Sandro Russo raccoglie una testimonianza di Laura Viti
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La notizia non ha avuto grande risonanza mediatica, in questi tempi ingorgati di (brutte) notizie e sarebbe passata non rimarcata, se non avessi ricevuto un messaggio e poi una lunga telefonata da Laura, mia vecchia amica (…da 30, 40 anni? Ho perso il conto)
– Sandro, è morto Maurizio De Benedictis!
– Ah!
Conoscevo la stima e la reverenza di Laura per questo suo maestro dell’Università che l’aveva introdotta con pazienza, perseveranza e soprattutto condividendo con gli allievi la sua grande passione – al mondo del cinema.
La notizia non è stata riportata da tutti i giornali. Qui sull’Avvenire, del 25 agosto scorso
(cliccare per ingrandire; anche file .pdf in fondo all’articolo)
– Vorrei ricordarlo, in qualche modo. Che so… mi fa impressione che tutto quello che ha fatto, scritto e detto finisca così.
– Ho capito: “…Che tutti quei momenti vadano perduti nel tempo… come lacrime nella pioggia”.
– Aspetta, aspè’… Ch’hai detto? Io ’sta frase l’ho già sentita!
– E certo che l’hai sentita! E’ una delle frasi più citate al mondo! È il monologo di Roy, il replicante interpretato da Rutger Hauer nel sottofinale di Blade runner. Se ti vuoi rivedere la scena, così te la ricordi meglio, la trovi qui, nel sito.
– Ah! Volevo di’..!
Laura – bisogna conoscerla – è una tosta, che ha fatto tutta la vita in salita.
Messa fuori di casa giovanissima dal padre militare per essere rimasta incinta – cosa a quel tempo e in quell’ambiente (familiari provenienti dal frusinate) – assolutamente imperdonabile, ha dovuto abbandonare gli studi, e cominciare a lavorare nel mondo della moda per crescere da single la bambina (…Katia, te ricordi? Il nome è importante).
Di lavoro in lavoro, si è poi stabilizzata per anni come impiegata all’Ispettorato del Lavoro. Ma l’interruzione degli studi è stato da sempre il suo cruccio. Schietta e senza fronzoli lo diceva, quando entrava in un gruppo che non conosceva, quasi come biglietto da visita, per mettere le mani avanti prima che la giudicassero un’incolta.
Di suo ha cercato di ovviare come poteva… Leggeva molto, andava spesso al cinema, ascoltava “musica”, ma riconosceva che le mancava qualcosa.
– Nun c’era niente da fa… me mancavano “le basi”. Ti ricordi quando mi cazziavi perché dicevo che un certo film mi era piaciuto… o non mi era piaciuto?
E come se mi ricordavo… Le dicevo che doveva andare oltre, leggere, capire come e perché; ma poi non avevo voglia né tempo da dedicarle…
Condizionata sempre da questo limite, in età adulta con le scuole serali aveva preso il diploma di ragioneria. Appena andata in pensione poi, si è iscritta all’Università.
Scelta non casuale della Facoltà: “Lettere e Filosofia”.
Corso: “Letteratura, cinema e spettacolo”
Ed è stato qui, per la preparazione dell’esame di Storia del cinema che ha incontrato il prof. Maurizio De Benedictis.
– A Sa’, sempre al primo banco, non me perdevo ’na virgola, prendevo appunti al buio, come ’na matta… ho gli appunti quasi stenografati di tutte le sue lezioni! Tre ore, du’ vorte a settimana e poi lo studio a casa sul libro del prof.
– E dopo due messi di studio “matto e disperatissimo” ho fatto l’esame e ho preso trenta. Ahò! …me lo so’ meritato, eh!
Così lezione dopo lezione s’è stabilita, come di’… ’na certa confidenza. Quella con l’allievo più attento che ricorda cosa avevamo fatto la volta scorsa, e dopo una pausa dov’eravamo restati…
Ma mi si sono aperti mondi. Mi è rimasta la fissa per i film del Neorealismo, come li sapeva spiegare lui… La trama vabbè, ma anche il contesto, il periodo storico, il significato e il confronto con gli altri film dello stesso regista.
E poi gli aspetti tecnici, l’inquadratura, la fotografia, il colore…
A Sa’…che scialo! …altro che “me piace e nu’ mme piace!”.
Foto di scena da Ladri di Biciclette (De Sica, 1948)
Va bene Laura, ho capito… Mi puoi fare qualche esempio? Qualche film che ti è restato impresso?
– Film… tanti, per come li raccontava lui, ti ci faceva entrare dentro… Stavi seduta sul marciapiede co’ padre e figlio di Ladri di biciclette, col lampione da una parte che divideva la scena… Te spiegava com’era nata in Roma città aperta la corsa de Anna Magnani dietro la camionetta dei tedeschi che se sta a porta’ via il promesso sposo …che poi glie sparano, no!? …E il confronto delle composizioni di Pasolini per il film La ricotta co’ un quadro del Pontormo o altre sue citazioni da Mantegna! …Capisci che voglio di’..?
– Uh hu! Ma perché mi hai detto, prima, che il nome di tua figlia, Katia, era importante?
– Ah, quando siamo arrivati a fa’ Il dottor Zivago, di coso… coso…
– David Lean?
– Sì, quello llà. Gli ho detto… Ma lo sai che ’sto film è stato galeotto? Perché? ha chiesto lui. Perché quand’è uscito il film erano proprio i tempi del mio grande amore – che poi è andato com’è andato, vabbè – ma la piccola l’abbiamo chiamata Katia come uno dei personaggi del film.
– Perché non Lara, Julie Christie, o Tonia, Geraldine Chaplin? Io questa Katia nel film non me la ricordo.
– Ce sta… ce sta pure Katia, fidate! È la figlia di Zivago e Lara!
Laura mi ragguaglia poi del successivo iter dei suoi studi universitari. Del primo Corso ha dato solo l’esame di Storia del cinema, per passare poi al Corso di Scienze della moda e del costume, di cui ha dato sette esami (per quei miei trascorsi… come sarta d’alta moda, pensa!).
– Ma nun me volevano fa’ da’ n’altra volta l’esame de Storia del Cinema che avevo già fatto co’ De Benedictis, perché per qualche inghippo non me l’hanno convalidato?
– E tu? Bene no? …sempre di imparare cose si tratta!
– Macché! Gli altri due prof che ho trovato, du’ pischelli, ci hanno la fissa del cinema americano, che a ne nun me va né su né giù!
Laura è un fiume in piena, non si riesce ad arrestarla. Le faccio qualche domanda sugli ultimi anni del suo prof preferito.
– A sì! Beh, era dimagrito tanto! Dal 2019 a adesso aveva perso più di 10 chili. Poi c’era stato il Covid de mezzo e ci eravamo persi di vista. Era un tipo particolare. Completamente inadatto a risolvere i problemi pratici, per trovare un medico e fare gli esami giusti ci ha messo tanto tempo… Troppo! Insomma gli ho dato un po’ di consigli, perché mi sembrava così sprovveduto. Gli ho detto qualche volta per scuoterlo: Tu sarai pure maestro de Cinema, ma io so’ maestra de vita!
Gli ultimi tempi stavamo pure organizzando dei turni di assistenza tra noi della cerchia del vecchio Corso, quelli più vicini a lui… Non c’è stato tempo. È stato tutto così veloce. Ma m’è rimasta ’na curiosità…
– Dimmi
– Ho parlato col bidello della Facoltà… M’ha detto di essere stato incaricato dal prof di cercarmi, de dimme se lo chiamavo… Secondo te, co’ tutta quella gente che conosceva, il prof… ma perché aveva cercato proprio me?
Immagine di copertina. La famosa scena di Anna Magnani in Roma città aperta (Rossellini, 1945).
Il .pdf della notizia su Avvenire: De Benedictis. Avvenire. 25 agosto 2021
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Appendice del 7 settembre 2021 (Cfr. Commento Nuovo Cinema Aquila – Fb)
Maurizio De Benedictis
Uno dei film preferiti da De Benedictis. “L’armata a cavallo” di Miklos Jancso (1968)
Annalisa Pinna
29 Agosto 2021 at 10:04
Cara Laura,
ha scelto te perché sei vera, sincera… Non ti metti problemi ad esprimere nuda e cruda la realtà così com’è.. Perché anche lui ha capito te… Che hai lottato per stare a galla e per realizzarti… E queste cose, la forza interiore, non sempre ce l’hanno le persone reali… Le vediamo solamente esprimere dai personaggi dei film e lui l’ha capito bene…
suor Isabella
31 Agosto 2021 at 16:22
Ciao cara Laura,
non conoscevo il prof. De Benedictis che era certamente una grande persona. Mi dispiace sia morto prematuramente, anche se la morte non è mai l’ultima parola per chi crede.
Non ricordo i dettagli di quando mi interpellasti per lui, ma forse era in piena emergenza pandemica…
Riguardo all’intervista invece, ti voglio esprimere grande ammirazione per la tua inesauribile verve e per i tuoi molteplici interessi in campo culturale… prove, sofferenze, vicissitudini, non sono state un ostacolo ad affrontare tutto a testa alta!
Ad maiora!
Un abbraccio
suor Isabella
Paolo Bordini
1 Settembre 2021 at 08:35
La lotta di Laura per resistere alle terribili convenzioni sociali e soprattutto familiari del suo tempo, gli anni ’60, si può riassumere nella definizione che lei stessa mi ha dato una volta, di essere “un fiore a cui è mancata l’acqua”. L’acqua della conoscenza e della cultura se l’è cercata con coraggio e determinazione dopo averne sofferto la mancanza quando più le serviva.
Alessandro Alfieri
7 Settembre 2021 at 10:53
Nel lontano seppur non “remoto” 2005, pur avendo già maturato i prodromi di una forma di passione maniacale per la settima arte, non avevo ancora seguito corsi all’università dedicati al cinema. Per la mia laurea specialistica in filosofia, decisi di seguire il corso di Storia del cinema tenuto all’Università La Sapienza dal prof. Maurizio De Benedictis. Ora, il riconoscimento della professionalità di De Benedictis potrebbe stare nel fatto che io oggi insegno proprio “Storia del Cinema”, ma sarebbe un riconoscimento troppo egoico: in realtà le persone che si sono appassionate al cinema, hanno continuato a studiare cinema, hanno iniziato a fare cinema, a scrivere di cinema o per il cinema, che provengono dalle aule dei corsi del prof. De Benedictis sono state molte nel corso degli anni.
Questo per comprendere il peso di una perdita significativa, perché De Benedictis col suo metodo riusciva a trasmettere in maniera efficace la passione per il cinema agli studenti che riempivano l’Aula Magna della Facoltà di Lettere.
www.facebook.com/cinemaaquila/
7 Settembre 2021 at 11:39
Altre testimonianze sulla scomparsa di Maurizio De Benedictis – trasferite da Facebook -, da parte del Nuovo Cinema Aquila e di Adriano Saleri. Immagini aggiunte all’articolo di base.
Domenica 12 settembre alle ore 18, presso il Nuovo Cinema Aquila, serata di rievocazione della figura del prof. Maurizio De Benedictis
Nuovo Cinema Aquila – Roma
È con un’estrema tristezza nel cuore che omaggiamo un amico del Nuovo Cinema Aquila, un profondo conoscitore del Cinema, un grandissimo e generoso divulgatore, un uomo che ha condiviso con noi un’iniziativa importante per il nostro cinema come BinarioV.
Grazie di tutto Prof. Maurizio De Benedictis.
Per noi è solo un arrivederci.
DUE FOTO
Adriano Saleri
Maurizio De Benedictis, non si è mai pronti per una notizia del genere, soprattutto se riguarda te. Questa foto è tratta da uno dei tuoi film preferiti, “L’armata a cavallo” di Miklos Jancso e la voglio montare con una tua foto, come se fosse oggetto del tuo sguardo. La dedico a te e alla tua memoria affinché la tua passione per il cinema, la letteratura e la vita continui a vivere attraverso i tuoi libri e il tuo pensiero e contamini e appassioni chiunque incroci la tua opera e il tuo ricordo. Grazie degli anni più belli passati alla Sapienza, a studiare cinema e i “linguaggi dell’aldilà”. Ora il linguaggio dell’aldilà lo hai disvelato e resterà il tuo segreto.