di Tonino Esposito
Nei giorni successivi alla pubblicazione del mio articolo sullo sbarco di Anzio (leggi qui) si sono tenute accese discussioni in redazione, partecipate anche a me, su quanto avevo affermato: che il giorno prima dello sbarco del 22 gennaio 1944 il convoglio di navi avesse fatto sosta a Ponza – quindi il 21 gennaio – e che i militari fossero anche scesi a terra.
Con l’apporto costruttivo di quanti hanno precisato e aggiunto – ciascuno un tassello in più di conoscenza -, possiamo ora delineare un quadro più completo e veridico.
L’equivoco è nato dall’uso della foto di copertina che mostra dei militari sulla spiaggia di Chiaia di Luna. Si è accertato, in conformità con quanto riportato nel libro di Silverio Mazzella “Brigantino” Gente di Mare, chesi trattava di militari canadesi in esercitazione a Ponza.
Riporta il libro che le fotografie (messe a disposizione dalla Library and Archives Canada/Department of National Defence , che Silverio nel suo libro debitamente ringrazia) sono state scattate tra il 9 e il 10 agosto del 1944 ed aggiunge che le navi ed i mezzi da sbarco si trovavano a Ponza per fare delle esercitazioni. Successivamente questi militari furono dislocati nella Francia meridionale, per partecipare al processo di liberazione di quel paese.
Zattera da sbarco in navigazione al largo di Ponza (Palmarola sullo sfondo)
Sbarco sulla spiaggia di Chiaia di Luna (in aggiunta alla foto già pubblicata)
Zattera da sbarco in navigazione al largo dei faraglioni di Lucia Rosa
Quella esercitazione avvenne effettivamente nell’agosto del 44, a sbarco di Anzio già avvenuto – esitata, tutta l’Operazione Shingle, nella (tardiva) presa di Roma, il 4 e 5 giugno 1944.
Truppe americane al Colosseo il 4-5 giugno 1944
Ma torniamo a Ponza e a quel 21 gennaio del ’44.
Effettivamente le navi e i militari fecero sosta a Ponza, come ho scritto (dai miei ricordi infantili confermati negli anni da mamma, nonna e zia e dal filmato visto successivamente (una ventina di anni fa) ad una commemorazione ad Anzio.
La conferma mi è venuta da un notaio d’eccezione, Genoveffa D’Atri, riconosciuta memoria storica dell’isola, che ha confermato cha quel giorno d’inverno navi, zatteroni e ogni tipo di mezzo avevano letteralmente invaso la concavità della mezzaluna di Ponza: navi a perdita d’occhio, dal Porto in cui era l’osservatrice, fino a dove si estendeva lo sguardo, sul lato di levante dell’isola, fino a cala Gaetano.
Ricorda Genoveffa che tre-quattro zatteroni da sbarco aprirono i portelloni giù a Mamozio e ne scesero molti militari che si sparsero per l’isola.
Grande fu la preoccupazione tra gli isolani, che tra l’altro temevano anche l’abituale ricognizione serale da parte di un velivolo delle forze avversarie, tanto che invece di programmare l’abituale ricovero al rifugio della Parata, cominciarono a pensare ad altri rifugi in zona Scotti- Dragonara.
Comunque, quasi all’imbrunire iniziarono i preparativi per la partenza, cosa che avvenne con grande confusione per l’affollamento di uomini e di imbarcazioni. Nella concitazione del momento un mezzo si arenò ’ncopp’ u summariéll a Sant’Antonio, e non ci fu modo né tempo di rimuoverlo, tanto che fu abbandonato lì (negli anni si arenò ulteriormente fino a sporgerne solo uno sperone metallico -conosciuto in seguito come ’u fierr’ d’u Mass –, vero pericolo per tutti i ragazzini che facevano i bagni a Sant’Antonio.
Fatto sta che tra le 17,30 e le venti la partenza avvenne per tutti i mezzi e l’isola ebbe una notte tranquilla.
Da altre fonti sappiamo che lo sbarco avvenne subito dopo mezzanotte ad Anzio il 22 gennaio del ’44. E questa è Storia… Ma ha transitato per Ponza!
Immagine di copertina.
Parte della flotta d’invasione fotografata da bordo dell’incrociatore britannico HMS Mauritius (1° marzo 1944)