarsi in vite che non sono la sua: «La letteratura si assume il rischio di scendere agli inferi per noi, al posto nostro, per mostrarceli».

Dopo la pandemia, Postorino ha scelto di riprendere il filo del discorso da dove lo aveva lasciato, rivolgendosi ancora ai giovani, resi più impauriti e insicuri dal virus: non rinunciate a immaginarvi un domani, credete nei vostri talenti, non vi scoraggiate se vi sentite fuori posto. Non è un manifesto all’intraprendenza individualista, non vi troverete scritto che “volere è potere”, ma è un’apertura all’avventura esistenziale che è sempre incontro con l’imprevisto e per questo è bella e a volte dolorosa e non può prescindere dalle condizioni di partenza, la casa o il meridiano in cui si nasce: «Vi auguro di non imbattervi nelle spire del precariato che hanno prosciugato e deluso la mia generazione, ma se dovesse capitare, sappiatelo con certezza: non è colpa vostra. Non scambiate per fallimento personale una mancanza del sistema». Fa bene allora Postorino a ricordare che nel mondo ci sono 57 milioni di persone a cui l’istruzione è negata e il rischio è che tra meno di dieci anni un terzo della popolazione globale non sappia leggere.

C’è poi la storia delle formiche. È un piccolo racconto che funziona da parabola, riguarda il padre della scrittrice. Frequentava le elementari quando gli assegnarono una ricerca sulle formiche, ma nel quartiere periferico di Reggio Calabria dove viveva non c’erano biblioteche, né lui aveva a casa libri. «Così si piazzò un pomeriggio sano a osservarle, le formiche » . La ricerca andò bene e lui, figlio di contadini, si aggiudicò perfino un premio. Dove sono le vostre formiche? Sembrerebbe questo alla fine il fulcro di tutto. Imparate a cercarle, non rinunciate alle formiche, perché niente è insignificante per chi sa guardare.

È un invito alla ricerca della felicità questa lettera- vademecum, che la scrittrice definisce «una carezza» e che appare un esercizio di immedesimazione, un’uscita da sé per ritrovarsi, uno sbilanciamento fino alla commozione, un abbraccio che contiene lo sforzo e l’appagamento di una storia vissuta in prima persona. Di certo non è un’apologia della fatica, anche se per Postorino la strada per diventare scrittrice ed editor — oggi in Einaudi — ha richiesto determinazione. La laboriosa formica della favola di Esopo comunque non è portata ad esempio, anzi volendo potrebbe imparare a cantare e ballare se nei panni della cicala si sentisse più a suo agio. È semmai un sentiero alla scoperta di sé, delle proprie aspirazioni.

Dopo la pandemia appare quasi una festa questo ritorno a una normalità fatta di sguardi: che cos’è la letteratura se non la sensibilità di accorgersi che esistono anche le formiche?
Leggetelo questo libro pieno di storie vere e di amore e dolore, fa sentire meno soli perché aiuta ad esplorare la via dei desideri.

Sometimes there’ll be sorrow, qualche volta arriverà il dolore, canta Joni Mitchell. Non vi fate abbattere, consiglia Postorino. Per il resto, ognuno si regoli come può, perché le formiche forse non sono tutte uguali. Quella taccagna non piaceva a Gianni Rodari: «Chiedo scusa alla favola antica / se non mi piace l’avara formica / io sto dalla parte della cicala / che il più bel canto non vende / … regala!».

Rosella Postorino
Io, mio padre e le formicheSalani ed. – pagg. 112 euro 13,90 Età: 14+

Immagine di copertina (a cura della Redazione). Cosa significa sognare una carezza – Foto di Morgan Paul – CC BY 2.0

 

 

1 Comment

1 Comments

  1. Emilio Iodice

    25 Maggio 2022 at 10:22

    Spero di leggere il libro della Postorino, anche se credo di essermi fatta un’idea dalla bella recensione.
    In America, le persone stanno leggendo più libri che mai. Sia le vendite cartacee che quelle di e-book continuano a crescere, anno dopo anno. Allo stesso tempo, mentre le persone acquistano più libri, le statistiche mostrano che ne leggono di meno. È un fenomeno curioso in cui sembra che se si acquisisce una forma di cultura, allora se ne arricchisce automaticamente. Questo non è sempre il caso. Ricordo ancora una persona molto ricca in Florida che acquistò tutte le forme d’arte ma non ne capiva nulla. La comprensione richiede sforzo e la lettura è sia divertimento che esercizio mentale. È il dopo che è il problema. Con il vasto oceano di media a cui siamo esposti, utilizziamo meno sforzo ed esercizio mentale per assorbire le informazioni e, di fatto, per dimenticare le informazioni. Ce n’è così tante che la maggior parte va perduta. Con la lettura, come una conversazione libera e aperta, i nostri neuroni ed elettroni nella mente godono e aumentano sia il volume che la velocità dell’esercizio mentale. Assorbiamo di più e nel processo aumentiamo la riserva di conoscenza nel magazzino dei nostri cervelli. Leggere libri e assimilare storie provoca curiosità e creatività, analisi, interrogazione e stimola il pensiero e il desiderio di essere liberi.
    Non c’è da stupirsi che gli autocrati vietino e addirittura brucino libri e oggi limitino le informazioni e, soprattutto, la verità. Si tratta di uccidere la conoscenza, distruggere la verità e gettare un’ombra oscura sulla capacità di pensare, interrogarsi ed essere curiosi. Molti anni fa mi è stato chiesto di ritrarre la differenza tra italiani e giapponesi. Ho usato l’esempio della formica e dell’ape. L’ape è una meraviglia della natura, così come la formica. L’ape è una grande operaia che vive di irreggimentazione e di un forte insieme di regole che promuovono la sopravvivenza. Ogni membro della società delle api conosce il proprio posto e le proprie funzioni in base a tali parametri. I giapponesi, a mio avviso, avevano tutte le virtù delle api, motivo per cui avevano successo e produttività. L’ape raccoglie il nettare e lo porta all’alveare prima che si nutra. La loro unica debolezza era, come un alveare, non potevano affrontare facilmente il caos. D’altra parte, vedevo gli italiani più come formiche. La formica è alla continua ricerca di sostentamento. È curioso, esplorativo e avventuroso. Va in tutti i posti che può per cercare e trovare. L’obiettivo dell’insetto è localizzare il cibo e portarlo al nido. Nel processo, cerca senza limiti e usando solo le sue antenne e il suo istinto per trovare qualcosa di valore da portare a casa. Nel processo, la formica mangerà parte del cibo sulla strada per il nido. Adempirà al suo dovere ma si prenderà anche cura di se stesso individualmente.
    Quando il caos invade il nido, le formiche hanno un modo fantastico di raggrupparsi, ricostruirsi e reinventarsi. Questa è una delle grandi virtù delle formiche e degli italiani che sono entrambi sopravvissuti. Oggi più che mai, le persone di tutte le età hanno bisogno di consumare libri, sia cartacei che e-book, per trovare la libertà che deriva dall’apprendimento, dalla ricerca, dalla domanda e dall’essere curiosi.
    I libri sono i nostri grandi amici che ci sono sempre, sono sempre leali e ci aiutano a sopravvivere.

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