di Rosanna Conte
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E’ indescrivibile la gioia dei procidani per essere stati scelti come capitale della cultura 2022. Ed hanno ragione. Abbiamo dato notizia della candidatura di Procida a Capitale della Cultura 2022 agli inizi del percorso, anche se all’interno di un articolo non specifico (vedi qui) e notammo la capacità di questi isolani di fare rete, di fare squadra, al di là delle divisioni ideologiche e partitiche, nei momenti importanti.
Certamente la storia plurimillenaria dell’isola che ha visto generazioni di pescatori, contadini, ma principalmente naviganti rimanere comunque radicati al loro scoglio, ha favorito la capacità di relazionarsi e di considerare l’altro non sempre come avversario, ma anche come compagno.
La condivisione della vita su una nave per mesi o anche per anni, affrontando tempeste, piccoli e grandi incidenti, ma anche la scoperta del nuovo e del diverso, piacevole o meno, ha inciso di sicuro sulla tempra dei procidani.
La vita lontano dall’isola ha favorito anche la conservazione delle tradizioni locali che costituisce l’altra amalgama dello spirito isolano. tornare a casa era anche vivere le tradizioni e chi restava ha sempre avuto cura di mantenerle per loro che sarebbero tornati.
Casale Vascello
Da non trascurare anche l’attenzione alla cultura- il regio istituto nautico di Procida è nato nel 1833- e , come abbiamo già scritto altrove, sono diversi i procidani che si sono distinti in diverse carriere dal diritto con Antonio Scialoja alla fisica con la direzione dell’osservatorio vesuviano e la cattedra alla Federico II, con Giuseppe Imbò, alla carriera accademica come Franca Assante o Ugo Di Costanzo (senza voler trascurare i tanti altri che pur ci sono) o in quella della Marina militare come gli ammiragli Giuseppe Florentino e Giuseppe Lubrano di Negozio.
A differenza di Ponza, coloro che hanno studiato sono rimasti in gran parte sull’isola, Questo piccolo scoglio ha sempre avuto un’altissima densità abitativa e l’emigrazione dei giovani è un fenomeno recentissimo poco avvertito.
Ex pensione Eldorado
“Procida, pur essendo un microcosmo geografico, è per contro un macrocosmo culturale” scrive il dottor Giacomo Retaggio, cultore della storia procidana in un articolo pubblicato sabato scorso sul blog “Il Procidano”. Lo riporto in calce per chi voglia capire un po’ di più.
Corricella
Certo, sarà contento Alessandro Baricco che ha casa a Procida e lì scrive, e sarebbe stata contenta Elsa Morante che con “L’isola di Arturo” ha colto le diverse atmosfere che aleggiano nella piccola isola, ma ancor di più lo sono gli accademici e intellettuali napoletani che hanno lì il buen retiro e rendono la piazzetta della Chiaiolella e la spiaggia del Lido luogo di continuo confronto e scambio di idee.
Chiaiolella
Anche noi siamo contenti perché questa vittoria testimonia che se c’è la stoffa, non è la limitazione territoriale ad ostacolare i grandi passi.
Procida riceverà 1 milione di euro, ma certamente li saprà moltiplicare.
E chi dice che con la cultura non si mangia?
Il Procidano 16 genn. 2021. Universalità della cultura dei procidani.pdf
Da Repubblica del 19 genn. 2021. V. Parrella. Ripartiamo da Procida.pdf.
silverio lamonica1
18 Gennaio 2021 at 19:25
Mi unisco alla gioia di Rosanna e, naturalmente, di tutti i “cugini” procidani. Saldo resta il legame culturale tra le isole dell’Arcipelago Campano (isole partenopee e pontine) nonostante che sia venuto meno il collegamento via mare, alcuni decenni fa.
Questo è un riconoscimento che investe Procida in prima istanza, ma che riguarda tutte le altre isole minori italiane.
Personalmente sono orgoglioso, sentendomi legato a Procida perché lì nacque mio padre Fausto e perché lì è sepolto mio nonno Tommaso,già dirigente dell’Ufficio Postale di quel Comune, scomparso nel 1916.
Rosanna, giustamente, sottolinea la “robusta” tradizione culturale di Procida: da Elsa Morante ad Alessandro Baricco, ma non dobbiamo dimenticare che la fama di questa stupenda isola travalica da ben due secoli i confini nazionali. Nella prima metà dell’Ottocento, infatti, vi soggiornò lo scrittore e poeta francese Alphonse de La Martine (1790 – 1869) che gli ispirò una delle sue opere più famose: “Graziella” un romanzo che narra la struggente storia d’amore di questa umile e bellissima ragazza isolana per Alphonse.
La storia di Graziella (narrata da un autorevole autore) un po’ ci ricorda quella di Lucia Rosa (che ancora non è stata compiutamente raccontata).
Anche sotto tale profilo Procida e Ponza si assomigliano.
La Redazione
19 Gennaio 2021 at 13:02
Un articolo di Valeria Parrella, scrittrice e giornalista, su la Repubblica di oggi, dedicato a Procida “Capitale della Cultura 2022”, è riportato in file .pdf in calce all’articolo di base
arturogallia
19 Gennaio 2021 at 13:03
L’auspicio è che tutte le isole minori, soprattutto le sorelle più vicine, sappiano cogliere gli effetti benefici 😉