di Tonino Impagliazzo
Il successo di una scelta non si colloca soltanto nella selezione del tema (dibattito), ma nella missione di aggregazione che questo intende compiere a favore di una popolazione, perché la realizzazione di un obiettivo possa essere in grado di aprire “un’autostrada di opportunità” per ricucire quel tessuto sociale basato sui principi della solidarietà e della mutualità.
La strada maestra per determinare questo nuovo modello di sviluppo si colloca nella “volontà di riscatto di ciascun cittadino”, emblema della rinascita che, partendo dall’ente Comune, diventa soggetto socio e fulcro vitale per la valorizzazione, il coordinamento e la gestione delle proprie risorse.
Governare il riscatto è una opportunità da non perdere.
Ipotizzare che il Comune di Ponza possa disporre a breve di un “super-bonus” da parte delle istituzioni da destinare a investimenti infrastrutturali, al turismo nautico, al recupero degli arenili, alla valorizzazione dei monumenti della storia, della cultura e dell’ambiente per posizionare l’isola nel firmamento del turismo internazionale, è pura utopia.
Non va dimenticato che le isole ponziane nella storia sono state “snodo importante” tra le rotte marittime del nord (la Sardegna, il Nord Italia ed Europa) e le rotte con destinazione il Sud Italia ed i paesi del Mediterraneo, ed oggi possono ritornare ad essere luogo capace di offrire a tutte le imbarcazioni in transito la sosta, l’accoglienza e la scoperta di un luogo meraviglioso.
Un percorso economico per tutti
L’economia dell’isola deve riprendersi e riscattarsi con responsabilità dal torpore burocratico che la caratterizza e divenire più resiliente, sostenibile e competitiva. E far si che il territorio di Ponza sia più giusto ed inclusivo, più determinato e consapevole delle eccellenti potenzialità e sappia sprigionare altre e nuove energie
Per dare lungimiranza alla cultura, alla storia, all’economia ed al turismo di un territorio è opportuno che gli attuali giovani dell’Isola applichino aggiornate tecnologie, una migliore crescita del capitale umano spesso trascurato e maggiore visibilità interpretativa sull’utilizzo del territorio.
L’Isola di Ponza, che possiede straordinarie potenzialità morfologiche, ambientali e culturali, di certo sarà in grado di attuare servizi ed infrastrutture idonee che le consentiranno di collegarsi ad un “business d’eccellenza” oltre i confini regionali.
Fare turismo deve significare per tutti i cittadini di Ponza dare prospettiva a questo importante segmento economico e vivere non soltanto di sussidi ma creare con il lavoro nuovo reddito e nuova occupazione.
Ai giovani dell’oggi non vengono richieste risorse economiche da versare ma soltanto ampia disponibilità, nell’informatica e nella formazione dei mestieri (nautico, alberghiero e linguistico), per realizzare obiettivi formativi meglio qualificati, per nuove mansioni e nuove sensibilità.
Da quanto detto si rende necessario che l’Ente pubblico (il Comune) rimuova quella condizione che lo vede impegnato unicamente nella gestione ordinaria della cosa pubblica e diventi soggetto coordinatore, attuatore e gestore di un “piano economico generale e complessivo”, per indicare alla comunità isolana una strategia lungimirante e di qualità per nuove opportunità di lavoro così necessarie al territorio.
Una “Pubblic Economy” (Comune, Stato, Regione e privati) attraverso servizi nautici e il recupero degli arenili che potrà essere in grado di generare economie indotte capaci di procurare all’Isola e agli isolani quel “surplus finanziario” necessario ed indispensabile per la realizzazione di servizi infrastrutturali, di tutela e di vigilanza dei luoghi in modo da scongiurate le maldestre infiltrazioni nelle attività economiche dirette e indirette dell’isola.
Un “Piano economico complessivo” orientato allo sviluppo di ciascuna area (Ponza porto e zona le Forna) potrà procurare “quello scatto autopropulsivo” (riscatto) capace di dare alle Isole la giusta spinta e a coloro che vi domiciliano stabilmente una serena convivenza per superare quelle endemiche devianze che spesso frenano la crescita dei luoghi.