Oggi, 18 aprile, ricorre il trigesimo della morte del nostro caro amico don Raimondo.
L’ultima volta, esattamente un mese fa, stavo preparando per Ponzaracconta un ricordo della preghiera a San Giuseppe del parroco Luigi Dies e mentre scrivevo appresi la notizia che don Raimondo ci aveva lasciati.
Ricordo come, dal giorno che mi chiamò per provare l’organo nella chiesa della sua parrocchia, a Pocacqua (Anzio), quasi 12 anni fa, fino all’ultima volta che ci siamo incontrati, ci siamo visti tutte le domeniche e feste comandate, inclusa quella patronale; c’era uno stacco solo per la festa dell’Immacolata che io andavo a Ponza. Lui già conosceva Ponza; ma quando ha preso interesse a questa bella tradizione ha cominciato a frequentarla più regolarmente. Ci accompagnava nella solita e infervorata cantata della mattina dell’otto dicembre… lui con l’inseparabile fisarmonica (’a sammoca) stava con tutti gli amici di Ponza a suonare e cantare per la nostra Madre dolcissima.
Un canto che è rimasto impresso nei nostri cuori e che io in suo ricordo vorrei riproporre a tutti coloro che lo hanno conosciuto.
E poi sempre insieme, in tutte le occasioni di festa, le cantate che facevamo insieme con tutti i fratelli e le sorelle: era un coro fantastico, lui con la fisarmonica e noi dietro, come fu per l’ultimo suo compleanno che ci vedemmo con tutta la mia famiglia, la sua e tutti i suoi ospiti, la sera del 13 novembre del 2019.
Poi causa Covid, ci siamo dovuti sentire solo per telefono, fino ad alcuni giorni prima che volasse lassù.
Come mi manchi, come ci manchi, caro amico don Raimondo.
Non vado oltre perché ho gli occhi lucidi e se se ne accorge don Raimondo mi dice: “Ué friarié’, ch’amma fa’?”
Saluto tutti i miei amici e compaesani nel ricordo del nostro caro don Raimondo e insieme a Lui cantiamo tutti in coro “Madre dolcissima”.
Tonino