Racconti

Percorsi di un tempo… ’A barracca ’i Cianfànvr’

di Domenico Musco

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’A barracca ’i Cianfànvr’, al secolo Vincenzo Bosso, era composta da due piccoli manufatti di lamiera: uno pieno di attrezzi agricoli, l’altro una specie di minuscola abitazione. Si trovavano sul ciglio della Guardia Guarini, sullo stradone che porta al Fieno dopo la biforcazione per il Semaforo di Monte Guardia. Lì, prima di iniziare, a mano sinistra, la discesa per il Fieno, sulla destra, si stacca il sentiero che porta giù al piazzale di Chiaia di Luna: è una specie di pianoro, crocevia per tutti quelli che uscivano dall’abitato per “andare in campagna”.

Per dire della immutabilità del luogo, quando tracciarono la nuova strada che conduceva al Faro della Guardia, tutti i contadini della zona erano contrari perché, così tutti potevano arrivare al Faro della guardia e così rovinare la loro tranquillità e il loro amato silenzio.

La caratteristica di quel luogo è il panorama impressionante sul porto e su quasi tutta l’isola, punto  di passaggio obbligato per chiunque  si incammina, ancora oggi, da quelle parti.

All’epoca, contadini, cacciatori escursionisti, tutti venivano accolti in modo benevolo dal proprietario Vincenzo Bosso .
Il tratto peculiare di quest’uomo era che gli arti inferiori andavano per conto loro quando camminava; infatti il nome deriva da cianfa che sarebbe zampa (o gamba) e vanvera (a vento, a casaccio). Da qui il soprannome .

Vincenzo dopo i saluti di rito a chiunque passasse, faceva l’invito di entrare nella sua casetta e immancabilmente offriva il bicchierino di sambuca; a qualunque ora del giorno! Solo e sempre sambuca!
Il bicchierino era veramente piccolo: 3 cm di altezza con un diametro più o meno uguale con la parte inferiore molto più stretta, praticamente conico con tanti decori sul vetro .

Vincenzo, per chi lo ricorda,  è stato per tutta la vita un contadino ma il suo impegno di maggior rilievo era di essere rappresentante di lista del Partito Comunista. Nella sezione c’era sempre Ninando (famoso sarto di Ponza insieme alla madre ‘’Ddulurata) [leggi qui], che era invece  democristiano .

Scorcio di Chiaia di Luna dalla Guardia Guarini

La strada, grande a quei tempi, era perfettamente pulita da erbacce e il manto era di pietre, di roccia intagliata, messe a terra a mano… lavoro mostruoso!
Un gran numero di persone si muovevano ogni giorno dal centro abitato a livello mare per le località Scotti, faro della Guardia, Semaforo e Fieno per lavorare la terra; portavano con sé uno o due sacchi per raccogliere erbe commestibili, erba per conigli e galline… la vita contadina di un tempo.

Ne sono passati di anni da quando anch’io frequentavo quelle zone, ma tornandoci, per andare a trovare i pochissimi rimasti giù alle cantine del Fieno, i ricordi di un tempo hanno ripreso vita.

La famosa marènn’ (merenda) del Fieno e le cantine animate sono ormai una rarità.
Ora il sentiero – quello che era una grande strada – è invasa dalle erbacce e dai rovi. Il passaggio si è ristretto quasi a rappresentare fisicamente quanto lo spazio dei nostri ricordi si è ridotto.
Per questo è necessario scriverne, perché solo così persone care e luoghi amati non scompaiono.

La Guardia Guarini dal drone (Immagine dal video di Alessandro Tagliamonte)

***

Appendice del 7 febbr. (cfr. commento della Redazione)

Un articolo su Ponza d’altri tempi – siamo negli anni ’80, ricordata da Rita Bosso: Primo maggio in compagnia

1 Comment

1 Comments

  1. La Redazione

    7 Febbraio 2022 at 13:18

    Rita Bosso ci segnala un articolo suo sul sito, dell’aprile 2020, con un bel ricordo di un’altra Ponza, coesa e solidale, in cui figura anche Vincenzo Bosso.
    Una sua foto, per chi non lo ricorda, nell’articolo di base

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