di Francesco De Luca
.
È destino degli isolani andar via dal proprio scoglio che non può contenere tutti i suoi figli. È vero oggi e lo era ancor più negli anni ’60, quando il turismo non rappresentava una fonte economica sufficiente. I giovani dovevano prendere la nave e portarsi in continente. A studiare, a lavorare.
Per noi valse la prima opzione. Silverio Vecchione, Franco Schiano, Enzo Di Fazio, Silverio Di Fazio, Salvatore Ciciotto, Mario Balzano… ci si sparpagliava nelle cittadine della costa per seguire un corso di studi.
Don Luigi, ‘u paricchiano, avvertiva ogni anno con dolore la ferita che sanguinava nel corpo della gioventù, che lui aveva raccolto e fatto crescere accanto a lui, nel riparo della chiesa e intorno all’armonium. Ogni anno partivano alcuni, con commozione, ma dovevano andar via.
Mise in musica questa lacerazione e la dedicò alla Madonna che, negli intenti di fede, doveva lavorare di fino negli animi adolescenziali per salvaguardarne la purezza, il candore intellettuale, l’entusiasmo.
Plaudiam cogli angeli
Plaudiam col cielo
A te che sfolgori nell’uman velo
La cantavamo con trasporto e quando dovevamo profferire il verso: Immacolata, cantiamo pia, cambiavamo le parole in: Immacolata… andiamo via. Allora… attenuavamo la foga nel canto, quasi a voler non dare al vento il messaggio, impedendo che salisse al cielo.
Lo facevamo… lo facevamo… Franco Schiano, Silverio Vecchione, io, lo facevamo, evitando di guardare gli altri per timore d’essere scoperti.
E invece… si andava via, si doveva andare via, e l’animo si fortificava di esperienze. Quelle che sanno di solitudine, di privazione, di contrasto.
Ritornavamo tutti più maturi, cresciuti. Più grandi.
L’otto dicembre rappresentava il giorno per ritrovarsi. Con studi in economia, in sociologia, ingegneria, medicina: corazze logiche di cui ci spogliavamo. Nudi… come quando ci tuffavamo alla Caletta. Tutti in calzoncini, gioiosi di mare e di amicizia.
Nei canti dell’otto dicembre, nell’afflato religioso rinsaldavamo la nostra natura. Di isolani. Giovani isolani desiderosi di cambiare il mondo, guardando il cielo. Come suggeriva l’Immacolata:
Qual candido giglio
Sull’esile stelo
Recinto d’un velo.
Ti stacchi dal suol
Nota: Isola di Ponza; parrocchia Ss. Silverio e Domitilla; parroco don Luigi M. Dies, (n. a Gaeta nel 1912 m. a Roma nel 1973) a più riprese dal 1937 al 1973. Le strofe citate appartengono ai Canti mariani di don Luigi.
Plaudiam cogli angeli
Plaudiam cogli angeli
laudiam col cielo
a te che sfolgori
nell’ uman velo
Immacolata cantiamo pia
sei tutta candida Santa Maria
Gloria dei Superi vanto di Dio
unico fascino del cuore mio
Immacolata cantiamo pia
sei tutta candida Santa Maria
Immacolata cantiamo pia
sei tutta candida Santa Maria
Immacolata cantiamo pia
sei tutta candida Santa Maria