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Ho deciso che invece di tenermeli dentro, i contorcimenti budelleschi causati da travisamenti, improvvisazioni, malafede, strafottenza, incuria e ignoranza, li scrivo e chiedo a questa enorme entità benefica che chiamiamo Redazione di Ponzaracconta di pubblicarli.
- In un servizio del Tg1 il giornalista, pugliese di Lucera, Giacinto Pinto, travolto dalla foga professionale e da rigurgiti anticomunisti mai sopiti, ma pessimamente indirizzati, ha ricordato anche con video la strage fatta ad Odessa dai cosacchi dello Zar, ricordata enfaticamente da Ejzenstejn nel suo film La corazzata Potëmkin. Peccato che i militari impegnati non fossero sanguinosi bolscevichi, ma, appunto cosacchi dello Zar. Tutti possiamo sbagliare, per questo si fanno i controlli, ma non tutti hanno lo stesso impegno del lavoro che contraddistingue i nostri di Pnzrakk: al Tg1 e in genere alla Rai e, allargandoci, in tutto il pubblico impiego si tira a fare il minimo possibile, senza dare troppo fastidio a chi in qualche modo, un giorno potrebbe “vendicarsi”. La nuova Presidente(ssa) sta sempre in diretta e i sette vicedirettori del Tg1 e la pletora di caporedattori sono sempre impegnati in ben altro. Così la giornalista del Tg3 Maria Cuffaro non rimane sola nelle inesattezze, le quali hanno sempre una valenza politica: nei primi giorni dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, gridava scandalizzata alla prima guerra in Europa dopo il 1945, rimuovendo, così un decennio di stragi fratricide nella ex Jugoslavia. Ma che importanza ha: quel che conta è stare sul pezzo!
- Le cavolate, diciamo così, le dice pure quella gran testa di Bernard-Henry Levy, che in un fremito di esaltazione mistica (quindi non politica) a proposito del tormentato presidente ucraino Zelensky, a pagina 18 di la Repubblica di oggi, afferma che:
«(…) Quando Zelensky scende nelle strade di Kiev nei giorni dei bombardamenti, dei peggiori attentati, mi ricorda un giovanissimo Winston Churchill per le vie di Londra nel settembre del 1940, al culmine del blitz tedesco». Peccato, mio caro Levy, che il combattivo Wilson fosse nato nel 1874, il 30 novembre, e che quindi nel settembre del 1940 avesse, ineluttabilmente, 66 anni (diconsi sessantasei), da compiere da lì a due mesi, ma sempre 66, troppi per definirlo giovane… “giovanissimo”, poi, proprio un azzardo! - Chiudo con la notizia da più parte confermata che i servizi segreti occidentali nell’autunno dello scorso anno informarono anche i responsabili dell’Unione europea che Putin stava preparando quello che poi criminalmente ha messo in atto, Nessuno ha preventivamente mosso una foglia.
Ieri sera a Che tempo che fa il direttore de La Stampa di Torino, Massimo Giannini, ha più volte ripetuto, che – fermo restando che Putin è responsabile di un’aggressione armata di uno stato sovrano – nulla delle tante cose che si potevano fare in campo occidentale per scongiurare il peggiorare dei rapporti, è stato fatto, anzi…
Note di chiusura
- Sulla natura fecale del presidente amico di Berlusconi (che sta ora, giustamente, in silenzio) e del capataz Salvini (tornato dalla tournée in cui ha fatto incetta di figure fecali), nessuno ha dubbi; come nessuno credo abbia dubbi sul fatto che il cervello non è un organo da mettere all’ammasso dopo essere stato oggetto di insane influenze emozionali.
- E’ riportato il link alla trasmissione di ieri sera di Che tempo che fa (la registrazione è obbligatoria, ma gratuita). Notevolissima l’apertura di Michele Serra sul collezionismo (!) (i primi 5 min circa della trasmissione)
- Buona giornata
Roma, 14 marzo 2022
Sullo schermo dietro Serra si può vedere – e la citazione è assolutamente pertinente – una immagine del film di Kubrick, Il dottor Stranamore (1964), che è stato il filo conduttore dell’epicrisi di domenica 6 marzo
La Redazione riporta Michele Serra
15 Marzo 2022 at 06:28
La sintesi dell’intervento a Che tempo che fa (puntata del 13 marzo) –
Serra si presenta in apertura di trasmissione con un galletto di ceramica. E’il suo preferito, di una collezione di 30 esemplari. Gli serve per introdurre il suo discorso che verterà sul “collezionismo”…
“Sono qui per parlarvi da scimmia a scimmia. Per distruggere l’umanità bastano e avanzano una cinquantina di bombe termonucleari. Dette familiarmente bombe atomiche. Però nel mondo le atomiche non sono cinquanta. Sono quindicimila.
La domanda, dunque, è questa: se per annientare il nemico e anche l’amico bastano cinquanta atomiche, perché ne abbiamo costruite quindicimila?
Una risposta razionale non esiste. Nemmeno la più cinica logica di guerra può giustificare uno spreco così demente.
Se fossimo al bar vi direi: questa è la prova del fatto che siamo, come specie, non solamente malvagi. Siamo anche coglioni.
Ma se nel bar ci fosse uno psicoanalista potremmo fare un passetto in più: ci spiegherebbe che un accumulo così smisurato è una forma di collezionismo. Il collezionismo è studiato, in psicoanalisi, tra le perversioni. I collezionisti più accaniti sono i russi e gli americani, ne hanno molte migliaia. Seguono Cina e Francia, circa trecento a testa. Dilettanti.
Hanno l’atomica anche India, Pakistan, Gran Bretagna, Israele e Corea del Nord. Nove paesi in tutto. Democrazie e dittature unite nella lotta al buon senso. L’Italia non dispone di atomiche in proprio, ma ne ha una settantina, diciamo così, in affido, nelle basi Nato sul nostro territorio. Non le abbiamo fatte noi, ma le curiamo come se fossero nostri figli.
Nel diritto internazionale ci sono parecchie armi messe al bando. Sono le armi biologiche, le armi chimiche, le mine antiuomo, le bombe a grappolo.
Poi le si usa lo stesso, si sa, ma almeno formalmente sarebbe vietato farlo. La bomba atomica, no. Non è al bando.
L’Onu, da quando è nata, ci ha provato, a mettere al bando la bomba, anche pochi anni fa, nel 2016. Quali sono i 37 paesi che nel 2016 hanno votato contro il disarmo nucleare? E’ così banale che quasi mi vergogno a dirlo: sono i paesi che hanno l’atomica, più i loro alleati militari. Compresa l’Italia, che nel 2016 ha votato contro il piano internazionale di messa al bando.
Nel 1955 Albert Einstein e Bertrand Russel scrissero un appello per il disarmo firmato da una decina di premi Nobel. Diceva: “Vi chiediamo, se vi riesce, di mettere da parte le vostre opinioni e ragionare semplicemente in quanto membri di una specie biologica che rischia di estinguersi”.
La parola più audace, più utopistica, nella frase che vi ho appena letto, è l’uso del verbo “ragionare”. Non credo sia alla nostra portata”.
Per chi non ha accesso a Raiplay, l’intervento si trova anche il breve video 4’51” sulla pagina Facebook di Che tempo che fa
vincenzo
15 Marzo 2022 at 08:30
Da scimmia a scimmia.
Le banane costano sempre più care e sono anche OGM.
Lo zoo europeo sta diventando sempre più sporco e inquinato.
Le gabbie si fanno sempre più strette e puzzolenti.
Le scimmie senza green pass vivono nei sotterranei.
Il lavoro nello zoo europeo è quello di allietare i signori uomini, pochi ma illuminati.
C’è sempre più rabbia e odio tra le scimmie, represso dalla paura di finire nei sotterranei.
Non c’è speranza.
Da scimmia a scimmia: come è potuto succedere tutto questo?