di Rita Bosso
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Tengo cara la mia copia di Istantanea Mussoliniana, il libretto che il parroco Dies pubblicò nel 1949, fatto ristampare qualche anno fa dal nipote Tommaso Vitiello.
Quando Tommasino mi fece dono dell’Istantanea, accompagnandola con una bella dedica, mi tornarono in mente i racconti di mio nonno, di mia madre; nel 1943 erano fascisti come quasi tutti; a differenza di molti, mai rinnegarono l’ammirazione per il duce, la convinzione che all’epoca tutto procedeva per il meglio, che i treni viaggiavano in orario.
Una veduta del Porto
A Ponza, tra la fine di luglio ’43 e i primi di agosto, circola con sempre maggiore insistenza la voce che Mussolini sia tenuto prigioniero a Santa Maria. Il 25 luglio il giornale radio ha comunicato: ”Sua Maestà il Re e Imperatore ha accettato le dimissioni dalla carica di Capo del Governo, Primo ministro e Segretario di Stato, presentate da S.E. il Cavaliere Benito Mussolini, e ha nominato Capo del Governo, Primo ministro e Segretario di Stato, S.E. il Cavaliere Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio”.
Da allora, non si sa che fine abbia fatto il duce.
È certo che, il 28 luglio, una corvetta ha condotto a Ponza un prigioniero importante; si sa che le case sulla spiaggia di Santa Maria sono state fatte sgomberare e che la zona è sorvegliata dai carabinieri; il resto, sono chiacchiere di paese, più o meno attendibili. C’è chi assicura di aver visto il prigioniero e di averlo riconosciuto, ma sono riconoscimenti basati su foto sgranate viste su un giornale, chissà quanto tempo fa.
È il 6 agosto del 1943; bussano al portone di casa Régine, in via Corridoio. Una bambina si affaccia alla finestra, “È Mimì”, grida, e corre ad aprire. Mimì è amico di famiglia, è di casa dai Régine ma il suo arrivo è sempre una festa: è simpatico, vitale, allegro.
Mimì, altissimo, gambe chilometriche, sale la scala ripida con tre balzi, intima il silenzio, fa chiudere tutte le porte, tira fuori un pacchetto. “Guardate qua! Guardate cosa ha ricevuto ‘u paricchiano.”
‘U paricchiano è il parroco di Ponza, don Luigi Maria Dies; Mimì è suo fratello, Mimì ‘u paricchiano.
Mimì mostra una lettera, un libro; legge. Il silenzio è assoluto.
Al centro: Mimì Dies; dietro, da destra: Mario Bosso, le sorelle Régine, Edda Esposito
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[Istantanea mussoliniana: una rilettura (1) – Continua]
Articolo in condivisione con l’Associazione Cala Felci