proposta da Sandro Russo
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È successo pochi giorni fa, alla visione dell’ultimo film della serie più longeva al mondo (tra quelli fatti per- e passati nelle sale). Il cosiddetto Bond. 25, ovvero “No time to die”, sicuramente l’ultimo dei cinque con Daniel Craig.
Si era ai titoli di coda, alla fine del bel film, seppure di una durata spropositata (tre ore e mezza!).
Non si può certo raccontare un film del genere… ma dopo aver visto sullo schermo di tutto e di più, parte una canzone sui titoli di coda che ci lascia fermi in sala, mentre tutto il resto del pubblico sciama all’esterno.
E qui interviene il proprietario della sala, che conosco e ci rassicura – Potete restare tutto il tempo che volete – mentre gli inservienti passano lo spray sui sedili (ad ogni fine proiezione!).
È che la canzone ci lascia avvinti. La conosciamo, certo, ma vogliamo una conferma, vedere il titolo esatto e… sentirla tutta!
Direi che è l’unghiata finale di uno dei più bei film di James Bond che abbia visto – ma non li ho visti tutti – e mi incuriosiva anche il motivo della scelta.
Qualcosa scopro, infatti:
– che la canzone è una citazione. Dalla colonna sonora di John Barry (veterano delle musiche dei film di 007), versi di Hal David. È infatti nel sesto film della serie, On Her Majesty’s Secret Service, dopo i precedenti di Sean Connery, con il più opaco degli attori che hanno impersonato James Bond: George Lazenby. Infatti per il successivo – a furor di popolo e di produzione -, tornò ancora una volta Sean Connery, con Una cascata di diamanti – Diamonds are forever; 1971), prima dell’avvento di Roger Moore (sette film dal ’73 all’83).
Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà (On Her Majesty’s Secret Service) è un film del 1969 diretto da Peter Hunt
– che “we have all the time in the world” sono le ultime parole di quel film come pure del romanzo di Ian Fleming dallo stesso titolo On Her Majesty’s Secret Service, 1963. E che Barry volle assolutamente Louis Armstrong ad interpretare il brano, per la giusta dose di calore e ironia. È stata l’ultima incisione di Armstrong (1901 – 1971), che morirà due anni dopo ed era già tanto malato da non essere lui a suonare la tromba nel pezzo.
Una bella biografia di Louis Armstrong è accessibile su Wikipedia
– Che il motivo della canzone è accennato per almeno due volte nel corso del film attuale; e infine che sia il titolo del film sia la canzone che lo conclude sono usati in senso antifrastico (*), perché non è vero che non c’è tempo per morire e non è vero che abbiamo tutto il tempo del mondo! Tutto il contrario! […e questo non l’ho letto sul web né su Wikipedia, ma l’ho imparato frequentando le lezioni di cinema (grazie Gianni! …con cui proprio ieri abbiamo festeggiato i dieci anni di frequenza: premio fedeltà!)].
Una delle location del film è Matera
John Barry / Hal David. Louis Armstrong: ‘We Have All The Time In The World’ [Dai film: On Her Majesty’s Secret Service e No Time To Die].
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Abbiamo tutto il tempo del mondo
Abbiamo tutto il tempo del mondo.
Tempo sufficiente alla vita per scoprire
tutte le cose preziose che l’amore ha in serbo
Abbiamo tutto l’amore del mondo
Se questo è tutto quello che abbiamo
scoprirai che non abbiamo bisogno d’altro.
Ogni passo della strada ci farà ritrovare
con tutte le preoccupazioni dietro le spalle
Abbiamo tutto il tempo del mondo
Solo per l’amore, niente di più niente di meno solo l’amore
Ogni passo della strada ci farà ritrovare
con tutte le preoccupazioni dietro le spalle
Abbiamo tutto il tempo del mondo
Solo per l’amore, niente di più, niente di meno, solo l’amore
…solo l’amore
(*) – L’antìfrasi è una figura retorica per cui il significato di una parola, di un sintagma o di una frase risulta opposto a quello che assume normalmente. Ad esempio: “Ah! Che bel lavoro hai fatto”, è un’espressione che traduce che invece di aver fatto un bel lavoro, se ne sia fatto uno pessimo. Altre volte la disambiguazione della frase “Bella giornata!” in senso antifrastico è data dal contesto (fonte Wikipedia)