di Silverio Guarino
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La infinita durata delle traversate Formia-Ponza della Tetide e Terracina-Ponza del Carloforte (navi in dotazione della flotta Laziomar) non è per me proprio da buttare via in quanto da quasi quindici anni rappresenta tempo dedicato alla lettura.
Il mio testo ideale è di 180-230 pagine, grandezza 14 dei caratteri, rappresentato dal nuovo libro che porto di volta in volta con me e di cui riesco a completare la lettura nella durata di un singolo tragitto. E se il volume supera le 230 pagine, lo completo con “andata e ritorno”, sempre che non lo completi durante il soggiorno sull’amato scoglio.
E’ mia consuetudine consolidata poter leggere durante il lungo viaggio da e per Ponza, ed è anche per questo che preferisco viaggi lunghi e rilassanti rispetto a viaggi veloci e stressanti.
Io adoro leggere ma non riesco a farlo a letto prima di dormire (lì solo la Settimana Enigmistica), per cui la posizione seduta obbligata che dobbiamo mantenere sulle “poltrone” della Laziomar rappresenta anatomicamente quella ideale per poter leggere un libro.
Sempre che non ti capiti accanto qualche verboso passeggero-concittadino che ha come obiettivo di riempirti le orecchie e la testa dei fatti suoi e non solo. In questo caso l’apertura del libro davanti al suo naso sorpreso diventa un potente deterrente all’ascolto delle chiacchiere, un vero e proprio salvaletture.
Che poi, quando arrivi prima sull’amato scoglio con un mezzo veloce, quel po’ di tempo guadagnato in più ti serve solo a riaprire l’acqua, il gas, gli infissi delle finestre e dei balconi (la corrente no, dato che hai lasciato il frigorifero in funzione), una volta arrivati a casa.
Molto meglio leggere un libro. Leggere. Leggere. Leggere.
Anche valorizzando il tempo trascorso in una lunghissima traversata di mare, se la vita frenetica del continente te lo impedisce.
Come dire: “Non tutti i mari vengono per nuocere”.
