Canzoni

Una canzone per la domenica (192). Visto che è Pasqua…

proposto da Sandro Russo

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Ineludibili oggi il richiamo della Pasqua e, in stretto collegamento, causa canzone ad essa dedicata, Patti Smith, mai comparsa prima in questa rubrica. Grave mancanza cui ovviamo immantinente, complice la ricorrenza.

Pasqua in inglese si dice Easter. La radice è antichissima. Easter è parola imparentata con il tedesco Oster e in entrambi i casi il significato è lo stesso. Deriverebbe, secondo i filologi, da un proto-germanico austrōn, che a sua volta significa “alba”. E appunto l’alba, la primavera, l’Est (che avrebbe la stessa radice) sarebbero tutte collegate con la Pasqua. O meglio, con una festività che, in tempi lontani, onorava una divinità femminile, chiamata Eostre, e si celebrava in primavera.

Ora in Inghilterra e negli Stati Uniti Pasqua si dice Easter, in Germania Oster, ma in Francia è Pâque, che ha la stessa radice dell’italiano
Infatti l’etimologia della parola Pasqua è da ricondursi all’ebraico pesach = passaggio.
Nell’ebraismo la Pasqua indicava sia il passaggio dell’Angelo della morte che avrebbe risparmiato i primogeniti del popolo eletto qualora avesse trovato sugli stipiti degli usci il sangue degli agnelli pasquali immolati secondo prescrizione divina, sia il passaggio dalla schiavitù alla libertà degli Ebrei con l’attraversamento del Mar Rosso.

Nel Cristianesimo, la Pasqua indica il passaggio definitivo dalla morte alla vita di Gesù Cristo che avviene con la resurrezione ma anche, il passaggio, la trasformazione delle specie eucaristiche, pane e vino nel corpo e nel sangue del Signore (da https://www.etimoitaliano.it/ .

Torniamo a Patti Smith, importante musicista, poetessa e cantante americana (classe 1946), figura atipica e rivoluzionaria nel rock degli anni settanta, che è stata tra le grandi protagoniste del proto-Punk e della New Wave. Il grande carisma interpretativo e la suggestiva potenza delle parole delle sue canzoni le hanno fatto guadagnare il soprannome di ”sacerdotessa maudite del rock” (da Wikipedia).

Patti Smith e Robert Mapplethorp, nel 1967. Sono stati l’emblema di una New York che non esiste più (Credits – https://thevision.com/)

Nel 1978 Patti Smith aveva pubblicato un disco dal titolo emblematico, Easter, Pasqua. Conteneva il suo più grande successo commerciale di sempre, il brano Because the Night, ma conteneva anche una poesia che diede il titolo al disco stesso, Easter.
È Pasqua. Nell’intensa lirica della cantante, si mescolano immagini di semplice quotidianità. Lei e Isabella, e poi anche il marito Frederick e ancora Vitalie. Stanno camminando. È la domenica di Pasqua.

Qui il video originale da Youtube: Easter. Dal suo terzo album (1978).
Patti Smith group: Lenny Kaye, chitarra e basso, Jay Dee Daugherty, batteria, Ivan Kral, basso e chitarra, Richard Sohl, tastiere.
Video e foto di Robert Mapplethorp e Isabel Hegner

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YouTube player

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Il testo della canzone. Il cuore e la mente. Patti Smith si rivolge a Isabella perché avverte qualcosa che dal cuore va alla mente e viceversa. Qualcosa di unico e indivisibile, che non spezza l’unità dell’essere umano fatto tanto di cuore quanto di mente. Quella di Patti Smith è una meditazione, accompagnata da un ritmo musicale lento e avvolgente, una sorta di mantra, dove le tastiere occupano lo spazio principale di accompagnamento. Medita sul fatto che sta accadendo, Patti Smith. Niente di più, niente di meno.
Medita sulla Pasqua, medita sulla realtà della vita come ha sempre fatto nella sua arte.
Tutto è incandescente, Isabella. Tutto è compiuto, Isabella. E improvvisamente irrompe quel qualcosa che ridà la vita alla vita:

“Io sono la primavera, la terra santa,
Il seme infinito di mistero,
La spina, il velo, il volto di grazia,
L’immagine di bronzo, il ladro del sonno,
L’ambasciatore dei sogni, il principe della pace
Io sono la spada, la ferita, la macchia
Disprezzato figlio trasfigurato di Caino
Mi arrendo, io alla fine, torno
Ancora una volta io sono il sale, il riso amaro
Io sono il gas in un grembo di luce, la stella della sera,
La palla della vista che porta che getta le lacrime di Cristo
Morire e asciugare io risorgo stasera”

L’immagine accecante della trasfigurazione e della reincarnazione nel miracolo della Pasqua. Per questo Patti Smith è obbligata a chiudere con semplicità, con serena accettazione, nella consapevolezza che adesso la resurrezione è passata anche nelle nostre vite mortali: “Isabella, stiamo risorgendo”.
Quando scrisse questo pezzo Patti Smith era una trentenne nel pieno della vita. In modo profetico, senza saperlo, annunciava con Easter una tematica con cui poi la vita l’avrebbe costretta a confrontarsi in modo drammaticamente continuo: la morte (…). Prima quella del marito, poi quella dell’amatissimo fratello, poi gli amici di sempre come il fotografo Robert Mapplethorpe, e Andy Warhol, Kurt Cobain, e anche Jerry Garcia, Amy Winehouse…

Una sequenza di perdite che avrebbero stroncato chiunque e che lei invece ha vissuto sempre con immensa speranza nella Resurrezione. In ogni suo album da allora è sempre presente una canzone che paga pegno a una morte [da https://www.ilsussidiario.net/].

 

Testo originale e traduzione italiana (cliccare per ingrandire)

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