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E’ piena di brutte notizie quest’epicrisi di metà marzo, non so neanche se vale la pena leggerla. Cominciamo dalla zona rossa: a Ponza alcuni la invocavano da tempo, e per farle compagnia da domani tutta la regione si tinge di color aragosta (il rosso ha tante sfumature, ma io ho scelto quella più marina e adatta a noi). Vabbè, diranno tutti, sai che novità? Infatti, il brutto è proprio questo: che è un orribile, e in molti temono inutile, dejà vu. Perché il riferimento è a un anno esatto fa: da allora non è cambiato niente, anzi va tutto peggio a causa delle varianti, siamo tutti più stanchi e sfiduciati. Perfino quel vaccino che doveva essere l’unica speranza-certezza, si è trasformato in un pericolo. E appare ridicolo leggere indicazioni e raccomandazioni: perché, cosa abbiamo fatto finora? Naturalmente mi riferisco a persone normali e mediamente responsabili.
Tanto vale allora cercare qualche notizia diversa, che possa risollevare il morale: cercarle tra le pagine del sito, come facciamo ogni settimana. La prima appartiene a domenica scorsa: la messa in sicurezza di Cala Gaetano da parte del Comune di Ponza con un impegno di oltre 900.000 euro, e che segue di poco quella di Cala Feola. Il tributo all’8 marzo quest’anno si affida alla poesia, visto che sugli altri fronti gli echi che arrivano continuano ad essere drammatici: a forza di riflettere sul senso di questa giornata, si continua a perdere di vista la vita di tutti i giorni. Ci riportano all’attualità del covid Rosanna Conte con le informazioni riguardanti il certificato vaccinale, nonché la cronaca tra il serio e il faceto da Le Forna di Martina Carannante, alla quale basta un termine straniero con l’hashtag, #Quarantine, per alleggerire il peso della quarantena. Mentre ci invita alla prudenza la statua di San Pio in versione anticovid con la mascherina, di cui ci riferisce Silverio Lamonica. Rimaniamo in tema e sull’isola, sempre in compagnia di Martina, per seguire l’andamento delle vaccinazioni, grazie ai medici di base: nello specifico Isidoro Feola, Aldo Feola, Daniele Caico. Grazie infinite, doc: non sarete Luca Argentero, ma per noi siete i migliori.
Pertinente e realista, in previsione della stagione estiva, è la lettera del sindaco Ferraiuolo agli operatori turistici, alla popolazione, ai giovanissimi turisti che tanto amano Ponza e soprattutto alle loro famiglie: luglio è a un passo e bisognerà arrivarci ben preparati. Attento e critico come sempre al posto in cui vive e ai suoi abitanti, Francesco De Luca non fa mancare la sua puntuale analisi, con “La sostenibilità (4). Un approccio alla realtà ponzese”, ma soprattutto con “Poca umanità”, dove con il pretesto di raccontare la storia di Chicchino, incide frasi come questa: “L’impegno crea il futuro e la morale fonda il valore delle azioni”. Una visione di tutt’altro genere riguardante Ponza ce l’offre tramite Giuseppe Mazzella e i suoi “Ponzesi visti da… “, Giuseppe Cesare Tricoli con la “Monografia per le isole del Gruppo Ponziano”, in cui con il linguaggio del suo secolo, il 1800, parla nei dettagli della vita sull’isola, definendo tra l’altro le sue donne “positivamente belle”.
Stava per sfuggirmi una cosa importante, beh si fa per dire. Grazie a “La ricerca della Bellezza (3) Anche sui banchi delle verdure” di Sandro Russo, ho scoperto perché non ho mai comprato né mangiato quei cavolfiori verdi dai meravigliosi pinnacoli. Ho un forte senso estetico e quindi tra frattali, arte grafica e struttura base ripetuta all’infinito, inconsciamente (confesso la mia non conoscenza) non me la sono mai sentita di rovinare quei capolavori. E continuerò a farlo.
Grazie a Tonino Impagliazzo la Storia recente si delinea in occasione di un importante anniversario con “2021. Ottant’anni dal Manifesto di Ventotene”, di cui l’autore propone la prima parte, con gli anni compresi tra 1941 e 1981. Oltre a rappresentare una lettura molto coinvolgente, con gli avvenimenti vissuti dal di dentro, lo scritto è una documentazione preziosa per chi vorrà farne oggetto di studio negli anni futuri. Ed è ancora la Storia la grande protagonista di “Gandhi e Churchill da giovani”, con il racconto pressocché sconosciuto di due giganti che per qualche tempo, quando avevano rispettivamente 30 e 25 anni, hanno militato in Sudafrica sotto la stessa bandiera, pur se in ruoli differenti.
L’universo si allarga ancora e si passa al cinema. Ci dovrà pure essere un motivo se il film “La vita è meravigliosa” viene proposto ciclicamente quasi ogni Natale. Ce lo fa capire Emilio Iodice, nella traduzione di Lamonica: infatti ogni volta che l’ha visto, a 10, 20, 50 o 60 anni, ha trovato in esso una chiave di lettura e un’angolazione diversa su cui riflettere e da cui trarre esempio. Un ulteriore passo, questa volta nella letteratura, ce lo fa compiere Tea Ranno, con il suo racconto breve “Otto passi e 1/2”. La rubrica “Una foto racconta” ci propone tre spaccati diversi: “Una giornata piovosa” con gli animali e le piante di Sandro Russo; “Fratelli gemelli” di Martina Carannante, in un giorno particolare come quello di ieri; “Le ragazze degli anni ’50” di Pasquale Scarpati, che rispolvera il suo passato di insegnante per scrivere anche “La scuola, ovvero l’arte di arrangiarsi”.
E ora torniamo alle note tristi: l’avevo anticipato che quest’epicrisi sarebbe stata piena di brutte notizie. Venerdì abbiamo dovuto scrivere della scomparsa di Lucia Romano, vedova Errante, che abitava a Le Forna e ha lasciato un grande vuoto tra i suoi cari. E ieri abbiamo dovuto registrare un altro lutto: è morto a Latina Pino D’Andrea, architetto, che ha scoperto Ponza in età giovanile e non l’ha mai lasciata, trascorrendovi lunghi periodi specie in estate con la famiglia. Qui i cinque figli sono cresciuti, sotto lo sguardo suo e della moglie Sara, che si è spenta pochi mesi fa.