Ambiente e Natura

Una foto racconta (21). La porta di casa

di Pasquale Scarpati

 

Il portone della casa dove nacqui di fronte alle scale della Dragonara dove c’era il negozio di Filomena e inizio della discesa che porta a ‘u ruttone di Sant’Antonio.

Si notano le grosse ante che chiudevano l’uscio, rinserrate da un’unica grossa chiave scura.

L’abitazione era situata nella palazzina che ancora oggi è di tre piani; noi abitavamo il primo e secondo piano. Al terzo piano abitavano Vittorio, Clorinda e Maria Cristina. I balconi, dall’altra parte, erano prospicienti direttamente sul mare a cui per altro si accedeva da una scala interna (lo scalandrone).
Muffa, vecchio forno, ragnatele e ciottoli scivolosi non appena si apriva la porta che portava direttamente sul mare.

Per accedere al secondo piano (dove c’erano le camere da letto) bisognava uscire di casa ed imboccare il portone che si intravede. In alto la finestra della camera da letto dei miei, anch’essa con le ante di legno.

Di fianco c’è l’imboccatura del pozzo, chiusa da una porta di legno dove era apposto un lucchetto. Il pozzo era riempito da acqua proveniente dalla nave cisterna attraverso condotte (manicotti) che, come serpenti, si snodavano lungo le strade. Non v’era carrucola per cui bisognava far ribaltare il secchio con decisi strattoni ed il gomito si sbucciava frequentemente.

Le persone nella foto sono: a sinistra mia zia Carmela con il marito soldato americano (sposa di guerra), al loro fianco mio fratello Carlo. Sull’uscio mia zia Malvina (sorella di mio padre) e poi mia madre, mia cugina Civitina e un’altra persona che non conosco. Gli abiti che indossano sono quelli da cerimonia (forse si era sposata mia zia Carmela). Matrimonio del dopo guerra! Probabilmente soltanto cerimonia civile.

Forse io ero in…. viaggio.

 

Nota della Redazione:
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