di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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La trasmissione della notte di Natale di Alberto Angela dedicata a Napoli, mi aveva incuriosito già dalla presentazione letta sul giornale di qualche giorno prima.
Mi ha fatto piacere trovarne riscontro in uno scritto di Giuseppe Mazzella di Ischia che l’ha molto apprezzata e associo alla sua breve nota l’articolo al riguardo di Silvia Fumarola, letto su la Repubblica di martedì scorso.
S. R.
La storia – è stato detto – è come un paesaggio di nuvole. Lo si vede bene solo da lontano. Chi c è dentro non vede nulla e non capisce nulla. La storia di una città non fa eccezione alla metafora della definizione della storia o meglio ancora della storiografia. Così la storia di Napoli, la mia città, viene vista e capita meglio da chi non è napoletano. Da chi viene da lontano e la guarda con occhio straniero. Chi è “nel paesaggio di nuvole” non vede nulla e non capisce nulla.
Così Napoli che ho vissuto ogni giorno per 26 anni per lavoro-lavoro-lavoro e prima ancora per studio-studio-studio e questa “fretta” e questo tempo “chiuso” in una stanza per studiare o scrivere non mi ha permesso di godere in pieno la mia città.
É un grande rimpianto. Ma ho cercato e cercherò di porre rimedio. Di conoscere meglio la mia città.
Ma quasi come un figlio superficiale verso la propria madre ogni volta che passavo e passo per via Cervantes rivolgo gli occhi alla targa con le parole del grande scrittore spagnolo dedicate a Napoli. E quando posso le rileggo e le metto in cuore quasi per farmi perdonare da mia madre per la mia fretta e la mia superficialità.
La targa di via Miguel Cervantes, a Napoli
Con enorme attenzione e amore del figlio ho seguito “Stanotte a Napoli” su Rai uno di Alberto Angela nella notte di Natale 2021, dalle 21.30 alle 24.15; oltre due ore e mezza, solo, in silenzio, con enorme attenzione.
Bravissimo Angela. Grazie
G. M. di R.
Alberto Angela davanti al presepe della Certosa di San Martino in Stanotte a Napoli (foto di Barbara Ledda)
SPETTACOLI – la Repubblica del 21/12/2021
Il Natale di Angela “Ho trovato l’umanità in ogni cosa che ho visto”
di Silvia Fumarola
“Stanotte a Napoli”, il 25 dicembre in prima serata su Rai 1
Con Giannini, Ranieri Laurito e altri ospiti un viaggio alla scoperta della città dove la luce splende anche di notte
NAPOLI. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ringrazia Alberto Angela: «È una rappresentazione di una Napoli molto bella, con una grande anima, una grande storia, una grande tradizione. Ma è anche un regalo che la città fa all’Italia facendo vedere la sua bellezza, dando un messaggio positivo». Il Museo archeologico ospita la presentazione di Stanotte a Napoli in onda la sera di Natale su Rai 1.
Angela tra i vicoli, alla scoperta dei tesori nascosti e di quelli che fanno innamorare i turisti: la Certosa di San Martino, il Cristo velato, Palazzo Reale. Giancarlo Giannini veste i panni di Carlo di Borbone, Salvatore Bagni parla del mito di Maradona e poi Massimo Ranieri, Serena Rossi, Marisa Laurito, Serena Autieri. E naturalmente pizza e caffè.
Angela, non ha mai temuto di cadere nei luoghi comuni?
«No, assolutamente. È come conoscere una persona di cui ti hanno parlato. Chi non sa viaggia coi pregiudizi, quando conosci emerge la realtà. È molto importante conoscere e avere davanti a te le cose: è chiaro che ci sono luci e ombre in una città come Napoli. Tanti programmi hanno puntato sulle ombre. Noi in cinque settimane in città — abbiamo girato giorno e notte — non abbiamo avuto nessun problema».
Cos’ha capito della città?
«Abbiamo un’idea di Napoli che non corrisponde a quello che è, poi c’è una realtà legata alle difficoltà. Ci sono ma è talmente grande la bellezza, che la città si riscatta. La bellezza ti fa innamorare e ti pacifica, è il miglior antidoto contro il degrado».
Che effetto fa entrare nelle case degli italiani la sera di Natale?
«Non l’avrei mai immaginato, è una grande responsabilità che accetto — mi ripeto — con responsabilità. Cerco di dare il meglio, ho potuto contare sulla bravura degli operatori di Napoli. Mi hanno aiutato ad avere il taglio giusto».
Il luogo che le è piaciuto di più?
«Non voglio essere diplomatico ma sono più di uno. A Santa Luciella, dove è conservato il cosiddetto “teschio con le orecchie”, ho percepito un’alleanza tra vivi e morti. In ogni cosa che abbiamo visto c’è un’umanità che non ho trovato altrove».
Com’è stata l’accoglienza durante le riprese?
«Mi sono emozionato a San Gregorio Armeno. Gli artigiani sono stati con noi fino a mezzanotte, con un entusiasmo e una disponibilità che mi hanno colpito».
Sarà finito statuina del presepe…
«In passato sono stato “pastorizzato” (ride, ndr ), non credo si possa dire così, tre volte. Commovente, conservo le tre statuine a casa».
Cosa pensa che diranno i napoletani del programma?
«Mi auguro che abbiano un motivo di essere molto orgogliosi della città dove sono nati, dove ogni giorno ridono, o forse no, e però sono circondati da tesori. Spero che i non napoletani scoprano l’incredibile splendore, ma soprattutto spero che Stanotte a Napoli abbatta l’ignoranza che genera i pregiudizi. Le persone hanno del buono e del cattivo».
Ha visto “Gomorra – La serie”?
«Ho visto solo qualche cosa, osservo sempre la parte tecnica, la fotografia, dietro c’è un lavoro incredibile».
Lì vincono il male e le ombre. Lei ha scelto la luce.
«Difficile paragonare le due cose. Nel nostro caso hai luoghi che puoi assaporare come li vedi in tv, quella è un’altra storia. Ognuno ha diritto di raccontare Napoli come vuole».
Dal 28 dicembre riprende “Meraviglie, la penisola dei tesori”.
«Anche quello è un percorso attraverso la bellezza e il passato. Partiamo da Procida, una scacchiera di case colorate frutto del lavoro di gente che andava per mare. Dietro c’è quello che forgia la bellezza: la sofferenza ».