di Vincenzo Ambrosino
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Vincenzo – Mariano a che punto siamo?
Mariano – Bella domanda. Il nostro Gruppo ha sviluppato delle idee per governare l’isola e su quelle idee di base abbiamo cercato di avvicinare le persone. Come sai abbiamo protocollato una lettera per chiedere al Sindaco Ferraiuolo di indire una commissione che potesse studiare dei progetti da presentare per i fondi del PNRR. Abbiamo aspettato un invito invano. Siamo stati molto delusi dal Sindaco.
V. – Certo Ferraiuolo poteva invitarvi e magari spiegare che aveva dei progetti già avviati. Questa apertura poteva innescare dei meccanismi positivi per il futuro.
M. – Ormai tutti parlano della necessità di combattere lo spopolamento. Ferraiuolo l’aveva inserita nel suo programma amministrativo ma non ci ha neanche provato. Oggi dice che i suoi progetti – presentati per i fondi del PNRR – sono specifici per combattere lo spopolamento. Il nostro progetto ha questa finalità – non combattere lo spopolamento che è un termine eclatante e generico – ma proteggere i residenti che hanno deciso di vivere sull’isola. Prima bisogna bloccare l’esodo invernale consolidando la residenza e poi magari convincere altri ponzesi a rimanere per periodi più lunghi sull’isola.
V. – Bisogna che si capisca che non basta impiantare una struttura o una nuova tecnologia, per cambiare il destino di una comunità ma sono un insieme di atteggiamenti e azioni politiche, sociali, psicologiche che possono cambiare le sorti. Ti racconto un episodio che può fare da esempio: alcuni anni fa si discuteva del perché sempre più ragazzi andavano a iscriversi nelle scuole continentali, qualcuno disse perentoriamente che bisognava cambiare l’indirizzo scolastico: da Commerciale a Turistico. Si disse: che essendo noi, un’isola turistica l’offerta formativa doveva essere adeguata al territorio. Io dissi che non solo non potevamo competere con le variegate offerte formative continentali a cui molti dei nostri ragazzi aderivano ma facevo notare che sempre più famiglie partivano a settembre pur avendo figli alle elementari per cui “l’emorragia di iscrizioni” all’ITC non dipendevano dal tipo di scuola ma dal Sistema Isola che stava fallendo. Quindi concludevo che se non si trovavano le cause e la cura per frenare il fallimento totale del sistema-isola, non serviva a niente cambiare l’indirizzo scolastico.
M. – Infatti avevi ragione: oggi abbiamo il Turistico e le iscrizioni non si sono affatto incrementate, questo conferma quello che dicevi.
V – Mi si dice che io critico solo e non propongo una alternativa per cui, per dimostrare che non era così elaborai e presentai un documento argomentato in cui mettevo la scuola al centro di uno sviluppo economico sostenibile per l’isola. Lo inviai personalmente al dirigente e a tutti i docenti poi a tutti gli amministratori comunali, alle persone che si occupavano di cultura, alle associazioni ricreative. Chiedevo di costituire una commissione di studio per rendere quelle idee un progetto esecutivo.
M. – Che successe?
V – Daniele Vitiello che era assessore nella amministrazione Porzio pubblicizzò il mio documento, invitò le persone che io avevo individuato e organizzò una riunione pubblica, aperta ai cittadini nella sala consiliare.
M. – Almeno Daniele capì l’importanza del tuo documento.
V – Non lo so se veramente capì l’importanza del documento o strumentalizzò quel documento. Scegliere di indire un’assemblea pubblica significava dare in pasto una materia delicata a tante individualità molte delle quali, sia di cultura sia di ambientalismo, erano nemici giurati. In quella riunione pubblica, tenutasi nella sala consiliare piena di persone, i cosiddetti esperti, cominciarono a parlare “a ruota libera” e a fare propaganda delle loro idee personali, dei loro sogni nel cassetto. La gente alla fine uscì frastornata per cui non si fece niente. Se quegli esperti venivano, al contrario, convocati a formare una commissione, allora sì, potevano individuare un coordinatore (che evidentemente dovevo essere io) e fissare di volta in volta degli ordini del giorno per discutere le tante problematiche da affrontare sistematicamente. Per farti capire in quella riunione pubblica, nella sala consiliare, Ernesto Prudente portò il suo progetto di recupero del Porto a S. Maria. Lo conosci, quello che lui diceva essere il vecchio porto Romano? E lui asseriva che da quel progetto bisognava partire per dare uno sviluppo organico all’isola. Cioè dovevamo eliminare la spiaggia di Santa Maria, i cantieri, le case, il deposito di Sigaretta, poi la scuola ecc. Che senso ha una chiacchierata del genere? Ed io in quella sede da comizio potevo dire all’amico Ernesto “che cosa stai bestemmiando?”
M. – Quindi tu pensi che non si vuole discutere per mettere ogni tassello al proprio posto, si fa “ammuina” volutamente?
V – Io penso che “l’ammuina” è funzionale a non governare questo paese. Io dico che se non c’è un gruppo di persone consapevoli delle tante piccole cose che bisogna far collimare, questa isola è destinata a diventare come abbiamo sempre detto “un villaggio turistico”. Adesso abbiamo un altro pericolo: oltre allo spopolamento anche il pericolo della penetrazione di capitali esterni. Quindi dobbiamo chiederci se non cambiano le cose: rimarranno solo i poteri forti a spolpare quel che resta di questa “gallinella dalle uova d’oro” o saranno altra gente?
M. – Di male in peggio!
V. – Hai visto che è successo alle gare pubbliche per i lettini e gli ombrelloni soprattutto a Frontone?
M. – Sì, ma noi lo abbiamo scritto nel nostro programma. Se l’amministrazione non sarà capace di gestire le Gare nell’interesse di dare lavoro ai giovani e nell’interesse di ridistribuire le ricchezze sarà la fine per i giovani di Ponza.
V. – Quello che è successo è un anticipo di quello che potrà succedere. I piccoli imprenditori verranno scalzati dai grandi imprenditori. Dare un reddito per la sopravvivenza sul nostro piccolo territorio – nel quale tra l’altro le zone economiche si vanno restringendo negli anni – è un imperativo irrinunciabile per la politica locale. E’ inutile dire “lotta allo spopolamento” e poi quando dobbiamo dare lavoro non stiamo attenti. A Frontone c’è gente che ha fatto offerte economiche di 100 mila euro. Come possono competere cooperative di giovani o ditte individuali a carattere familiare con queste offerte? Certo siamo in un sistema capitalistico ma non va bene, bisogna correre ai ripari a mio avviso.
M. – Comunque si dovrà discutere di come organizzare le cose ma la finalità di salvaguardare in primis quelli che hanno scelto di vivere a Ponza va senza dubbio perseguita. In questi giorni abbiamo visto un film significativo della incapacità amministrativa di fare sistema con chi vuole vivere sull’isola. Questa estate ci saranno dei giovani che l’anno scorso facevano i piccoli imprenditori, che hanno fatto degli investimenti e che quest’anno dovranno di nuovo fare manovalanza sotto padrone. Bisogna meditare molto bene ogni mossa che si va a fare in amministrazione.
V. – L’amministrazione Ferraiuolo ha rinunciato alla sua funzione di mediazione sociale, politica ed economica producendo ulteriore divisione e competizione. Chi è più forte mangia il più piccolo. Questa divisione favorisce i “Poteri forti” locali e permetterà progressivamente l’infiltrazione nel settore turistico di capitali esterni. Io spero che si riesca a costituire una compagine di persone consapevoli di ciò e che ci crede fermamente nella possibilità di governare per il bene comune quest’isola.