di Enzo Di Fazio
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E’ doveroso che inizi questa epicrisi partendo dall’imminente “festa” di San Silverio. Sia perché ricorre proprio tra una settimana sia perché ben cinque articoli pubblicati nei giorni scorsi parlano d’u Vicchiarielle nuoste.
Meraviglia innanzitutto come perfino dalla Finlandia si interessino della storia del nostro Patrono. Le isole ponziane e il santo sono oggetto di studio di un ricercatore e la cosa non può che fare onore alla nostra comunità e – lasciatemelo dire – anche a Ponzaracconta visto che è coinvolto anche il sito per un articolo pubblicato tre anni fa.
Ma torniamo ai fatti di casa nostra.
San Silverio, come ebbi a scrivere più o meno di questi tempi lo scorso anno, rievocando un episodio dell’infanzia risalente all’epoca in cui avevamo come parroco don Luigi Dies (leggi qui), oltre ad essere il santo protettore che la comunità isolana si è scelto per le note vicende legate alla sua storia, è un po’ uno di famiglia (San Silverie m’è parente recita una vecchia preghiera ponzese ricordata da Assunta Scarpati); è un confidente con cui sicuramente ciascuno di noi, credente o laico che sia, si è trovato nel corso della vita a colloquiare. Per devozione, per riconoscenza, ma soprattutto per rispetto che gli si deve e che è simile a quello che abbiamo – e che ancora per fortuna coltiviamo – nei confronti dei nostri anziani.
La festa, quella più sentita, quella intima è fatta di essenzialità e pochi clamori e non ha bisogno di botti.
E’ fatta di quei sentimenti che ha interpretato bene Assunta nel suo appello dell’8 giugno e anche della rievocazione di ricordi e di episodi a quelli legati che – come dice Franco – contribuiscono negli incontri tra vecchi amici e parenti a vivacizzare l’atmosfera.
E poi trovo che non ricorrere, una volta tanto, alle voci blasonate del firmamento canoro ma alle eccellenze di casa nostra, come Benny e Maddy, qualifichi e gratifichi la comunità isolana per la capacità di attingere al proprio patrimonio culturale che non sempre abbiamo l’acume di valorizzare ed esibire.
Fare onore al papa Silverio martire significa anche tirar fuori dai cassetti e dai propri scritti novità come la poesia del maestro Donato Cuono proposta da Franco De Luca che fa riflettere su alcune ricostruzioni storiche errate e sulla necessità di chiarirle, come precisa lo stesso Franco.
E dell’isola? Cosa, nella settimana, si racconta dell’isola?
Si va avanti, ci si prepara alla stagione che, dai numeri e dalle presenze di questi giorni, fa ben sperare pur venendo fuori da paure e limitazioni.
Convivono come sempre, però, bellezza e disordine, voglia di fare e limiti gestionali.
Ponza ritorna ad essere non curata. Le strade sporche, i cassonetti stracolmi, le auto parcheggiate fuori luogo, le barche disposte ‘a dispetto’. La dimensione ‘civile’ dell’isola, quella istituzionale, quella governabile da procedure, ritorna carente, pesante, refrattaria a regole. La chiesa si sclerotizza nelle funzioni liturgiche, il Comune si isola negli uffici, la scuola si bullona nei programmi. E l’isola vegeta.
Su due piani: quello naturale, quello sociale… scrive Franco e ricorda che parlarne e vedere le criticità è compito della cultura.
Coltivare la cultura non è semplice, anche se è quello che cerchiamo di fare da quando, dieci anni fa, su questo sito abbiamo cominciato a raccontare, denunciare, proporre parlando di fatti di casa nostra e di fatti “altrui” che di riflesso interessano il nostro micromondo.
Se parliamo di manomissione del territorio (la realizzazione della scogliera di Frontone che nel suo divenire non poche perplessità ha generato, oggi è lì a chiedere giustizia); se parliamo di inquinamento, di cambiamenti climatici, di fenomeni della natura, di Ventotene… di Ventotene – ripeto – è perché, divulgando, seminando, vorremmo far crescere il senso del rispetto verso l’ambiente e suggerire l’approfondimento prima dell’agire; vorremmo stimolare iniziative virtuose e alimentare la conoscenza e far sì che dalle informazioni che ci dà, ad esempio, un biologo come il professore Madonna sugli effetti del riscaldamento globale si possano trarre indicazioni per cambiare e migliorare le nostre abitudini.
Poco più di un mese fa, esattamente il 9 maggio, un nutrito stormo di berte minori tenne spettacolo nello specchio di mare antistante l’area protetta di Gianola e del Monte di Scauri con voli radenti e tuffi in acqua per catturare le loro prede, attirando l’attenzione dei naturalisti del parco della Riviera di Ulisse, e non solo, per più di quattro ore.
Ne scrissero i giornali in quei giorni parlando di un fenomeno inconsueto ma naturale; ne è stato realizzato anche il breve video che propongo:
Le berte sono uccelli acquatici a noi familiari. A Ponza li chiamiamo parlanti per via di quel vociare, ora simile al pianto di un bambino ora a quello di un grugnito di un maiale, che spesso abbiamo avuto modo di sentire nelle notti prive di luna quando si era al faro della Guardia insieme ai fanalisti o nel mare circostante a pesca di totani.
Mi dice Gaia, la biologa di casa nostra, che le vocalizzazioni del vociare servono alla coppia per chiamarsi, cercarsi e trovarsi quando ritornano al nido e continuare a covare l’unico uovo fatto per stagione riproduttiva. Una berta arriva ed una parte per restare giorni e giorni fuori a pescare, nutrirsi e poi ritornare.
Ditemi voi se, nell’ambito del rapporto di coppia, non c’è da imparare dal comportamento delle berte!?
Emozioni e momenti che abbiamo più volte avuto modo di raccontare sul sito e che sono ritornati in occasione della segnalazione, a cura della Redazione, del fenomeno del bycatch, cioè la cattura involontaria, per via dell’utilizzo di strumenti da pesca non conformi alle leggi, di organismi di taglia inferiore ai target prescritti ma anche di tartarughe o uccelli acquatici, tra cui le berte.
Il fenomeno è stato rappresentato in occasione della Giornata mondiale degli Oceani celebrata l’8 giugno, giornata che serve a ricordarci che, se non ci prendiamo cura dell’ambiente marino e della biodiversità, anche la nostra vita è a rischio.
Non posso non segnalare che, per quanto riguarda la cura dell’ambiente e le iniziative rivolte a cercare partner con cui collaborare e realizzare sinergie in questo come in altri settori, è ancora Ventotene, la piccola Ventotene, ad insegnarci qualcosa. C’è molto fermento intorno al progetto per il recupero del carcere di Santo Stefano ma anche tanta attenzione a che le opere siano effettuate nel rispetto della riserva marina e dell’ambiente naturale.
Ancora. E’ di qualche giorno fa il Patto di Amicizia per fare rete sottoscritto tra Ventotene, Lampedusa, Itaca e Creta (ma altre se ne potranno aggiungere in futuro), tutte isole con elementi in comune tra attrattività (paesaggi bellissimi, natura incontaminata, storia millenaria) e criticità (difficoltà di collegamenti con il continente, difficoltà di garantire l’istruzione, spopolamento, congestionamento estivo)
E Ponza, la nostra Ponza? Deve fare i conti con sequestri per abusivismi edilizi che hanno deturpato ambiente e natura (è di ieri la notizia Ponza, nuova stretta sull’abusivismo: denunciati in sei riportata dal quotidiano on-line Latina.Tu)
Ho dedicato il cuore di questa epicrisi al nostro Patrono ed essenzialmente ad argomenti legati all’ambiente ma il sito, nella settimana appena trascorsa, ha dato spazio ed ospitalità a tante altre cose.
Comincio dalle costumanze antiche di Sandro Russo, intrigante proposizione di chiacchiere tra parenti sul calore umano e sui rapporti familiari di un tempo, filone cui in tanti potremo agganciarci, andando a pescare nella scatola dei ricordi
Sempre con l’emotività e l’introspezione abbiamo a che fare leggendo il tenero ricordo della scomparsa di Antonella Salerno nello scritto di Renato Ribaud come, con sentimenti per certi versi simili ma diversi perché legati ai luoghi del cuore, la bella ricostruzione della storia della Casa Silva di Silvia Boccardi.
Non manca l’antropologia con la conferenza stampa che si è tenuta il 10 giugno sullo straordinario ritrovamento (di cui parlerà tutto il mondo come ha dichiarato il ministro della Cultura Dario Franceschini) di significativi reperti fossili dell’uomo di Neanderthal nella Grotta Guattari a San Felice Circeo.
Per gli amanti della storia dell’arte abbiamo l’interessante articolo di Fabio lambertucci Il mistero (risolto) della Gioconda nuda, sulle licenziosità legate ad alcune esperienze pittoriche di Leonardo da Vinci.
Per la politica economica ritorna lo spirito critico e sentito di Giuseppe Mazzella di Rurillo sui rapporti dell’isola di Ischia e la Regione Campania fortemente connotata dalla gestione De Luca.
Per la cronaca abbiamo il triste annuncio della preside dell’Istituto Nautico di Gaeta dell’addio ufficiale alla Signora del vento, il magnifico veliero di cui abbiamo raccontato la gloria e il declino (leggi qui).
Non poteva mancare il Cinema. Per i cinefili un po’ di storia e di notizie sul film Bella e perduta di Pietro Marcello – da ascoltare la bella intervista al regista sul cinema di testimonianza e d’impegno sociale – sullo sfondo della reggia di Carditello, con la commovente storia di Tommaso Cestrone, custode volontario per tre anni fino a quando non lo colse la morte.
E chiudo con le belle notizie nel segno dei lieti eventi. Sono venuti al mondo nella settimana Diamante e Giordano, una femminuccia e un maschietto nel rispetto della parità di genere.
A loro e ai genitori i miei auguri e a tutti una serena domenica.
La foto di copertina è stata scattata il 20 giugno del 2019 (NdA)