Attualità

L’opposizione consiliare difende Ponza da ogni collusione con le mafie

Riceviamo dal Gruppo Consiliare di opposizione e pubblichiamo

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Basta con le allusioni. Con le mafie Ponza non c’entra
di Franco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo e Piero Vigorelli

Per la seconda volta in questi ultimi anni, Ponza è stata tirata in ballo, con poco velate allusioni, in vicende che riguardano la presenza di mafie nel sud pontino.
E per la seconda volta si tratta di una bufala.

La prima volta è stata nel dicembre 2014, quando è scoppiato lo scandalo di “Mafia Capitale” (che poi mafia non era, come da sentenza).
C’erano state delle mire dei delinquenti per un’abitazione in ristrutturazione in località Cuore di Gesù… Peccato – per quei delinquenti – che dal 2010 al 2014 i Carabinieri, la Magistratura e il Comune di Ponza, avevano già da tempo sequestrato il cantiere e bocciato i lavori.

Dall’altro ieri, Ponza è vittima di una nuova allusione, legata alla “Operazione Tritone” che ha visto 65 arresti in zona Anzio-Nettuno-Aprilia, che ha coinvolto esponenti di due gruppi della mafia calabrese (la ‘ndrangheta). Costoro operavano su tre fronti: il traffico di stupefacenti, il traffico di armi e l’aggiudicazione di appalti comunali (principalmente, operazioni di spurgo degli impianti fognari).

Carissimi Ponzesi, abbiamo letto con attenzione le 1.302 pagine del Giudice per le Indagini Preliminari di Roma, dott. Livio Sabatini,, che ha rinviato a giudizio i 65 personaggi della “Operazione Tritone”.
Abbiamo anche letto che alcuni siti locali hanno inzuppato il pane sulla vicenda, alludendo a un coinvolgimento della nostra isola in operazioni illegali ad opera dei clan oggi agli arresti. Di Ponza si accenna alle pagine 509-510 dell’inchiesta.
Che cosa è scritto? Leggiamo insieme.
“Talune conversazioni captate nel mese di gennaio 2019 hanno rilevato l’interesse di Perronace Davide nell’esecuzione di lavori, verosimilmente in sub appalto, nei porti di Anzio e Ponza…”. Più avanti si accenna anche al depuratore di Ponza e a un macchinario per il trattamento dei rifiuti urbani sulla nostra isola.
Ora, il Perronace è uno dei principali imputati della “Operazione Tritone”.  Nelle conversazioni intercettate costui vanta amicizie con politici di Anzio, che non sono indagati, e fa trasparire la sua acquolina in bocca per possibili appalti milionari nei quali vorrebbe infilarsi.
E’ noto che l’appetito vien mangiando.
Tutto qui… Chiacchiere e fanfaronate.
Questo è sufficiente per proclamare un coinvolgimento di Ponza nei loschi affari della ‘ndrangheta?Assolutamente no! Ponza non c’entra con le mafie.

Ultima considerazione. È  l’attuale opposizione consiliare che oggi difende la dignità di Ponza, mentre l’attuale maggioranza è silente.
Le conversazioni intercettate dalla Magistratura sono del gennaio 2019, epoca Ferraiuolo.
Avremmo potuto cavalcare l’onda del marcio della “Operazione Tritone”, per alludere a un coinvolgimento del Comune.
Non lo facciamo, perché siamo persone perbene, che leggono le carte ed esprimono giudizi comprovati dai fatti.
Al contrario di quanto avvenne nel 2014, quando l’allora opposizione (Franco Ferraiuolo) proclamò ai quattro venti che con “Mafia Capitale” era stata gettata una “ombra infamante” su Ponza e sull’Amministrazione Vigorelli, perché l’isola era “coinvolta in losche faccende”.
Questa è la differenza fra noi e loro!

 

Nota
Il documento inviato per la pubblicazione includeva anche un file .pdf con una lista (parziale) di persone soggette a misura di custodia cautelare, che nella trasposizione abbiamo omesso (nota della Redazione)

 

1 Comment

1 Comments

  1. francesco ferraiuolo

    21 Febbraio 2022 at 11:36

    Certo che c’è una differenza! Voi siete l’opposizione delle fanfaronate e non perdete occasione per alzare fumi di paglia (…o di code di paglia ?) anche su argomenti marginali che voi stessi definite “chiacchiere e fanfaronate”.

    Difendete Ponza anche dalle vostre “chiacchiere e fanfaronate”!

    Nel dicembre 2014, l’articolo dal titolo “Carminati voleva conquistare Ponza”, pubblicato in Cronaca di Roma de Il Messaggero si parlava di un’intercettazione del 13 dicembre 2012, da cui si desumeva l’implicazione di un assessore ed un funzionario del Comune di Ponza nella pianificazione di una speculazione immobiliare da farsi sulla nostra isola, al punto che gli appartenenti a quella che gli inquirenti definivano “associazione di stampo mafioso” si permettevano di dire: “in comune ci avemo gli appoggi giusti”.

    Quindi, non l’esplicitazione, come nell’attuale caso, di una idea espressa da parte di un personaggio che pensava di infilarsi negli appalti (che almeno per quanto riguarda Ponza tale è rimasta), ma, all’epoca, di fatti, circostanze e personaggi, concretamente indicati, che riguardavano direttamente il Comune di Ponza.

    A fronte di un articolo di stampa che dal tenore delle intercettazioni riportate, lasciava intravedere uno scenario inquietante per il nostro comune, credo sia stato ampiamente giustificato il dovere di invitare il Sindaco dell’epoca, nell’ambito dei poteri a lui conferiti, a fare gli opportuni accertamenti onde ottenere chiarezza su quanto rivelato dal giornale, con le note inviate l’11 ed il 15 dicembre 2014 (*), a suo tempo pubblicate anche su ponza racconta ed a cui si rimanda per capire meglio di cosa si parlava.

    L’accusa di non difendere la dignità di Ponza la rimando al mittente.

    Non certamente alla mia persona si può rivolgere questa accusa; ricordo a tutti che io nel 92/93 fui il principale artefice per assicurare il territorio dell’ex miniera Samip al patrimonio comunale, facendo si che venissero bloccate le aste per la sua vendita, con le quali si correva il rischio dell’intrufolamento nella nostra isola di probabili forme criminali.

    Quindi, non cavalcate di onde… ma fatti concreti.

    (*) a cura della Redazione i link delle due note citate dal Sindaco e pubblicate su Ponzaracconta
    Lettera aperta al Sindaco di Ponza del 12 dicembre 2014
    Replica al Comunicato Stampa di Vigorelli del 15 dicembre 2014

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