Proposta dalla Redazione
Dal quotidiano on line h24notizie del 16 gennaio 2020
E’ apparso nella giornata di venerdì 15 gennaio, sul profilo ufficiale di Alberto Angela, il noto paleontologo, naturalista, divulgatore scientifico e scrittore italiano, un lungo post di solidarietà ad Enza Campino, titolare della libreria Tuttilibri di Formia, recentemente colpita dal coronavirus e tuttora ricoverata in ospedale.
“Carissimi,
oggi vorrei raccontarvi una storia. Una storia vera, non immaginaria, che parla di sofferenza, condivisione e altruismo nel senso più nobile. È una vicenda che mi ha particolarmente colpito in questi giorni.
Enza gestisce una libreria in una piccola città dove è diventata un punto di riferimento non solo per le sue capacità, ma anche per la sua gentilezza e dolcezza. Sono tanti gli autori di best sellers che vengono agli eventi in piazza che lei organizza. Enza è una mia vecchia conoscenza con la quale ho mantenuto nel tempo un cordiale rapporto di amicizia. È un esempio dei tanti librai che in questi anni lottano per diffondere (e difendere) il sapere e la cultura nel nostro Paese.
Purtroppo qualche settimana fa ha contratto il Covid-19, ritrovandosi in poche ore ricoverata in ospedale, sotto ossigeno, con polmonite da Covid. Ha dovuto affrontare settimane di battaglie difficili in un reparto di pre-terapia intensiva. Eppure, non ha mai parlato di sé, delle sue intuibili angosce e preoccupazioni. Nei suoi messaggi, anche sulla pagina Facebook della sua libreria, ha sempre parlato dei medici, degli infermieri, degli addetti alle pulizie e di chiunque si muovesse attorno ai letti dei malati, accudendoli. Li ha descritti come degli angeli per le parole, le cure amorevoli e l’energia che davano a lei come agli altri pazienti in un contesto tutt’altro che semplice.
Grazie a piccoli e costanti miglioramenti, Enza ha cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel: le hanno prima tolto la maschera a ossigeno, poi è stata trasferita in un hotel trasformato in presidio ospedaliero per essere seguita nella lenta guarigione. Ha superato la fase più acuta e sta piano piano uscendo da questo incubo.
Enza Campino (foto da Twitter)
Enza dice che quello che le rimarrà per sempre dentro è l’infinita gratitudine nei confronti di chi l’ha accudita e le ha permesso la graduale guarigione: i medici e gli infermieri.
“È il loro mestiere”, potreste dirmi. Ma voi lo fareste? Come vi sentireste ogni mattina vestendovi per andare al lavoro, se sapeste di dover infilarvi in ambienti e situazioni a diretto contatto con il virus? Pensateci. E aggiungete i turni lunghi e massacranti dove anche bere se si ha sete diventa complicato e rischioso.
Nel vivere questa drammatica esperienza, ad un certo punto, Enza si è chiesta come potesse dimostrare la propria gratitudine e la stima a queste persone. La risposta le è sorta spontanea guardando alle sue passioni, a quello che, come per medici ed infermieri, la rende felice ogni giorno di fare il suo lavoro: i suoi libri. È così, ha fatto arrivare dalla sua libreria degli scatoloni pieni di libri da regalare a chi le ha salvato la vita. Queste opere hanno donato loro un po’ di evasione, energia e, soprattutto, sono un ricordo di lei… perché, in fondo, i libri sono la sua vita, la sua missione, la sua passione, quello che ama e che la rappresenta.
In questo gesto io ho visto tante cose. Ho visto due mondi che si incrociano, quello della cultura e quello della medicina. Ho visto il rispetto nei confronti di ammirevoli persone pronte a sacrificarsi per il bene comune e ho immaginato i sorrisi dietro alle mascherine di chi ha ricevuto in dono quei libri e di chi ha voluto dire semplicemente “grazie”. Grazie perché senza di voi forse non ce l’avrei fatta.
Mi piace chiudere questa storia con le parole che i vostri colleghi hanno detto ad Enza mentre la dimettevano dal reparto e che riassumono tutta la vostra umanità, dedizione e professionalità: “la nostra più grande gioia è la sua guarigione… noi saremo al suo fianco anche fuori di qui… non ci dimentichi”.
“Io non vi dimentico”.