di Giuseppe Mazzella
L’anno che si sta svolgendo porta con sé per le nostre isole problemi irrisolti e nuove opportunità. In cima ai pensieri di tanti il PNRR (leggi qui e qui) che può dare un vero scossone alle lentezze burocratiche e amministrative. E il nostro sito sta ospitando un interessante dibattito, meritevole di approfondimento. Ma tutto questo non basta. E’ come indicare che ci sono dei concorsi, ma i concorsi bisogna vincerli e per farlo è necessario attrezzarsi e prepararsi. E non siamo ancora particolarmente preparati. Se può consolare la maggior parte delle regioni è in forte ritardo e così tanti comuni come quello della nostra isola. Con questo non voglio frenare la volontà di accesso ai contributi europei – tra l’altro sono stato io stesso a scriverne su questo sito – che cercheranno di sollevare gli Stati dagli effetti deprimenti derivanti dal Covid-19, ma credo che non basti. Non è sufficiente aspettare la “manna dal cielo”. Ci vuole la volontà nella collaborazione in quello che oggi è chiamata transizione ecologica, una mèta verso la quale Ponza è naturalmente vocata.
Quello che pavento, e non sono l’unico, è sprecare questa opportunità, e così come è accaduto in passato, e anche di recente, il tutto si traduca in un grande flop, con ricadute positive solo per pochi “fortunati”. Si ha la sensazione che si stia assistendo all’assalto alla diligenza, more solito italiano. Basti vedere quello che è accaduto con il superbonus nell’edilizia, anche per una certa insipienza legislativa, e potremo immaginare i guasti gravi che tale atteggiamento procurerebbe a tutti i cittadini, con l’aggravante che parte di questi “aiuti” dovranno essere restituiti con gli interessi e finiranno per aggravare le casse dello Stato e quindi peseranno su tutti i cittadini.
In questo scenario si è poi inserito in questa settimana l’avvio dal 2024 alle aste per l’utilizzo delle concessioni demaniali marittime, aperte all’intera Europa. Una scelta secondo me molto rischiosa, che metterà in crisi altre nostre attività chiamiamole di bandiera. Da quasi un secolo l’Italia è famosa nel mondo per l’offerta balneare. Dopo la dispersione del grande patrimonio di quasi tutte le società partecipate, ex I.R.I., corriamo ora il rischio di indebolire ancora di più il nostro tessuto produttivo. Una scelta che altri Paesi europei, come la Spagna e il Portogallo, hanno saggiamente evitato, rinnovando semplicemente le vecchie concessioni. A parte le evidenti contraddizioni costituzionali tra attività costiere e tutela dei confini nazionali, questa scelta potrebbe essere devastante per Ponza. L’ingresso di potentati economici multinazionali, con cui la piccola economia familiare isolana non è in grado di competere – parliamo di pontili e concessioni di spiagge e aree marine – sarebbe l’inizio della fine.
Per questo bisogna trovare soluzioni immediate per contrastare questo indirizzo, che impoverirebbe ulteriormente la nostra economia e quindi la vivibilità. A pensar male, sembra che dietro tutto questo ci sia un disegno perverso: impoverire gli italiani e piegarli alle decisione di pochi. Solo nel prendere coscienza di ciò e in una maggiore coesione sociale sarà possibile contrastare questa deriva. L’attuale governo ha prorogato di sei mesi per trovare la quadra per le concessioni. Auguriamoci che sia in grado di rettificare al meglio. Il rischio, ovviamente, è anche quello di attirare economie oblique come fa capire la recente notizia di arresti di soggetti operanti ad Anzio e a Nettuno e che, riferisce la cronaca (leggi qui) cominciavano a guardare anche alla nostra isola.
Voglio però ancora sottolineare che in politica si sta promuovendo una metodica degli aiuti per le varie emergenze, che mi ricorda molto da vicino i “conforti” borbonici ai ponzesi per convincerli a restare. Un atteggiamento che sta producendo una certa rilassatezza, tanto c’è lo Stato che provvede per ogni cittadino dalla culla alla bara. Ovviamente credo che in periodi di emergenza gli aiuti sono necessari, ma vanno seguiti da azioni strutturali mirati. Ricordo che il grande Don Bosco diceva che se vuoi aiutare un povero a risollevarsi, non basta fargli la carità, ma lo devi mettere in condizioni di provvedere a se stesso, fornendogli gli strumenti adeguati. Non è proprio quello che si sta facendo in questo momento.
A tal proposito le riflessioni di Francesco de Luca (leggi qui) calzano a pennello, quando lamenta una coscienza collettiva e una visione politica degli isolani. Cioè bisogna interrogarsi e decidersi su quale sarà il nostro destino, quali mète raggiungere e in vista di quella indirizzare le scelte. Appare abbastanza evidente che queste risorse vadano utilizzate per dotare l’isola di quelle infrastrutture necessarie che assicurino una migliore vivibilità. Senza, la parabola discendente, continuerà, da comunità viva e organizzata a villaggio turistico estivo.
Sulla stessa linea della mancanza di senso di comunità si esprime il mio coetaneo fornese Antonino Feola (leggi qui). Bene scrive da Ischia Giuseppe Mazzella di Rurillo, forte della sua lunga esperienza umana e politica (leggi qui), che chiede ad alta voce realizzazioni in tempi congrui i cui effetti diversamente sarebbero inefficaci. Ed è ancora l’amico ischitano a chiedere al Consiglio Comunale, dopo quattro anni di inattività dopo il devastante terremoto, la convocazione di un consiglio straordinario di Casamicciola Terme (leggi qui) rivedendo e modernizzando uno strumento essenziale che è quello del Piano regolatore fermo al 1983. Stessa situazione per Ponza il cui vecchio e coevo piano regolatore è però in fase di aggiornamento.
Quello che va fatto adesso è concentrarsi sulle priorità, che dovranno essere scelte in vista di un traguardo ben definito. In ultima sintesi solo lo Stato e gli Enti pubblici, potranno essere in grado di contrastare le debordanti multinazionali dell’economia, restituendo legittimità e tutela ai cittadini. In questa visione complessiva problemi come quello della raccolta rifiuti (leggi qui) e dell’isola ecologica, troverebbero una giusta e adeguata realizzazione.
Tra le notizie positive della settimana quella dei lavori di consolidamento della falesia del cimitero (leggi qui), che dovrebbe porre fine ai disagi degli ultimi anni e il clima di attesa festosa per il San Silverio dei pescatori, che verrà celebrato la prossima domenica 27 (leggi qui).
Pasquale Scarpati con la sua nuova puntata nel passato (leggi qui) ricorda sul filo della nostalgia la scuola di una volta, dove il maestro rappresentava un importante punto di riferimento per l’educazione dei giovani. Una figura e una funzione importante che purtroppo è andata perdendo nel tempo smalto e centralità, il tutto in un clima (leggi qui) di severità che costituiva il primo grande esame per affrontare la battaglia della vita.
Emilio Iodice ha pubblicato recentemente su Amazon il suo ultimo lavoro: “Trasformazione”. Tano Pirrone lo recensisce (leggi qui) e lo segnala come un nuovo e aggiornato manuale per approfondire la realtà sempre più complessa nella quale ci troviamo a vivere. Uno studio che tornerà certamente utile nelle lezioni che Emilio terrà a Ponza nella prossima primavera agli studenti dell’istituto superiore, per aiutarli a formarsi negli impegni di lavoro, sociali e politici. Ancora Francesco De Luca (leggi qui) trae dal quotidiano spunti di riflessione sulle umane vicende che sembrano ripetersi nel tempo pur con diversi soggetti. Altra notizia positiva, (leggi qui) la presenza periodica a Ponza e a Ventotene di uno specialista pediatrico, a tutela delle nostre risorse più preziose, le nuove generazioni, alle quali sarà affidato il futuro della nostra isola.
Infine, come capita spesso, dobbiamo fare i conti con le notizie di chi lascia questo mondo e che ci vedono coinvolti perchè hanno fatto parte della nostra vita e fanno parte dei nostri ricordi. E’ il caso della scomparsa di Brigida, amica di vecchia data con la cui famiglia abbiamo avuto sempre splendidi rapporti. E’ il caso della morte di Fausto Cigliano, il cantante melodico napoletano che della musica, della buona musica aveva fatto scopo e linfa della propria vita.
Ndr: In copertina Foto Roberto Monaldo / LaPresse
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