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Una canzone per la domenica (159). Charlie Watts has passed away

proposto da Gianni Sarro

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Con quell’eterna espressione un po’ così, di qualcuno capitato per caso in una banda di matti, Charlie Watts non è mai stato un volto anonimo. Per scelta ha indossato una maschera non sfrontata come Jagger, non truce come Richards, non clowenesca come Wood. Allungando lo sguardo oltre il front line occupata dai tre, fino alla batteria, osserviamo una maschera caratterizzata da un’espressione ironica, tuttavia mai distaccata.
Charlie Watts ha visto crescere la sua popolarità dalla fine degli anni 90, quando Mick Jagger, durante la presentazione della band, non si è più limitato ad annunciarne il nome, ma lo invitava a presentarsi al proscenio. Il pubblico ha da subito apprezzato e la standing ovation riservata a Watts era seconda solo a quella. di Richards.
Il tempo di Watts (Londra 1941 – 24 agosto 2021) si è fermato, ma non si ferma la sua arte, com’è stato per Kubrick, Gassman, De Chirico.

Tra le tante, due immagini di Watts riaffiorano nella mia mente. Il dondolio della testa, che lo fa apparire rapito nel mood, mentre suona Miss You:

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E poi una risata nella clip promozionale di Start Me Up:

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It’s only rock’n’roll, but i like it. Ciao Charlie.

 

Note
Qui di seguito è riportato in file .pdf la pagina di ‘Avvenire’ di lunedì 25 agosto dedicata alla scomparsa di Charlie Watts (per una coincidenza, nella stessa pagina era presente anche il trafiletto della morte di Maurizio De Benedictis (leggi qui).

Avvenire. 25.08.2021. Charlie Watts. Aldo Nove

Propongo questo scritto di Aldo Nove (scrittore e poeta italiano, classe 1967), oltre che per le altre notizie che contiene su Charlie Watts, per una precisazione circa una delle più note canzoni dei Rolling Stones: Sympathy for the devil, a torto considerata una dichiarazione ‘satanista’ del gruppo. E’ in realtà ispirata al “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov (scritto e riscritto più volte tra il 1928 e il 1940 e pubblicato postumo tra il 1966 e il 1967), capolavoro della letteratura russa del ‘900, un ‘librone’; anche piuttosto impegnativo. Questa scoperta, fatta anche da me in altri tempi, mitigò alquanto la mia iniziale antipatia per il gruppo (Sandro Russo).

I Rolling Stones nel 1965. Dall’alto Mick Jagger; Charlie Watts e Keith Richards; Brian Jones e Bill Wyman (da Billboard)

Da sinistra: Charlie Watts, Mick Jagger, Ronnie Wood e Keith Richards (da ‘Avvenire’)

Ancora la formazione standard e più nota dei Rolling Stones: da sinistra: Jagger, Wood, Richards e Watts (dopo un concerto a Londra nel 2018)

Dei componenti iniziali dei Rolling Stones (cfr. nella foto del 1965), Brian Jones è morto (vedi in seguito); Bill Wyman è stato sostituito definitivamente, dopo alterne vicende, da Ronnie Wood.

Nel 1969 Brian Jones, continuamente turbato da profondi problemi personali e fisicamente provato dall’utilizzo smodato di droghe, diventa col tempo sempre più incapace di collaborare attivamente col gruppo, da cui viene estromesso quando – complici diverse vicende giudiziarie – non riesce ad ottenere il visto d’ingresso per gli Stati Uniti, necessario per seguire il resto della band in tour. Nel giugno 1969 Jones annuncia la sua uscita dal gruppo.
Il 3 luglio 1969 morì annegato nella sua piscina, in circostanze mai del tutto chiarite (fonte: Wikipedia)

1 Comment

1 Comments

  1. Sandro Russo

    31 Agosto 2021 at 06:20

    Ai tempi, quando ci si divideva tra Beatles (apollinei) e Rolling Stones (dionisiaci), io ero – senza dubbio alcuno – per i Beatles.
    Pare che da queste antinomie non ci si possa esimere. Ricordiamo, in un’altra generazione, quella tra Coppi e Bartali e quella – sempre viva – tra chi ama i gatti e chi preferisce i cani. La scelta di un campo che è comunque una spia del nostro carattere.

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