la Redazione
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E’ venuto a mancare ieri all’improvviso Silverio Parisi, figura di spicco nel mondo della nautica ponzese e personaggio familiare tra i tanti appassionati dell’arte di costruire barche, soprattutto da diporto.
A nulla è servita la corsa contro il tempo quando, nel tentativo di salvargli la vita, si è fatto ricorso al trasporto in eliambulanza all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina.
Silverio, fisico coriaceo e imprenditore dalla personalità dirompente, non ce l’ha fatta. Il prossimo mese avrebbe compiuto 76 anni.
Parlare dei Parisi a Ponza significa parlare dei Cantieri omonimi di Santa Maria, la cui storia ha inizio negli anni Trenta quando il maestro d’ascia Luigi Parisi, padre di Silverio, comincia a costruire i primi gozzi di legno.
Con uno di quei gozzi, il Santissima Trinità, Luigi Parisi (per tutti Giggino) ha curato per tanti anni per conto della Marina Militare il servizio di collegamento tra Ponza e Zannone per il trasporto merci e dei fanalisti che facevano servizio al faro.
E su quel gozzo spesso a dare una mano, ma soprattutto ad imparare a solcare il mare, c’era anche il piccolo Silverio.
L’arte e la passione per la costruzione dei gozzi vengono trasferite da Giggino ai figli Silverio ed Ennio, e successivamente ai nipoti Luigi e Daniele: un’arte che negli anni si è avvalsa dei risvolti positivi dovuti all’evoluzione del mercato e alle nuove tecniche di costruzione: fino a portare degli eccellenti esemplari di gozzo al Salone Nautico di Genova.
Silverio aveva da qualche tempo lasciato la guida e le incombenze della gestione dei cantieri ai figli, ma non mancava di condividere con gli appassionati di nautica e i costruttori di barche l’arte e le conoscenze di maestro d’ascia qual era.
Sicuramente è una perdita per il settore specifico, ma è lo è soprattutto per i figli Luigi e Daniele, per i fratelli Ciro e Ennio, per i nipoti.
A tutti loro e agli altri parenti la vicinanza e le condoglianze della Redazione di Ponzaracconta.
La salma di Silverio arriverà a Ponza mercoledì mattina con il Carloforte proveniente da Terracina.
Note (a cura della Redazione)
Di Silverio Parisi e dei Cantieri Parisi si è già scritto sul sito e altrove:
Un cantiere navale di Ponza
Di Francesca Iacono del 13 settembre 2013
Ponza, maestri d’ascia scuola di vita
Di Paolo Iannuccelli , 18 marzo 2014
Domenico Musco ricorda Silverio Parisi
18 Agosto 2021 at 06:17
Chi conosce Silverio sa che parlare di lui non è facile: un uomo di tanti, tantissimi interessi, dalla politica alla caccia, dalla pesca al commercio e così via.
L’aspetto che vorrei ricordare di Silverio è quello della vita di cantiere degli anni in cui avevo il gozzo ponzese nel cantiere Parisi e vivevo la vita da cantiere.
C’erano Ennio e Silverio, esattamente all’opposto; uno tutto ordine, calma e precisione… ovviamente questo è Ennio. Silverio invece era un terremoto… mentre faceva un lavoro a una barca correva al telefono a parlare con l’avvocato, poi correva sul Comune, poi spostava barche da un posto ad un altro per fare spazio perché doveva tirare una barca, intanto preparava la rete che doveva buttare a mare per la sera…
Praticamente non si fermava mai…
Devo dire che a me quella vita di cantiere mi affascinava moltissimo e infatti adesso mi ritrovo a fare spostamenti continui di gommoni e barche facendo tanti lavori, non di legno come faceva lui da mastro d’ascia, ma con colla e resina.
Ennio, il fratello, allora come tuttora, ha la sua bella scatola di attrezzi chiusa a chiave che non dà a nessuno e quando gli manca uno scalpello strilla sempre al fratello disordinato che gli rovina il taglio della lama; di rimando Silverio strilla ad Ennio che lui non può perdere tempo ad affilare uno stupido scalpello, o perché il lavoro deve essere fatto veloce… Divergenze tra fratelli, ma sempre con grande senso di squadra.
Ricordo che un giorno mi chiama e mi fa vedere il figlio piccolo, Daniele (allora circa tre anni) che giocava a mettere con un martello la stoppa tra due tavole di legno come fanno i maestri d ascia, e mi dice: Vedi questo piccoletto gli piace fare le barche sicuramente avrà successo nella vita; il grande invece è un intellettuale, sicuramente studierà e si laureerà …
Grazie Silverio per gli anni che sono stato nel cantiere a spostare continuamente barche e alare e varare barche insieme a tutti quelli che passavano… Chiedevi a tutti di dare una mano a spingere o mettere falanghe per far scivolare le barche…
Adesso faccio io la stessa cosa…
Ciao buon viaggio
Domenico
Lino Pagano
21 Agosto 2021 at 23:48
La morte di Silverio è un grande dolore per chi ha voluto bene ai Parisi. Vorrei tramite Ponza Racconta fare arrivare le mie più sentite condoglianze al mio amico fraterno, Ennio: “Ti sono vicino con affetto e tristezza. Che Silverio possa riposare dove la terra è più lieve e dove troverà tantissimi amici. Fai un buon viaggio, Silverio!”