di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Sorry England, espoir en France… ma, orgoglio italiano, non c è una sola notizia buona in Europa da almeno sei anni.
Il 23 giugno 2016 la Gran Bretagna con un referendum decide, con una risicata maggioranza del 51 per cento, di uscire dall’Unione Europea dopo aver faticato moltissimo per entrarvi. Il presidente francese De Gaulle – che pure doveva enorme gratitudine agli inglesi che nel 1940 accolsero la sua “France libre” e da Londra inviò il suo celebre appello – aveva per ben due volte posto il veto all’ingresso nell’allora “Mercato Unico Europeo” costituito da soli 6 paesi.
Ma dopo De Gaulle gli inglesi erano stati accolti in un progetto di integrazione economica di un’area continentale che si era allargata al punto di comprendere 28 paesi. Ma il progetto prevedeva e prevede una integrazione sempre maggiore, non solo economica ma politica. É questo che gli inglesi temevano. Eppure avevano avuto ampie garanzie di “diversità”. Non entravano nella moneta unica. Non si doveva discutere con loro di “unione politica”. Non era necessario un referendum. In certi il referendum è strumento diretto pericoloso per la democrazia.
Ma anche senza gli inglesi l’Unione Europea si è rafforzata ed ha dimostrato una grande solidarietà con la guerra sanitaria del Covid 19. Adesso dimostra unità con la guerra in Ucraina. La Gran Bretagna oggi è ciò che prevedeva Churchill: lo stato n. 51 degli USA o lo stato “associato” come Portorico.
In Francia solo al secondo turno si saprà chi sarà il presidente. Macron deve vedersela con la Le Pen.
Sto leggendo in questi giorni le Monde su carta e mi convinco sempre di più che non mi resta che le Monde come giornale progressista di netto schieramento. Sta con Macron. Chiama i francesi ad un “fronte repubblicano”. Ma apre il confronto sulla “nuova sinistra”, la scomparsa dei socialisti e dei comunisti come in Italia e in Grecia. In Francia il crollo è perfino per i gollista che le Monde chiama la “droite“.
Speriamo per l’Europa e la Francia che vinca Macron perché è convinto europeista. In questo panorama riscopro un orgoglio italiano. Nonostante una “democrazia bloccata” ed una pubblica amministrazione arretrata l’Italia con Mario Draghi ha una politica economica e finanziaria ed una politica estera.
La via tracciata da Altiero Spinelli a Ventotene è in piena attuazione ma questo cantiere per una grande strada è in pericolo per il clima mondiale, per le fibrillazioni nazionali, per una Cortina di fuoco tra ovest ed est che ha accesso la Russia.
Dunque mi dispiace che gli inglesi non stiano in Europa, ho speranza nella Francia repubblicana, ho fiducia nell’Italia democratica e repubblicana. “Andare all’ideale e comprendere il reale” diceva Jean Jaures il primo socialista riformista della storia è Macron l’ha riscoperto per avere il voto della sinistra vecchia e giovane. Giovane soprattutto. I giovani sono il futuro.
vincenzo
15 Aprile 2022 at 07:03
Il signor Mazzella pur lamentandosi da anni che non si riesce a fare la ricostruzione di Casamicciola poi parla con ottimismo di questa Unione Europea che assolutamente non è quella sognata da Altiero Spinelli. Quella doveva diventare una Europa Socialista. Parlo di sogno europeo e non di fondazione infatti nei diari di Spinelli si può leggere chi ha finanziato il suo Movimento Federalista.
Ma di quello che è diventata l’U.E. lo lascio dire a un noto dissidente dell’unione Sovietica lo scrittore Bukowskij:
https://www.antoniosocci.com/la-ue-sempre-piu-come-lurss-il-grande-dissidente-russo-vladimir-bukovskij-lo-vide-per-primo/