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Gradevolissima immersione ieri sera nelle emozioni del grande cinema grazie al film-documentario che Giuseppe Tornatore ha voluto dedicare al suo amico (si può dire, dopo 30 anni di frequentazione, iniziata come rapporto di lavoro), Ennio Morricone.
Nel 2018 Tornatore ha scritto “Ennio. Un maestro” (Ed. Harper Collins), una lunga intervista al musicista compositore; in Ennio “ne riprende argomenti, andamento cronologico e tono disteso, modesto, autocritico con cui Morricone si era concesso alle sue domande. Attorno a lui, nel film, una schiera di musicisti, registi, colleghi ed esperti portano testimonianze rilevanti e inerenti una carriera straordinaria”.
Questa tipologia di film-antologia, quando è condotta con sapienza e fluidità di tocco lascia lo spettatore un po’ frastornato, sospeso tra l’emozione di film già visto e il desiderio di vedere quelli che gli sono sfuggiti. Ricordo per tutti Un secolo di cinema – Viaggio nel cinema americano di Martin Scorsese (A Personal Journey with Martin Scorsese Through American Movies; 1995) in cui è la voce narrante dell’autore che fa da filo conduttore, attraverso il ricordo delle personale emozioni che gli sono state suscitate dai film presentati.
Del film resta la sorpresa di scoprire la firma di Morricone in brani musicali in cui non sospettavo neanche avesse messo lo zampino lui – l’inventore dell’arrangiamento, rispetto all’accompagnamento musicale di prima -, delle canzoni di Mina, Gianni Meccia, Edoardo Vianello, Gianni Morandi; la ricchezza e la varietà delle testimonianze, tantissimi cantanti, attori e registi… tra tutti Bernardo Bertolucci, Morandi, Verdone…
Particolare quella di Clint Eastwood, l’eroe dei film di Sergio Leone, di cui il regista diceva che aveva solo due espressioni: ‘col cappello’ e ‘senza cappello’. Dice di Moricone Clint, con ironia: – È riuscito a drammatizzare perfino le mie interpretazioni… e non era facile!
Trailer ufficiale del film da YouTube:
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Di Morricone si è già detto tutto. Ho condiviso la bella recensione del film comparsa su www.mymovies.it a firma di Raffaella Giancristofaro. Da mymovies.it riprendo anche (e riporto in chiaro) l’integrazione di Crispino Seidenari, “Il genio sovversivo”, di martedì 1 febbraio 2022
Sebbene sia impossibile circoscrivere in termini umanamente comprensibili il genio superlativo e rivoluzionario di Ennio Morricone, questo documentario riesce a svelare una parte del mistero che racchiude la sua straordinaria, prolifica creatività.
Ripercorrendo le tappe della sua formazione, ricostruendo i rapporti con i maestri e i colleghi del conservatorio, Tornatore risale alle scaturigini del suo talento.
Terminati gli studi, Morricone diviene arrangiatore della RCA e allo stesso tempo comincia a comporre musiche per il cinema. Pur rimanendo convinto per molti anni che si tratti di un’occupazione provvisoria, seguendo il suo istinto, non smetterà più di comporre per i film, allontanandosi dal mondo accademico che disdegna quel genere di attività.
Segnato dal senso di colpa indotto dai musicisti del tempo, che in maniera più o meno esplicita lo accusano di aver svilito, tradito la composizione musicale, prostituendola ad un ruolo minore, tenterà di riscattarsi per tutta la vita aspirando ai vertici dell’espressività umana e facendo della sua musica la mediatrice ideale tra la realtà intelligibile, oggettiva delle immagini e la realtà sensibile, individuale dello spettatore.
Con profonda umiltà, con una dedizione esclusiva alla professione, sempre insoddisfatto, immerso nella ricerca insonne, febbrile ossessiva della perfezione, tenta senza requie si superare sé stesso, apparendo all’esterno come una artista inarrestabile, incapace di fermarsi, perennemente posseduto dal demone creativo. Il suo pensiero si nutre di un’estenuante, macerante ricerca sulle potenzialità espressive del linguaggio musicale, sulle sue possibilità di rivelare ciò che la ragione non riesce a cogliere.
Tutto questo produce il miracolo. La sua musica diviene una voce narrante che trasfigura la realtà obiettiva della scena cinematografica, arricchendola di senso, di bellezza, di mistero. Una nuova presenza in grado di plasmare, nella sensibilità dello spettatore, significati, sensazioni, emozioni che le immagini e le interpretazioni dei protagonisti, da sole, non potrebbero mai evocare.
Morricone ha emancipato la musica del cinema dalla sua funzione accessoria, trasformandola in essenza narrativa. Le sue colonne sonore sono importanti almeno quanto i film che hanno valorizzato, impreziosito con la loro forza espressiva. La sua musica non è al servizio del cinema, la sua musica è il cinema. Morricone è un genio che ha saputo “erotizzare” la percezione del cinema attraverso la sua sensibilità visionaria.
Con la sua sintassi rivoluzionaria, spezzando e distruggendo alle radici le concezioni preesistenti, Ennio Morricone è stato un artista che, come pochi nella storia, ha contribuito ad ampliare l’orizzonte della coscienza umana, ad approfondire la sensibilità collettiva.