di Luisa Guarino
Quando ho letto il titolo dell’articolo, “Penso all’estate anche a dicembre”, ho sobbalzato: chi scrive quello che io penso? In realtà lo scritto si riferiva a un’intervista a Tommaso Paradiso, cantante e autore, che in questi giorni ha pubblicato un nuovo disco ‘controstagione’: infatti non solo è uscito a dicembre, ma s’intitola “La stagione del Cancro e del Leone”, nel senso dei segni zodiacali. Tra l’altro Paradiso è del Cancro… ma non poteva certo sapere che io sono del Leone: si riferisce semplicemente al periodo dell’estate che va da giugno ad agosto. Insomma il più bello dell’anno. Il brano è molto semplice, orecchiabile e godibile: non so se la prossima estate, o magari già da primavera, avrà fortuna nelle radio o sui social.
Per me è importante che sia uscito qualche giorno fa, in pieno inverno, alla fine di un anno molto difficile, con un testo leggero leggero e un video improntato al più totale disimpegno. Ci sarà tempo e spazio nelle prossime domeniche per frasi impegnate e canzoni che lasciano il segno: io prediligo quelle che sanno scivolare via con delicatezza, lasciando per pochi minuti una sensazione d’aria fresca. Ho detto fresca, non fredda. “Il brano – sottolinea Paradiso a chi gli fa notare questa sua uscita decembrina – parla proprio del desiderio di vivere il calore di quella stagione che oggi vediamo così lontana”. Da qui a capire che l’artista odia l’inverno il passo è breve: e ciò me lo fa sentire ancora più affine, io che andrei in letargo a novembre per risvegliarmi in marzo.
La stagione del cancro e del leone
Ma che splendida mattina
E che gioia questi alberi
L’aria è fresca e sa di pino
Serve una musica tipo
Tipo, tipo questa
E non posso stare male
Quando gli amici stanno bene
E quando tutti vanno al mare
Con le facce rilassate
Non puoi stare a commentare
Quando fuori splende il sole
E non hai visto quanti uccelli
Quante spose e quanti fiori
Ci vogliamo alzare
La scuola è finita
La messa è finita
L’ho sentito pure al televisore
E invece la stagione del cancro e del leone
La dobbiamo giocare noi
Ma che bella gente in giro
In motorino o a piedi tutti
Sembra quasi sia arrivata
La dolcezza sulle onde
E non posso stare male
Quando gli amici stanno bene
E quando tutti vanno al mare
Con le facce rilassate
Non puoi stare a commentare
Quando fuori splende il sole
E non hai visto quanti uccelli
Quante spose e quanti fiori
Ci vogliamo alzare
La scuola è finita
La messa è finita
L’ho sentito pure al televisore
E invece la stagione del cancro e del leone
La dobbiamo giocare noi
La dobbiamo giocare
La dobbiamo giocare noi
La stagione del cancro e del leone
La dobbiamo giocare
La dobbiamo giocare noi
La stagione del cancro, del leone
Ci vogliamo alzare
La scuola è finita
La messa è finita
L’ho sentito pure al televisore
E invece la stagione del cancro e del leone
La dobbiamo giocare noi
La dobbiamo giocare
La dobbiamo giocare noi
La stagione del cancro e del leone
La dobbiamo giocare
La dobbiamo giocare noi
La stagione del cancro e del leone
A chi non lo conoscesse, e immagino siano parecchi tra i lettori del sito, ricordo che Tommaso Paradiso ha conosciuto la popolarità nel gruppo dei Thegiornalisti, un’interessante realtà musicale romana nata nel 2009, che ha annoverato nel proprio repertorio diversi successi, tra i quali ricordiamo “Riccione” del 2017, anche quello in perfetto stile estivo e vacanziero. Paradiso esce dal trio dei Thegiornalisti nel 2019 per intraprendere un percorso da solista, con diverse belle canzoni tra le quali citiamo “Non avere paura” e “Magari no”; fino a questo nuovissimo pezzo, “La stagione del Cancro e del Leone” uscito qualche giorno fa. E naturalmente non finisce qui: il 4 marzo 2022 uscirà infatti il suo nuovo album, “Space cowboy”, che intanto certamente vede la luce in un giorno molto importante e fortemente simbolico, quello della nascita di Lucio Dalla, e quindi si presenta sotto i migliori auspici. Tra marzo e maggio Tommaso Paradiso farà un tour nei palazzetti: ancora prima, Covid permettendo, terrà anche due concerti a Roma e Milano, in una dimensione più raccolta, in due locali delle rispettive città.