di Vincenzo Ambrosino
Vincenzo e Mariano stanno affidando alle pagine di questo sito le loro riflessioni sullo stato e i problemi dell’isola alla ricerca di idee per il presente e progetti per il futuro. Il confronto, nato qualche giorno fa (leggi qui), continua oggi con questo nuovo contributo.
La Redazione
Non ci sono stati molti commenti alla nostra prima chiacchierata, ma quello di Enzo Di Fazio nella sua epicrisi dal titolo “Timidi segnali di fumo” va sottolineata.
Scrive Enzo: “Sono stato spesso sostenitore di quanto importante sia guardare oltre i confini dell’isola ma ho anche cercato, assieme ai colleghi della Redazione, di suscitare, quando possibile, l’attenzione nei confronti dei tanti problemi isolani. A volte ci siamo riusciti, altre volte no, vedi il nulla che è seguito al tentativo di avere, con l’articolo pubblicato il 28 dicembre 2021, delle risposte alle tante domande che abbiamo fatto e che si è posta la comunità isolana. E in questo nulla che ci avvolge, ecco apparire, come timidi segnali di fumo, la lettera che Mariano De Luca ha rivolto e consegnato a tanti ponzesi nel mese di settembre e che, proposta da Vincenzo Ambrosino, è stata pubblicata qualche giorno fa sul nostro sito.
In maniera pacata, signorile come è nel suo stile, Mariano pone sul tappeto tutti i problemi dell’isola, dai collegamenti marittimi alla carenza sanitaria, dal piano di riassetto idrogeologico al decoro urbano.
Non dà giudizi ma non cela lo scetticismo che prova nei confronti degli attuali amministratori così come nei confronti di quelli passati e lancia un appello, pensando alle prossime Amministrative, agli uomini di buona volontà – è proprio il caso di dirlo – che abbiano idee, lontane dagli interessi individuali, da mettere insieme per il bene comune. Alla lettera di Mariano non hanno fatto seguito commenti.
Mi auguro, ci auguriamo, che Mariano abbia raccolto, durante questi mesi che sono trascorsi, idee di governo per trasformarle in impegno propositivo, come lui stesso auspica nel concludere la lettera.
Così come auguro a lui e a tutti i ponzesi anche la risoluzione del problema delle esalazioni del depuratore e quello della raccolta dei rifiuti che ancora Mariano con la lettera aperta del 16 novembre dello scorso anno portò all’attenzione degli amministratori.”
Vincenzo – Mariano, nessuno commenta, tutti amano l’isola, tutti la vorrebbero migliore ma nessuno perde il suo tempo neanche per fare un commento, non importa se pro o contro, che ne pensi di questo?
Mariano – Io penso che si stia silenziosamente e in ordine sparso abbandonando la nave alla deriva. Salviamo individualmente quello che possiamo ma c’è molta sfiducia nel futuro di questa isola. Questa è una cosa grave ma dobbiamo ammetterlo ed è per questo che ne stiamo parlando anche in modo così franco e chiaro.
V. – Mariano tu sapendo questo continui a giustificare tutti: “hai detto che ognuno ha le proprie ragioni”, come a dire che nessuno ha torto, tutti sono giustificabili. Così se l’isola si trova in queste condizioni non è colpa di nessuno?
M. – Non ho detto questo, ho detto che ognuno ha le sue ragioni, le sue scusanti. Gli amministratori in carica possono dire che è colpa della precedente amministrazione dalla quale hanno ereditato debiti e appalti fasulli. Per giustificare lavori pubblici che non si realizzano possono dire che “i lavori non si fanno per colpa dei finanziamenti che non arrivano” oppure ancora possono dire “che è difficile fare a Ponza perché non c’è partecipazione”.
Quelli che stanno all’opposizione parlano invece di incapacità di quelli che governano.
I cittadini che pagano le tasse dicono “che chi comanda fa le leggi e deve essere capace di farle rispettare”. Io mi chiedo: A che serve e anche ‘a chi’ serve continuare in questo gioco del rimbalzo delle responsabilità? Io dico che chi governa ha più responsabilità degli altri, ma chi ce li ha mandati a governare se non noi? Ma poi mi chiedo ancora: Avevamo alternative? Quelli che hanno governato l’isola da sempre, li conoscevamo. Ci conosciamo tutti, di tutti conosciamo pregi (pochi) e difetti (tanti). Questa è la riflessione da fare! Siamo quel che siamo eppure spetta a noi cercare una strada per salvare “capre e cavoli”.
V. – Come sei arrivato a fare questi ragionamenti?
M. – Io ho fatto delle esperienze a Ponza. In particolare due mi hanno fatto capire quanto è complicato organizzare delle cose a Ponza. Sono stato Presidente nel comitato di San Silverio e ho fatto anche il presidente della Confcommercio.
V. – Il Comitato di San Silverio, come quello di S. Giuseppe, è servito a molti come trampolino di lancio per poi diventare amministratori.
M. – Lascia perdere questi particolari! Se sono entrato nel comitato di San Silverio era perché ero e sono un credente e poi volevo contribuire a fare una bella festa in onore del nostro patrono. Sono diventato anche Presidente di quel comitato. La festa di San Silverio la vogliono la maggior parte dei ponzesi, la vogliono bella ed emozionante. Per cui se queste erano le aspettative credevo che ci fosse la massima collaborazione da parte di tutti. Purtroppo non è così neanche in quel frangente. Puoi contare su poche persone che si rendono sempre disponibili; il resto dei partecipanti ha sempre da fare cose più importanti e la maggior parte resta a guardare e poi a criticare.
V. – E come presidente della Confcommercio?
M. – Ci si riduce a fare delle riunioni con il Comune quando ci sono le emergenze e a inviare qualche lettera agli amministratori per rivendicare una o l’altra istanza. Ma fare una riunione con i soci, fare un progetto e portarlo avanti diventa difficile, avvilente, per cui alla fine ti stanchi e ti isoli. Da queste esperienze ho capito che la capacità individuale a Ponza viene espressa solo a livello privato, ma una somma di iniziative private non producono un risultato né per la collettività, né per l’isola. L’immagine dell’isola, il giudizio sui ponzesi ogni anno diventa sempre più negativo.
V. – Ma ragioniamo: secondo te è proprio tutto da buttare quello che i ponzesi hanno fatto in passato alle prese con l’impegno in amministrazione comunale? Non possiamo salvare qualcosa, un’idea, uno spunto amministrativo che ci può essere d’aiuto per i nostri ragionamenti?
M. – Questo lo potresti dire meglio tu che conosci la storia politica amministrativa da prima di me. Io ero giovanissimo nel 1987 quando presi la tessera del PSI e tu eri segretario del sezione del PSI di Ponza.
V. – Hai ragione Mariano posso dirlo io. Ma dirò solo le cose positive che hanno fatto i ponzesi che possono servire alle nostre analisi per il futuro. L’amministrazione del 1975 portò la democrazia a Ponza dopo anni di dittatura. Nel 1978 si chiuse la miniera. Don Mario fu un buon Sindaco, coordinò molto bene una compagine eterogenea e inesperta. Nel 1982 il Piano Regolatore generale, cosa importantissima per pianificare lo sviluppo dell’isola. Nel 1982 fu approvata la legge Regionale di Gabriele Panizzi: La Regione allora era un punto di riferimento vitale per l’isola. Salto Ferraiuolo Sindaco dal 1980/85. 1985/87 Lamonica Sindaco. Quell’amministrazione durò due anni, ma portò una novità. Quegli amministratori incoraggiarono i commercianti ad organizzarsi. Il motto fu: “Senza controparte organizzata non si può governare”.
M. – Scusa se ti interrompo, questo significa che senza imprenditori, commercianti, tassisti, operatori della nautica, che si uniscono in associazioni, che pensano e sintetizzano le loro idee e le fanno rappresentare da un loro presidente, l’amministrazione non può governare?
V. – Questo arrivarono a dire quegli amministratori nel 1985/87 e secondo me vale ancora oggi. Certo si può tentare di amministrare, come si è sempre fatto, ma il volto dell’isola non cambia se l’amministrazione tenta soluzioni e i cittadini non le condividono oppure le ignorano. Dopo arrivò un’amministrazione con Ferraiuolo Sindaco e addirittura Bernardi – ex senatore della Repubblica – come consigliere comunale. Questi produssero uno studio – secondo me validissimo – il Progetto Castalia. In quello studio c’era il nostro futuro.
M. – Vincenzo ma tu quell’amministrazione l’hai avversata! Io mettevo in giro manifesti che tu scrivevi.
V. – Hai ragione Mariano, ma io non ho avversato il progetto teorico da cui ancora oggi attingo idee; ho contrastato quegli uomini che parlavano “bene e razzolavano male”. Ma torniamo al nostro impegno quello di non parlare delle cose negative. Ripeto quel progetto era ottimo.
Poi venne l’era Balzano. La prima amministrazione Balzano fu buona. Antonio era il nuovo sindaco di Le Forna, rappresentava il nuovo riscatto per quella frazione. I cittadini riuniti in comitati di quartiere si auto-organizzavano per pulire strade e piazze. Anche la Segepo fu, a mio avviso, un’ottima idea. Avere una ditta comunale a cui puoi dare appalti direttamente, dava velocità alla realizzazione di opere pubbliche e anche lavoro per i ponzesi. La cosa però alla fine non ha funzionato per il noto conflitto di competenze da parte del Sindaco. Non si può fare il controllore e il controllato! E poi… come non ricordare positivamente – di quella amministrazione – la risistemazione del Cimitero che ha fatto Sergio D’ Arco?
Poi venne l’era Porzio. Che possiamo riconoscere a Porzio? Certo ha dato una zonizzazione agli spazi demaniali una cosa complicata, “sempre nell’occhio del ciclone”.
Poi è arrivato Vigorelli. Vigorelli ha aperto le cisterne romane. Nessun ponzese credeva possibile una cosa del genere. C’è ancora molto da fare per il recupero delle “evidenze archeologiche” ma la fruizione delle cisterne ha dimostrato che questa è la direzione da prendere per dare una nuova offerta turistica per Ponza. Vigorelli ha reso l’isola più pulita con fiori e piante per le strade, ha spostato la centrale elettrica. Altro problema storico dell’isola.
M. – Tu comunque sei stato sempre all’opposizione di tutte le amministrazioni ma pur dissentendo con tutti, riconosci meritevoli di essere ricordate queste cose e mi sembra di comprendere quello che hai sottolineato nella tua carrellata storico-amministrativa. “Per governare questa isola ci vuole un progetto chiaro, un Sindaco ottimo coordinatore, amministratori non in conflitto d’interesse e che si riconoscano in un progetto e anche una cittadinanza organizzata in associazioni e consorzi”.
V. – Buona sintesi! Dopo la tua lettera di settembre, hai incontrato dei ponzesi. Io sono venuto ad una riunione dove erano presenti una decina di amici. Poi hai fatto un’altra riunione con un’altra decina di persone. Un po’ il Covid, un po’ gli impegni personali hanno reso difficile riunire tutti insieme gli amici, ma so che stai continuando. Quando abbiamo cominciato a parlare sono partite le critiche agli amministratori presenti e passati: ognuno aveva una sua visione. Bene, tu hai detto in modo chiarissimo che bisognava superare la fase della critica e passare alla proposta ripetendo concetti che già avevi espresso nella lettera: “La storia va avanti anche senza di noi. I giochi e gli schieramenti per le prossime amministrative sono già fatti. Ci sono da una parte questi della maggioranza che dovranno fare una lista e dall’altra quelli dell’opposizione che sono altrettanto pronti a scendere in campo. Vi sta bene delegare a questi gruppi il nostro futuro? Non vi sembra invece più giusto che noi diciamo anche la nostra?”
M. – Gli amici invitati nelle due riunioni hanno detto che bisogna fare qualcosa. Ma qui va ricordato quello che tu poi hai fatto notare nella prima riunione. Hai detto: “Guardiamoci intorno, tutti noi presenti siamo residenti invernali e malgrado le difficoltà e la disillusione siamo qui a parlare della nostra isola e del nostro futuro.” Poi hai messo il “dito nella piaga” dicendo che per Ponza le istituzioni continentali ed europea avevano emanato leggi e provvedimenti per proteggere pezzi di territori terrestri e marini come le ZPS (Zone a Protezione Speciale) oppure SCS (Siti di Conservazione Speciale). Nessuna istituzione continentale aveva pensato di proteggere i Residenti invernali che erano anch’essi in via d’estinzione. “Chi più dei residenti può diventare protagonista per proteggere l’ambiente naturale?”
A quel punto il nostro Gruppo su tua proposta si è chiamato RPS (Residenti Protezione Speciale) proprio per stimolare questa riflessione e proporre idee che avessero questo fine: salvare la residenza invernale per salvare l’ecosistema isola.
V. – Dopo quelle riunioni tu hai mantenuto i legami con il gruppo e giorno dopo giorno ci siamo scambiati idee e impressioni, tramite messaggi ed anche e-mail ed abbiamo messo insieme delle idee e degli stimoli di riflessione. Non mi sembra che abbiamo sprecato del tempo. Ma vedo che l’ambiente, anche politico, intorno a noi continua a temporeggiare.
2. Continua…
silverio lamonica1
4 Febbraio 2022 at 17:32
Caro Vincenzo, ti ringrazio per l’apprezzamento espresso sull’Amministrazione da me preceduta tra l’85 e l’87. Promuovemmo l’associazionismo. E’ vero. Un seme che diede qualche frutto successivamente, tant’è vero che poi alcuni barcaioli si riunirono in cooperativa e con successo, soprattutto sul piano professionale.
Siete in due: Mariano e tu e vi esorto a non mollare. Purtroppo i residenti “stanziali” a Ponza si riducono sempre più di numero anno dopo anno e ciò – secondo me – favorisce l’individualismo, come avete ben sottolineato e questo è un fattore deleterio che sfocia nel “si salvi chi può”, per dirlo alla ponzese: “Chi è omme ca se salva!”.
Da qui nascono tante gravi storture: dall’edilizia agli appalti, ai concorsi pubblici dove solo chi è “d’u buttone” ottiene e si sistema. Una tale degenerazione allontana fatalmente il cittadino dalla politica e il candidato, pur animato da buone intenzioni sociali, viene di conseguenza additato “uilloco vo’ i voti pe fa i ca..i suoi”. Purtroppo gravi esempi del genere sono capitati e capitano e sono sotto gli occhi di tutti.
Però spero che tutti facciamo un severo esame di coscienza o autocritica che dir si voglia.
Perciò non bisogna demordere: avete fatto benissimo ad avviare questo dibattito e perseverando non mancheranno i buoni frutti.
vincenzo
5 Febbraio 2022 at 10:34
Caro Silverio, in quella chiacchierata ho cercato di mettere (seppur brevemente) in luce le iniziative intelligenti da parte di tutte le Amministrazioni passate.
Mi ricordo ai tuoi tempi delle riunioni che si facevano al Cernia, dell’APOT e appunto della nascente cooperativa dei barcaioli. La Cooperativa ottenne il blocco delle autorizzazioni di locazione che poi furono liberalizzate come furono liberalizzate tutte le autorizzazioni per il commercio. Grave decisione, il Comune perde la sua possibilità di governare il commercio. Mi ricordo che fu Bruno Usai, mi sembra tuo assessore all’Urbanistica, a pronunciare quella frase: “Non si governa senza controparte organizzata”. Quella Amministrazione durò due anni, troppo poco, ma quei giovani – miei coetanei – stavano lavorando bene.
Silverio leggi il nuovo colloquio nel quale io e Mariano individuiamo finalità e obiettivi di un progetto che può tentare di salvare la nostra isola. Fammi sapere quello che pensi e dai un tuo contributo.