di Roberto Landolfi
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un articolo pubblicato qualche giorno fa sul sito www.madrigaleperlucia.org
Rosanna Conte ha scritto e pubblicato, per Ponza Racconta, un bel resoconto sulla VII edizione del premio per le scuole intitolato a Lucia Mastrodomenico, organizzato dall’associazione “Madrigale per Lucia ONLUS” e 4 licei napoletani (leggi qui). Rosanna ha ricordato, fra l’altro che, covid permettendo, l’anno prossimo vorremmo organizzare la prima edizione del Premio nella scuola di Ponza (leggi qui). Vorremmo far dialogare la nostra piccola esperienza del Premio dedicato a Lucia, con le insegnanti, studentesse e studenti di Ponza, contribuire al dibattito culturale che si sta rafforzando sull’isola. Vorremmo contribuire allo sviluppo culturale e sociale delle piccole isole e di Ponza in particolare.
L’isola appunto. Le isole minori, con i tanti limiti e le tante opportunità tipiche dei contesti isolani. Valgono più i limiti o le opportunità? Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto per chi vive sull’isola? Per me che, negli ultimi anni ho vissuto un po’ la città, un po’ l’isola, avanza sempre più la convinzione che, la vera forza di Ponza, è Ponza stessa. Me ne rendo conto quando, fuori stagione, dico ai miei amici in città “ci risentiamo tra un paio di settimane perché domani parto per Ponza”. “Per Ponza?” mi domandano a conferma. Che fortuna che hai è il loro commento (a dire il vero l’espressione è di solito più colorita ma tralascio di riportarla).
Anch’io da bambino, facevo i bagni alla Caletta e da giovane, a venti e trent’anni, nello splendido mare di Chiaia di Luna, mentre il sole tramontava. Adesso tutto ciò è interdetto.
Il presente di Ponza estiva è tutto centrato sulle barche. Il presente, di Ponza d’inverno, lo si può desumere, dai tanti scritti pubblicati, sempre in maniera equilibrata e puntuale, su Ponza Racconta,
Il presente di Ponza estiva si è complicato, nel corso degli ultimi anni. Da quando imperversa una musica serale, tipo karaoke, nel pieno centro storico dell’isola, e si sono verificati episodi di malcostume, purtroppo malamente descritti dai mass media. Ma, si sa, l’audience detta sovente le regole della comunicazione e quel che succede a Ponza “fa notizia”. Occorre, a mio avviso, individuare rimedi affinché Ponza riprenda l’abito migliore, che aveva negli anni 70’ e 80’ e che ha mostrato di saper tenere nel tempo: quello cioè di un luogo di straordinaria bellezza naturale, di grande ospitalità e di provata efficienza organizzativa.
Ponza oggi è luogo dove nascono tanti bambini (anche se logicamente le gestanti di Ponza vanno a partorire sulla terraferma); il tasso di natalità dell’isola è a mio avviso superiore alla media nazionale. Sarebbe interessante saperne di più. Succede anche nelle altre isole minori? Questo sarebbe un tema da approfondire da parte dell’ANSPI, l’Associazione Sanità sulle piccole isole. Tanti giovani ponzesi si laureano con grande merito, come puntualmente riportato sulle pagine di Ponza Racconta. Ponza investe sul futuro e forse non se ne rende conto. Per questo motivo l’isola merita progetti arditi, concrete realizzazioni; provo ad elencarne due, a mio avviso strategici: una graduale transizione ecologica ed una completa informatizzazione.
Le isole minori, tutte, dovrebbero far la loro parte, chiedendo a Regioni e Governo, una quota dei finanziamenti che l’Europa metterà a disposizione nell’ambito del Next Generation EU.
Due temi, transizione ecologica ed informatizzazione diffusa che, dovrebbero, a mio avviso, divenire obbiettivi comuni per tutti: dalle forze politiche dell’isola (maggioranza e opposizione), agli imprenditori, alle tante associazioni di volontariato e culturali presenti.
Due obiettivi non semplici, ma possibili. In special modo se si sarà in grado di far giungere, sulle isole, anche solo le briciole delle ingenti risorse derivanti dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) che il governo sta approvando in questi giorni. Un’occasione da non perdere!
È questo il momento di avere il coraggio di una programmazione che guardi al futuro. In tutti i settori: dal turismo ai trasporti, dalla sanità, alla scuola, alla transizione ecologica. Il PNRR sarà finanziato dall’Unione Europea con risorse economiche notevolissime, più di 200 miliardi di euro. Pensiamo solo ai benefici che potrebbero derivare da un turismo ecosostenibile, dalla telemedicina, dalla possibilità di lavorare in smart working a Ponza, come nelle altre isole minori.
Non si tratta di utopia. Non si tratta di costruire “l’Isola del Sole”, alla stregua della “Città del Sole” descritta nel 1600 dal filosofo Tommaso Campanella. Si tratta di articolare progetti praticabili e finanziabili per opere da realizzare che siano pari alle aspettative dei giovani. Un riordino delle attività della vita quotidiana sull’isola, in estate come in inverno. È questo il momento di mettere in cantiere una programmazione credibile in base ad obiettivi condivisi. È possibile, come ci ha dimostrato la lotta alla pandemia, lavorare tutti insieme. Non è il momento di difendere gli interessi di questa o quella famiglia, di questa o quella categoria imprenditoriale, professionale, partitica. Adesso abbiamo imparato che occorre lavorare tutti insieme, perché il nemico comune da battere è uno solo: il virus. Prendiamo esempio da questa esperienza.