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C’è grande allarme nella società civile, nelle famiglie con figli/nipoti adolescenti, sulla diffusione dell’alcol tra i ragazzi e i giovanissimi.
Il problema riguarda tutta l’Italia e Ponza non fa certo eccezione.
Alcuni anni fa – era l’aprile del 2012 –, utilizzando l’esperienza di prima mano di tossicologo presso l’Università di Roma (Centro Antiveleni) del sottoscritto, Ponzaracconta ha organizzato e svolto degli incontri nella scuola di Ponza per informare sugli effetti e rischi delle droghe d’abuso tra cui l’alcol: leggi qui.
Nei media è allarme rosso. E’ di questi giorni (24.12.2021) un longform (coordinato da Carlo Bonini) su la Repubblica a titolo: Teneri alcolisti:
Con questo riepilogo in evidenza:
L’Italia è il Paese in cui si inizia ad alzare il gomito prima, a dodici anni. E a passare da uno shottino, che costa un euro e mezzo, a un cocktail (per cui si sborsano 3,5 euro) sono sempre più ragazze, sedotte dai gusti dolciastri. Mentre i coetanei maschi preferiscono la birra o i mix di vodka e tequila Ecco un viaggio tra i numeri di questo disagio. E lungo le strade della movida Seguendo le storie di chi è caduto nella dipendenza alcolica e di chi è andato in coma etilico. Ma anche di chi ne è venuto fuori, grazie agli Alcolisti anonimi ai centri di recupero e alla voglia di reagire.
L’articolo che è di seguito riportato è quello conclusivo del Lonform di quattro pagine. E’ del prof. Ammaniti, psicologo, già presso la Facoltà di Psicologia Università di Roma, professore ordinario di Psicopatologia dello Sviluppo.
Il legame quasi fatale
di Massimo Ammaniti
La pandemia ha provocato nei giovani un isolamento e un impoverimento della vita sociale e ha aggravato la diffusione dell’uso di sostanze
Adolescenti e droga, è un legame quasi fatale perlomeno nella percezione sociale, che si nutre anche di molti pregiudizi e luoghi comuni.
Sicuramente l’adolescenza è un periodo a rischio per l’uso e l’abuso di sostanze e di alcol, anche perché le trasformazioni tipiche di questa fase creano una fragilità psicologica che può predisporre a questo uso.
È presente infatti un divario fra la forte attivazione emotiva del sistema cerebrale limbico e i sistemi regolativi di controllo di sé che invece maturano più tardivamente, legati questi ultimi alla corteccia cerebrale frontale e prefrontale. E il motivo per il quale gli adolescenti manifestano spesso forti oscillazioni delle emozioni, in cui si alternano momenti di abbattimento e di vuoto a momenti di eccitamento e di tensione. E quando vengono contrariati o rimproverati reagiscono con improvvisi scoppi di rabbia provocati dalla loro suscettibilità e dalla permalosità essendo molto concentrati su loro stessi.
E tutto questo è fonte di malessere e di insofferenza, che a volte subiscono i genitori e gli insegnanti che hanno difficoltà a comprenderne le motivazioni.
Questa forte discontinuità di comportamento che si crea col proprio passato suscita incertezze e addirittura confusioni personali, quasi l’adolescente potesse temere di perdere la direzione di se stesso. E dal momento che non ci si può più appoggiare ai genitori, da cui invece ci si vuole distaccare, i coetanei diventano indispensabili. Con loro si condividono i propri stati d’animo e i propri interessi superando l’opprimente senso di solitudine che si avverte in alcuni momenti.
In gruppo il confronto è continuo per farsi valere ed affermarsi, insieme si scoprono territori sconosciuti ed eccitanti, come le prime esperienze sentimentali e sessuali. Si tratta di una grande risorsa, che stimola il senso di appartenenza e il riconoscimento del proprio ruolo, anche se poi non è facile per un ragazzo o una ragazza sottrarsi alle pressioni e alle seduzioni del gruppo, col rischio di essere rifiutato ed emarginato, esperienza che può compromettere il senso di sé.
Fra i comportamenti di iniziazione nei gruppi l’uso dell’alcol e delle droghe rappresenta una vera prova del fuoco, che viene a sancire la stessa appartenenza, anche perché viene considerato un’esperienza esaltante, anche perché proibita e disapprovata dai genitori.
Le prime esperienze con le canne hanno quasi un carattere rituale, perlopiù durante una festa nel clima di complicità e di eccitazione lo spinello è quasi un oggetto sacrale, che viene passato da uno all’altro per un tiro insieme. Per molti ragazzi inizia così un percorso clandestino, che prima o poi viene scoperto dai genitori provocando grandi scontri familiari.
Non è facile capire quanto la cannabis sia diffusa fra i ragazzi, una ricerca di qualche anno fa stimava che il 20% degli studenti delle scuole superiori ne facesse uso, sia in modo occasionale che in modo continuativo.
Dati più recenti del Dipartimento per le Politiche antidroga mettono in luce che i130% dei ragazzi e il 21% delle ragazze non solo ricorrono agli spinelli ma creano cocktail micidiali mettendo insieme marijuana, cocaina, psico-farmaci e droghe sintetiche, quest’ultime ben più pericolose dal momento che provocano reazioni mentali e neurologiche gravi.
Molti adolescenti sottovalutano il pericolo dell’uso della cannabis avendo l’illusione che possa risolve-re con la sensazione piacevole di rilassamento i malessere e le ansie personali vissute dagli adolescenti. Non va dimenticato che la marijuana e l’hashish che si trovano oggi nel mercato nero sono frutto di ibridazioni molto diverse dal passato, avendo concentrazioni di tetraidro-cannabinolo (Thc) ben più elevate, addirittura 25 volte superiori. E come hanno confermato numerose ricerche i livelli elevati di Thc interferiscono gravemente con la maturazione cerebrale che si verifica durante l’adolescenza, provocando scompensi psichici anche molto gravi.
In questo poliuso di sostanze si assomma frequentemente anche il ricorso all’alcol che si sta diffondendo sempre più fra gli adolescenti soprattutto fra i 14 e i 17 anni, in particolare nelle ragazze. Non è l’alcol che veniva utilizzato in passato per superare blocchi ed inibizioni sociali, viene invece mischiato con le droghe per provocare sballi che a volte esitano in stati di coma.
Purtroppo la recente pandemia ha provocato nei giovani un isolamento ed un impoverimento della loro vita sociale aggravando la diffusione dell’uso di sostanze. È una piaga che rischia di pregiudicare il futuro delle nuove generazioni, ma il problema più che riguardare soltanto i giovani chiama in causa il mondo degli adulti, se – come scrisse il grande psicoanalista Donald Winnicott — sono abbastanza sani da poterli aiutare senza ricorrere a misure repressive.
Note
Tutte le foto, tranne quella schematica, dell’Autore della segnalazione, sono riprese da la Repubblica
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