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Tutto è avvenuto in sei giorni. In sei giorni é stata posta all’attenzione nazionale il disastro di una ricostruzione fantasma con evidente insufficienza del Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione, Carlo Schilardi, nominato nel 2018 dal primo governo Conte per la ricostruzione di Casamicciola principalmente e parzialmente Lacco Ameno e marginalmente Forio colpite dal terremoto del 21 agosto 2017.
Il Mattino esce domenica con un reportage dell’inviato Gigi Di Fiore ed il fotoreporter Sergio Siano (lo scatto di Siano incontestabile mi vede passare a 4 anni e mezzo dal terremoto sulla strada borbonica dove una casa è crollata sulla strada e sta ancora lì.
In prima pagina: Casamicciola uccisa due volte.
Il Mattino apre un “focus”. L’inchiesta che nasce dalla lettura di una mia notizia precedente di alcuni giorni apparsa sul web sullo spopolamento di Casamicciola: 2 mila abitanti in meno dopo il terremoto.
Il municipio senza organizzazione è nemmeno un ufficio statistico.
I dati sono di stima: 400 iscritti in meno alla scuola dell’obbligo, 7 edifici scolastici su 8 inagili e ridotti in macerie.
In macerie anche la villa comunale municipale. Strade, piazze, vicoli e sentieri palificati e tubolature in ferro. Le rovine del Pio Monte della Misericordia ormai sono entrate nel paesaggio della decadenza.
Lunedì 24 gennaio Gigi Di Fiore intervista il commissario Schilardi. Non smentisce una virgola. Afferma che la “Regione è in ritardo sul piano della ricostruzione”. Comincia lo scaricabarile delle “responsabilità” di un disastro istituzionale per affrontare un disastro naturale tramutatosi in un dramma collettivo per Casamicciola “uccisa due volte” e da dove 1400 persone ufficialmente sono andate via.
Schilardi a Il Mattino – che è ancora il più diffuso e autorevole giornale del Mezzogiorno – dichiara:
“Ho ricevuto la proroga dell’incarico fino a dicembre di quest’anno (2022)”.
Martedì 25 gennaio intervista all’assessore regionale all’urbanista arch. Bruno Discepolo.
Dichiara: “ricostruzione Ischia, ora deve collaborare”.
Annuncia che farà il piano in 3 mesi. Non lo ha fatto in tre anni. Ma lo scaricabarile istituzionale è fisiologico nella burocrazia italiana. Anche nel costume politico del “gioco dei potenti”.
Martedi 25 gennaio appare su Il Golfo, che è il supplemento del Roma, una intervista a Schilardi da parte del giornalista Gaetano Ferrandino con titolone in prima pagina: “Critiche pretestuose”.
Schilardi attacca altri sul giornale locale con supponenza: “voce di qualche cittadino che magari ha desiderio di mettersi un po’ in evidenza poiché tutti hanno imparato a scrivere ma pochi evidentemente a leggere” e l’ inchiesta de Il Mattino “non ha matrice politica” perché “c’è un anziano giornalista che si è occupato della cosa”.
Meno di 48 ore dopo è diffusa la notizia che Schilardi è stato rimosso. Il nuovo commissario è Giovanni Legnini.
Il Mattino di venerdì 28 gennaio. Prima pagina. Civetta di spalla: Ischia cambia il commissario dopo la denuncia del mattino.
A pag. 16 l’ampio servizio di Gigi Di Fiore e l’entusiastico augurio del presidente della Regione Vincenzo De Luca che annuncia piena collaborazione con Legnini.
L’allegato de il Mattino di Ischia “il dispari” dedica due pagine soprattutto al commiato di Schilardi. Una svolta in sei giorni. Sono intervenuto con dichiarazioni e commento nella mia qualità di direttore de il Continente i cui 5 numeri sono una documentazione imprescindibile per la ricostruzione seria e concreta possibile. Continueremo le battaglie “contenutistiche”. “La stampa serve chi è governato non chi governa”. L’anziano giornalista – che ha imparato a leggere i suoi “grandi maestri” in due facoltà universitarie e si è abbeverato alle fonti del sapere e della conoscenza dai grandi maestri che ha avuto la fortuna di incontrare nel corso di una dignitosa carriera professionale – é ancora in servizio attivo con senso di equilibrio e dei ruoli. Ha conosciuto potenti di grande spessore e non li ha temuti.
Ma certi coetanei dovrebbero misurare se stessi e ritirarsi in tempo prima di essere cacciati.
Giuseppe Mazzella direttore de “Il Continente”