Segnalato dalla Redazione
Allarme daini, via al piano di controllo per salvare habitat e biodiversità della foresta del Parco del Circeo
Il 22 ottobre scorso si è tenuta, presso il Centro visitatori del Parco Nazionale del Circeo, una conferenza stampa durante la quale sono state illustrate le prossime attività previste dal Piano gestionale di controllo del daino nella foresta demaniale del Circeo.
Vi hanno partecipato:
– Giuseppe MARZANO – Presidente Ente Parco Nazionale del Circeo
– Giampiero SAMMURI – Presidente Federparchi
– Andrea MONACO – Ricercatore ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
– Ester DEL BOVE – Funzionario del Servizio Biodiversità e Reti Ecologiche dell’Ente Parco
– Daniele PAOLONI – Istituto Oikos – Coordinamento scientifico-operativo – Responsabile delle operazioni di gestione
ed inoltre i rappresentanti della Asl di Latina, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana e del Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Fogliano.
Dopo la conferenza stampa, i giornalisti e gli operatori della stampa sono stati invitati a partecipare alla visita guidata in foresta, nel corso della quale le guide dell’Istituto Pangea hanno mostrato i seri danni provocati all’ecosistema del Parco dal sovrannumero di daini attualmente presenti.
Di tale conferenza e delle questioni affrontate nel corso della stessa riportiamo il comunicato, del 22 ottobre 2021, ripreso dal sito ufficiale dell’Ente Parco
Entra nel vivo la fase operativa del Piano gestionale di controllo del daino. “Obiettivo: salvaguardare la biodiversità della foresta demaniale del Circeo”
Si è tenuta questa mattina, presso il Centro visitatori dell’Ente Parco nazionale del Circeo a Sabaudia, la conferenza stampa di presentazione delle prossime attività previste dal Piano gestionale di controllo del daino nella Foresta demaniale del Circeo. Sono intervenuti Giuseppe Marzano, presidente dell’Ente Parco Nazionale del Circeo; Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi; Andrea Monaco, ricercatore ISPRA; Ester Del Bove, funzionario del Servizio Biodiversità e Reti Ecologiche dell’Ente Parco e Daniele Paoloni di Istituto Oikos che si occupa del coordinamento scientifico-operativo del Piano. Hanno partecipato anche il sindaco di Sabaudia e presidente della Comunità del Parco, Giada Gervasi; i rappresentanti della Asl di Latina e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana.
Durante l’incontro è stata sottolineata la necessità di dare attuazione al Piano gestionale del daino per salvaguardare la biodiversità del Parco. Attualmente sono quasi 1800 i daini presenti nei 3000 ettari di Foresta, per una densità di quasi 60/capi ogni 100 ettari: una densità mai registrata in Italia. In cinque anni la popolazione è cresciuta di quasi il 40%, aggravando il forte squilibrio dell’intero ecosistema della Foresta demaniale, che è anche individuata quale Zona Speciale di Conservazione e core area della Riserva della Biosfera tutelata dall’Unesco. A causa dell’eccesso di brucatura, infatti, l’ambiente si presenta oggi sempre più omogeneo e “semplificato” e a farla da padrone sono le specie vegetali più facilmente adattabili, come la felce e l’asfodelo non appetibili per il daino e che non hanno alcun interesse conservazionistico. Non meno importante è il fatto che nell’ecosistema forestale ormai non c’è più rinnovazione: tutte le ghiande che cadono a terra o le nuove plantule, sono immediatamente consumate dai daini. L’elevata densità di popolazione di questo ungulato comporta, tra l’altro, interferenze sia dirette che indirette con le altre componenti faunistiche come insetti e altri mammiferi erbivori (ad esempio la lepre italica), come sottolineato nell’intervento del presidente di Federparchi Giampiero Sammuri.
«Il dovere istituzionale dell’Ente Parco è quello di tutelare la biodiversità e le specie autoctone. – ha dichiarato il Presidente dell’Ente Parco, Giuseppe Marzano – La popolazione di daino attualmente presente è destinata a un’espansione del suo areale con conseguenze distruttive ed irreparabili non solo per la biodiversità, ma anche su aspetti della sicurezza stradale e danni economici relativi alle colture agricole e serricole. Considerando i seri danni prodotti e quelli in corso, si ribadisce quindi che il Piano gestionale approvato nel 2017 con parere positivo del Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero della transizione Ecologica) e dell’ISPRA, è l’unico strumento in grado di assicurare una effettiva riduzione della popolazione di daino. Per tutti questi motivi non possiamo più aspettare e siamo pronti ad entrare nella fase operativa».
Nel tentativo di attuare in via prioritaria soluzioni non cruente, nei mesi scorsi, l’Ente Parco ha pubblicato dei bandi per la traslocazione dei capi sterilizzati in recinti a scopo ornamentale (cosiddette “adozioni”), in aziende agri-turistico-venatorie e per scopi alimentari.
«Le istanze ricevute interessano solo un numero esiguo di esemplari, una quarantina circa – ha spiegato il presidente del Parco – Come già deciso nei mesi scorsi, il bando per la traslocazione di daini a scopo “ornamentale” (termine poco rispettoso della dignità animale, ma così riportato nella normativa) verrà comunque riproposto: nelle prossime settimane verificheremo con ISPRA se vi è modo di snellire le procedure per la cessione dei capi, con particolare riferimento alla possibilità di prevedere recinzioni meno costose. Tutto questo sempre rispettando le leggi vigenti che, come si è visto nel corso del primo bando, dettano regole stringenti sulle quali il Parco non ha potere di influire. L’Ente Parco, inoltre, verificherà la possibilità di contribuire economicamente al trasporto e alla sterilizzazione dei daini ceduti a scopo ornamentale».
In questo contesto, durante la conferenza stampa è stato comunicato che, nelle prossime settimane, verrà attuato uno screening sanitario tramite abbattimento diretto di un campione rappresentativo dell’intera popolazione, nonché tramite la possibilità di recupero – in particolari condizioni – degli animali morti a causa degli incidenti stradali. La normativa stabilisce infatti che, prima del trasferimento di un animale selvatico, è indispensabile conoscere lo status sanitario della popolazione da cui proviene e per fare questo è necessario espletare specifici esami su capi non vivi. Tali controlli si rendono necessari per evitare che, insieme all’individuo, vengano trasferiti parassiti e agenti patogeni con conseguenze deleterie per le specie presenti nell’area di rilascio o addirittura per l’uomo; nonché per aspetti legati alla sicurezza sanitaria del reparto zootecnico locale e dei fruitori della foresta.
Dopo la conferenza stampa, i giornalisti e gli operatori della stampa hanno partecipato alla visita guidata nella Foresta demaniale, nel corso della quale le guide dell’Istituto Pangea hanno mostrato i seri danni provocati all’ecosistema del Parco dai daini attualmente presenti. Iniziative analoghe rivolte a cittadini, turisti e altri portatori di interesse del territorio verranno organizzate, gratuitamente, nelle prossime settimane, nel tentativo di far toccare con mano lo stato della foresta e sensibilizzare verso la necessità di tutela dell’inestimabile patrimonio naturalistico del Parco Circeo.
Sempre dedicata al problema dei daini, un ritaglio da Il Messaggero di ieri, 23 ottobre 2021, in Cronaca di Latina (in formato .pdf):
Messaggero 23 ott. 2021. Ritaglio. Daini. pag. 41